In un Percorso di Autoconosenza, “l’Ignoranza si manifesta sotto forma di 4 aspetti fondamentali: egoismo, attaccamento, avversione e cieca ostinazione.
L’ottenebrante potere dell’ignoranza genera l’egoismo e la cieca ostinazione; il potere della polarità dell’ignoranza, (…) genera l’attaccamento (attrazione) e l’avversione (repulsione)”… (*)
Ne parliamo in questa puntata de Gli Altronauti, trasmessa in diretta venerdì 10 gennaio 2025, arricchita dagli interventi del pubblico in ascolto.
In un dialogo a tre voci arricchito dagli interventi in diretta degli ascoltatori, Yapos, Mel e Martina raccontano le loro esperienze “di confine” a contatto con il Fuoco di un Insegnamento rivolto all’Essenza, riassumendo così gli argomenti trattati dalla trasmissione nel corso del 2024.
“Un Insegnamento tradizionale, animato dalla Luce del Vero, si riconosce innanzitutto perché propone una pratica costante di spersonalizzazione (“decrescita personale”), necessaria a fare spazio alle qualità atrofizzate dell’Essenza. A differenza di quel che si crede, un vero Insegnamento non offre mai soluzioni ma, tendenzialmente e a vari gradi, insegna a praticare l’Arte sacra della rinuncia“…
Ispirati da questo scritto di Hermes, ne parlano Yapos e Mel del Gruppo Altrove in questa nuova puntata de Gli Altronauti, incalzati dalle domande e dalle riflessioni degli ascoltatori che intervengono in diretta.
“Ogni essere umano è considerato unico e irripetibile, e questa unicità rappresenta il bene più prezioso di cui dispone, un dono da coltivare, nutrire, curare e portare a compimento”.
“Come la Vita, l’Insegnamento è una Verità vivente che, evolvendo continuamente, rivela sempre più aspetti di se stessa e della Realtà. Da sempre l’Insegnamento indaga la natura di ciò che siamo e di ciò che è la Realtà, sviluppando numerose pratiche e rivelando innumerevoli dimensioni dell’esperienza umana. La pratica centrale del Lavoro, l’indagine, comincia sempre dall’esplorazione di dove ci troviamo esattamente nel momento presente”...
“Quando l’individuo comincia a essere davvero cosxiente di non essere padrone della sua vita, inizia a considerare le varie strade possibili per tentare di risvegliarsi alla Realtà“. (…)
“Il punto di partenza per ognuno è la presa di cosxienza della condizione illusoria nella quale versa, innanzitutto perché, non contemplando lo stato di sonno e di schiavitù psichica in cui ci si dimena, ci si crede liberi, e perché, anche quando si inizia a percepire l’inganno, non avendo sviluppato un contatto interiore stabile, ancora non si possiedono strumenti adeguati per il necessario ‘orientamento’ interiore”…*
“Le pratiche mirate del Lavoro, se attuate con metodo e motivazione, possono “perforare” il nostro “guscio mentale”, lasciando penetrare dei barlumi di verità, e farci comprendere che la “Realtà” comunemente accettata non è affatto la sola possibile, né tantomeno il frutto di una scelta o di un’evoluzione spontanea, ma che con ogni probabilità è stata plasmata da una ristretta minoranza di “individui”, un’elite che ha il dominio sulle masse, ridotte ormai a semplici ingranaggi di un sistema malato e sempre più senz’anima. La via d’uscita? È dentro!“…*
Ne parla Yapos del Gruppo Altrove in questa puntata de Gli Altronauti, accogliendo le considerazioni sul tema del pubblico in ascolto.
“Benedetto sia colui che non spera in nulla, che non ha pretesa alcuna, che si limita a guardare la propria rettitudine e onestà. L’equilibrio che sorge da tale assenza è equanimità, è purezza d’intento, retto pensiero, giusta azione, è Accordo”. (Hermes) *
Con questa citazione apriamo una nuova puntata de Gli Altronauti, in cui l’esperienza vissuta nel centro Altrove a contatto con l’insegnamento proposto da Hermes prende forma nelle parole di Yapos, che come sempre s’intrecciano alle esperienze e alle considerazioni degli ascoltatori che intervengono in diretta.
La puntata è l’occasione per parlare di molti temi, in particolare della Speranza e della Fiducia, dell’aspettativa, delle Possibilità di Trasformazione in ambito sociale ma soprattutto interiore, e in sintesi dell’inevitabile processo di spoliazione che contraddistingue la Conversione dal mondo della personalità all’universo dell’Essenza.
“Una persona in cerca di conoscenza di sé è chiamata Cercatore.
Un Cercatore che mette in pratica la conoscenza di sé è chiamato Praticante.
La maggior parte dei cercatori è riluttante ad adottare un approccio definito e fondato alla propria ricerca, il che significa che continuano a cercare senza mai trovare.
I pochi praticanti ad ogni esperienza sono chiamati a discernere tra l’essere Audaci o apparire Folli.
Di conseguenza, mentre poche persone mai diventano cercatori, ancora meno diventano veri praticanti…”.*
Di ritorno dalla pausa estiva, in questa puntata de “Gli Altronauti” riflettiamo su alcuni temi che ci accompagneranno nel nuovo ciclo autunnale della trasmissione: in particolare, parliamo di astrazione dalla realtà, del senso di separazione – reale o illusorio? – dagli altri e dal mondo esterno a noi, di come il paradigma cognitivo con cui elaboriamo la realtà sia retaggio del nostro ambiente di formazione familiare e sociale, e soprattutto di quali tratti possa presentare un paradigma totalmente diverso, basato sulla coscienza dell’Unità e sulla Fiducia fondamentale, a cui poter attingere attraverso nuovi Modelli. *
“L’Uomo è un potente percettore depositario di molte capacità magiche. Tuttavia, egli non è in contatto consapevole con la sua magia, per cui la percezione che ha di sé e del mondo è limitata dalla sua stessa astrazione“.
“L’uomo, fintantoché interpreterà e creerà il mondo basandosi su una descrizione che gli fu raccontata fin dal momento della nascita, e sulla quale si è ‘personalizzato’ e costituito come ente sensiente e razionale, non potrà avere accesso alla sua innata e potente Magia…”. (*)
Ne parliamo in questa puntata estiva de “Gli Altronauti“, tra astrazione e Realtà, ordinarietà e Magia, accogliendo gli interventi in diretta degli ascoltatori.
Ogni pratica rivolta alla crescita personale aiuta a migliorare, modificare o cambiare un comportamento favorendo un possibile equilibrio laddove esiste una disarmonia, con il fine di risolvere i singoli problemi della personalità, stimolandone le qualità e i talenti.
Il Lavoro interiore invece ha come scopo principale l’espansione della Cosxienza, perciò opera direttamente sull’ente che crede di avere un problema o che vuole migliorare i propri aspetti negativi, portando Luce su di essi fino al riconoscimento e alla dissoluzione della loro natura impermanente e illusoria.
Di queste due dimensioni operative, orizzontale e verticale, che si intersecano nell’asse cartesiano della nostra vita, parliamo in questa puntata de Gli Altronauti insieme ad Alessandro Saudino, alchimista, sciamano e counselour olistico. Ospite della trasmissione, Alessandro apporta la sua visione di un insegnamento esoterico pregno di esperienza vissuta, toccando diversi temi, tra cui:
In questa puntata, approfondiamo le diverse connotazioni che le paure assumono nella nostra esperienza quotidiana:
Come conviviamo con le nostre paure? In genere cerchiamo di rifuggirle, ma fuggire dalla paura significa farla crescere…
“Può sembrare un paradosso, ma una delle principali paure è che abbiamo paura di affrontare le nostre paure. Conduciamo un certo tipo di vita, pensiamo secondo un esclusivo modello determinato in linea generale dagli standard sociali, religiosi e culturali. Seguiamo una certa fede che ci predispone a particolari credenze, precetti e dogmi, e al di là delle nostre cieche convinzioni, non vogliamo che questi status vengano scossi perché, consci o meno, sono profondamente radicati in noi. In fondo in essi ci siamo costituiti come individui e abbiamo imparato a ripetere che sono il nostro carattere, i nostri valori, la nostra unicità, la nostra vita.
Ognuno vuole essere “ragionevolmente” sicuro di sé e padroneggiare lo stato di cose a cui va incontro, preferendo il conosciuto e rifiutando l’ignoto…”
Ma vivere senza paura significa essere oltre gli schemi del mondo ordinario.
“Esistono due Leggi a cui tutte le anime sono sottoposte e vincolate: la Legge di Causa ed Effetto, che restituisce il frutto dei propri pensieri, sentimenti e azioni, e la Legge di Affinità, in cui il simile attrae a se solo ciò che gli è affine.
La lezione che le due Leggi offrono è esplicata bene nei due principi evangelici: fai solo ciò che desideri ti sia fatto e ama il prossimo tuo come te stesso.
Per meglio comprendere questi due principi, più che valutarne gli aspetti morali o religiosi, è utile conoscere le potenzialità che essi offrono in tema di Risveglio…”. (*)
(*) Fonte: https://seialtrove.altervista.org/la-legge-dellamore-2/
Ne parlano in questa puntata de “Gli Altronauti” Mel e Yapos, apportando la loro esperienza nel Lavoro di Autoconoscenza sperimentato nel Gruppo Altrove, ed accogliendo in diretta gli interventi telefonici degli ascoltatori interessati.
“L’anima incarnata nel suo cammino è sottoposta ad una lunga serie di prove, necessarie per realizzare di non essere solo un corpo fisico animato da emozioni, sentimenti e pensieri. (…)
Questa comprensione non si raggiunge con la sola conoscenza intellettuale, ma si realizza integrando se stessi e il mondo in cui si vive, imparando ad amare, a coltivare la gentilezza, a sviluppare la sopportazione e la pazienza (…).
La crescita della nostra Consapevolezza sarà completa solo quando impareremo ad esprimere, in tutte le nostre relazioni, virtù come la benevolenza, la magnanimità, la compassione e l’Amore fraterno”. *
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Ne parliamo in quest puntata de “Gli Altronauti”, esponendo le possibilità di una via pratica di Liberazione e Integrazione, ed accogliendo i graditi interventi degli ascoltatori sul tema.
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“I saggi insegnano che il profano, pur credendosi cosxiente, vive immerso in un sogno, il suo personale sogno. Gli stessi saggi affermano che grazie alla conoscenza di sé stessi è possibile ampliare la propria consapevolezza, la sola in grado di discernere se effettivamente si vive in un sogno oppure si è svegli.
La consapevolezza di cui parliamo è la naturale capacità di sperimentare e testimoniare a vari gradi il flusso dei pensieri, dei sentimenti e delle emozioni con cui si anima la vita”.*
Terza puntata dedicata alla Consapevolezza, con Yapos e Mel del Gruppo Altrove che dialogano sulla loro esperienza, interagendo con gli ascoltatori che intervengono in diretta sul tema.
“Poiché l’Essenza è innata mentre la personalità si forma durante l’infanzia, possiamo capire più chiaramente lo stato dell’Essenza osservando i bambini piccoli. A un bambino, tutto sembra fresco e curioso. Tutto ciò che vede e sperimenta lo penetra profondamente e lascia un’impressione duratura.
La loro capacità intellettuale di nominare ciò che stanno vivendo è ancora non sviluppata, quindi quando vedono un filo d’erba non sanno chiamarlo erba. Un uccello è un miracolo di piume iridescenti, spettacolare nel movimento e nel canto.Man mano che il bambino progredisce verso l’età adulta, il vedere viene gradualmente sostituito dalla conoscenza, e l’Essenza è coperta da un mantello di personalità sempre più rigido e ispessito. Ciò che sperimenta non penetra più direttamente come prima, ma viene filtrato attraverso l’associazione, l’analisi, il confronto e la critica”.*
Ne parliamo in questa puntata de “Gli Altronauti“, andata in onda venerdì 16 Febbraio 2024, con l’interessante contributo degli ascoltatori che intervengono in diretta.
*
“Gli Altronauti” è la rubrica radiofonica del Centro Culturale “Sei Altrove”, che si occupa di Evoluzione della Coscienza tramite un Lavoro pratico di Autoconoscenza.
La trasmissione va in onda in diretta su Radio Cooperativa (libera emittente popolare veneta) ogni venerdì dalle 12.00 alle 13.30 (info: http://www.radiocooperativa.org/3/index.php/trasm-alfabetico/410-gli-altronauti).
Proponiamo l’audio integrale della puntata trasmessa in diretta venerdì 19 Gennaio 2024, in cui parliamo della “Via Mistica” come percorso di “Conversione” all’Essenza, e di come le trasformazioni nell’ambito di un Lavoro su di sé possano essere prodotte attraverso larghi cerchi di esperienze.
“Gli Altronauti” è la rubrica radiofonica del Centro Culturale “Sei Altrove”, che si occupa di Evoluzione della Coscienza tramite un Lavoro pratico di Autoconoscenza.
La trasmissione va in onda su Radio Cooperativa (libera emittente popolare veneta) ogni venerdì dalle 12.00 alle 13.30 (info: http://www.radiocooperativa.org/3/index.php/trasm-alfabetico/410-gli-altronauti).
Proponiamo l’audio integrale della puntata trasmessa venerdì 15 Dicembre 2023, in cui parliamo del “Rischio di Essere“.
“Esistono solo le cose che abbiamo realizzato attraverso la nostra personale esperienza poiché sono anche le uniche che conosciamo davvero; tutto ciò che abbiamo studiato, udito o letto sono solo belle fantasie”.
“Tuttavia, neanche ciò che è conosciuto è venerabile, giacché il noto si trova entro il raggio della nostra comprensione, mentre è venerabile soltanto ciò che ci anima e ci trascende…”.
Yapos commenta questo spunto di riflessione (che potete leggere per intero qui), attraverso l’esperienza maturata nel centro Altrove.
Yapos prende spunto da una breve lettura per raccontare la sua esperienza di contatto con l’insegnamento di Hermes, che lo ha aiutato a far luce sulle proprie limitazioni inconsce: veri e propri sistemi di difesa automatica della personalità a cui siamo abituati ma che, spesso, impediscono di cogliere la Realtà in modo recettivo per farne tesoro, limitandoci a vivere esclusivamente il mondo (spesso piccolo) del nostro vissuto esperienziale, ovvero del nostro passato.
Grazie ai contributi degli ascoltatori, vengono affrontati con l’occasione diversi temi, tra cui le relazioni con gli altri, l’ascolto, l’apertura mentale, la rigidità e la flessibilità, la vera ‘maturazione’ interiore.
In questa puntata parliamo della sfida che intercorre dentro di noi, tra la tendenza alla conservazione delle nostre (poche) certezze e la possibilità di cogliere le ispirazioni e le rivelazioni che la Vita ci propone, spesso spronandoci al nuovo. Due parti che convivono, e dal cui confronto e attrito spesso nascono elementi utili per conoscere noi stessi.
Tra i temi toccati, grazie anche alle telefonate in diretta degli ascoltatori, la vera identità profonda di ognuno di noi, la dualità che fa da sfondo alla nostra vita e su cui si struttura il pensiero logico razionale, e la possibilità o meno di una “intelligenza” artificiale che soppianti l’essere umano.
“Dire la verità è un atto naturale se le nostre parole vengono dal nostro cuore, mentre riflettere implica un momento di ascolto di noi stessi e dell’altro e una modalità pacata nell’esprimerci”.
“Abbiamo la possibilità di scegliere se continuare a distorcere la verità, oppure riconoscere la verità stessa anche se questa può deluderci e non piacerci. Nel momento in cui riconosciamo la verità possiamo spingerci oltre e crescere come individui portando trasformazione nella nostra vita”*.
“Come vi sono gradi diversi di realizzazione, vi sono gradi diversi di pratica che conducono, per vie diverse, alla conoscenza di sé.
Se pensiamo che, per essere autentico, il nostro percorso debba essere perfetto in ogni momento, rischiamo di sabotarci e non cominciare mai…”. *
Ne parliamo in questa puntata insieme agli ascoltatori di Radio Cooperativa, toccando le molte analogie tra questa via “pratica” di auto-conoscenza e le esperienze che attraversiamo, nel viaggio della vita… un viaggio che, nella sua essenza, può svelare giorno dopo giorno lo Scopo della nostra Esistenza.
… Siccome lo yoga consiste, nella sua essenza, di una rinuncia al modo di vivere, materiale e animale, comune alla maggior parte degli uomini o a quello più intellettuale, ma tuttavia limitato, seguito da una minoranza, per volgersi verso una più ampia vita spirituale, la vita divina, ogni elemento delle nostre energie che viene offerto all’esistenza inferiore, nello spirito di questa esistenza, è in contraddizione col nostro fine e con la nostra consacrazione. Inversamente, ogni energia, ogni attività sottratta agli interessi inferiori, e dedicata al servizio di quelli superiori, è un progresso sul sentiero, una conquista sulle potenze che si oppongono al nostro progresso.
*
Dobbiamo contemplare l’idea di una Scala Cosmica, e il fatto che esista un legame che collega l’umanità con un’influenza Superiore. La nostra Vita può essere compresa solo in relazione a forze la cui scala e grandezza ci oltrepassano.
Questa Forza chiede di essere riconosciuta, di essere servita e di risplendere attraverso di me. Sento il bisogno di pormi sotto la sua influenza e di relazionarmi ad essa mettendomi al suo Servizio. All’inizio non capisco che il mio desiderio di essere è un desiderio Cosmico e che il mio essere ha bisogno di situarsi e trovare il suo posto in un mondo di forze. Considero il mio desiderio una mia proprietà soggettiva, qualcosa che posso utilizzare per profitto personale, e ancora mi ritrovo nella competizione e nel fallire.
La mia ricerca è organizzata sulla scala di questa soggettività in cui tutto viene misurato in quantità e da un punto di vista individuale: io qui, e Dio lì.
Il nostro Sé è come la Fiamma di una lampada a petrolio: perché possa illuminare la nostra vita è necessario mantenere pulito il vetro che la circonda; così anche dentro di noi, è necessario emendarci da credenze ed abitudini che offuscano l’espressione della nostra Luce, sebbene siano spesso talmente solidificate che ci identifichiamo in esse, dimenticando quanto sia luminosa la nostra Fiamma.
Tale opera di pulizia richiede, in un Lavoro di Autoconoscenza, una graduale opera di “sincerizzazione” con noi stessi, per sviluppare Discernimento e capacità di Distacco.
Riconoscere la Realtà, soprattutto quando questa contrasta con le illusioni di cui ci nutriamo, è un punto imprescindibile per poter conoscere se stessi senza maschere e giustificazioni.
Ne parliamo insieme a Martina, che condivide con gli ascoltatori l’esperienza vissuta sia nel centro Altrove sia nella vita “quotidiana”, portando testimonianza di come il contatto con un Insegnamento l’abbia aiutata a discernere tra ciò che è reale e ciò che è illusorio.
Ognuno di noi, ogni giorno, racconta e si racconta una storia, ovvero la propria “storia” personale che lo aiuta a definire la propria identità e funge da filtro attraverso cui osservare e giudicare la realtà, e reagire agli eventi della vita.
Eppure, quante altre storie sono possibili, che la nostra visione non comprende, quante altre interpretazioni, di fronte alla Realtà, che di per sé è priva di storie, neutra come un mare calmo in cui compaiono qua e là piccole increspature.
In questa puntata descriviamo le due categorie di ostacoli che ritardano il processo di Risveglio, ovvero le “disposizioni che si oppongono alla correttezza della ricerca”, imputabili all’eredità immediata o educazione difettosa, e le “resistenze inerenti al carattere di ogni individuo”, comunemente chiamate “difetti”, che hanno radici nel nostro mondo subcosciente e non possono essere eliminate, bensì orientate positivamente.
La disamina dell’argomento è un’occasione per parlare del “principale ostacolo all’abolizione di tutti questi ostacoli”, come lo definisce Isha de Lubicz, ovvero la scusa: le giustificazioni che quotidianamente inventiamo per legittimare le debolezze del nostro comportamento.
In questa puntata parliamo delle abitudini, ovvero “le vecchie strade sulle quali le nostre cellule ataviche ci trascinano” secondo Isha de Lubicz: abitudini personali e abitudini acquisite dalla nostra stirpe, insieme a facoltà e credenze, che possono essere un ostacolo oppure uno strumento utile di crescita, in virtù del grado di Coscienza con cui li possiamo illuminare.
Il dialogo con gli ascoltatori e la lettura del testo di Isha de Lubicz ci permettono anche oggi di toccare i temi più Essenziali inerenti alla condizione umana e alla necessità, o meno, di un Lavoro su di sé.
“Felice il cuore insaziabile!
Colui che è soddisfatto delle cose mediocri non ha empito sufficiente per raggiungerne delle più grandi; colui che è appagato dalle apparenze del mondo terreno, non ha la capacità necessaria per assorbire i doni celesti”.
Provocatorie parole che provengono dall’esperienza di Isha Schwaller de Lubicz, messa nero su bianco nell’opera “L’Apertura del Cammino” (1957), con cui iniziamo un ciclo di puntate dedicate agli ostacoli che si presentano lungo la strada della Reale conoscenza di noi stessi. A partire dalla “soddisfazione”.
In questa puntata degli Altronauti parliamo dell’Autosservazione senza giudizio come pratica di autoconoscenza, per essere “presenti” nelle situazioni quotidiane e poterci conoscere per come siamo realmente, al di là di ogni possibile interpretazione o valutazione morale, proprio attraverso l’esperienza e l’eco che essa fa risuonare in noi.
“… La Verità non può essere donata o trasferita, può essere solo sperimentata. La Verità va realizzata tramite la fattiva Esperienza. È un Atto d’Amore verso te stesso.
La Verità non solo non può essere concettualizzata o posseduta, Essa non può nemmeno venire perseguita. Infatti la Verità è sempre presente e manifesta, altrimenti non sarebbe Verità ma semplice descrizione mentale”…*
… in questa puntata parliamo dunque di “Verità”, di come possa farci soffrire, impaurire, gioire o meravigliare, delle varie sfaccettature che questa parola può assumere (Verità assoluta, Verità universale, verità particolare ed esperienziale), nonché dei gradi della verità secondo gli antichi Greci, soffermandoci anche sulla tendenza oggi molto diffusa a considerare “vero” ciò che ci è “utile”.
* Tratto da “Sintesi e Frammenti di Pensiero Vivente”, Vol. I, “Metallurgia Metafisica”, Sei Altrove Edizioni, pag. 62 – per info: vedi qui
Per ascoltare la puntata clicca PLAY (o il link sottostante):
Ogni qualvolta mi dimentico di Me e sfocio in una visualizzazione negativa, vengo assorbito dal flusso della mente entrando nel vortice del tempo, e perdo in queste manifestazioni tutta l’energia guadagnata grazie ai momenti effettivi di “Ricordo” e “Presenza”.*
Proseguiamo il percorso intrapreso nella puntata precedente, dedicato all’Alchimia Inferior e all’Alchimia Superior, trattando soprattutto l’importanza dello “sforzo” in un Lavoro su di sé per uscire dall’incantesimo della meccanicità e dell’abitudinarietà, che mi trattengono in una condizione di… sonno.
«Il Lavoro di Autoconoscenza non deve e non può essere un abbandono dell’esistenza, come praticato dagli asceti, ma la perfezione nell’universo attraverso l’esperienza diretta della Vita nella pratica spirituale, e non la fuga dalle difficoltà. È qui, nelle innumerevoli forme della vita, nei nostri corpi, che possiamo svelare la grandezza della Luce divina ed esprimere l’incessante potenza della creazione della Madre Divina».
Ne abbiamo parlato a “Gli Altronauti”, venerdì 1° aprile, intervallando il racconto delle nostre esperienze con le impressioni degli ascoltatori.
«Il Lavoro su di sé non mira all’uscita dal mondo o al raggiungimento di una meta lontana, come viene concepito il Paradiso o il Nirvana, ma punta al cambiamento dell’esistenza in maniera non incidentale ma consapevole, in modo da riportare nella quotidianità quegli stati dell’essere agognati da tanti aspiranti spirituali e religiosi inclini alle alte vette dello spirito con l’inevitabile fuga dal mondo. Spesso la distorsione umana ha ricercato la fine della sofferenza nella liberazione dalla vita, quando invece per stare bene al mondo è necessario realizzare la luce divina presente proprio nella vita, in quel vivere quotidiano che scandisce l’inesorabile battito dei cicli e dunque del tempo».
Ne abbiamo parlato a “Gli Altronauti”, venerdì 25 marzo, intervallando il racconto delle nostre esperienze con le impressioni degli ascoltatori.
Continua dalla prima parte (QUI)
*
Fra i metodi dello yoga e le funzioni psicologiche abituali dell’uomo il rapporto è all’incirca il medesimo che intercorre fra la manipolazione scientifica delle forze naturali, quali l’elettricità o il vapore, e il loro funzionamento. I metodi si fondano su una conoscenza, verificata e confermata da esatte esperienze, da analisi pratiche e da risultati ripetuti. (…) Tuttavia l’utilità vera dello yoga e il suo ultimo fine non possono essere raggiunti che quando lo yoga, cosciente nell’uomo, incosciente nella Natura, coincide con la vita stessa, così che si possa ancora dire, in un senso perfetto e luminoso, guardando insieme il cammino e l’adempimento: “Tutta la vita è lo yoga”.
Ogni yoga è, per la sua natura, una nuova nascita; è una nascita fuori dalla vita ordinaria, dalla vita materiale mentalizzata, in una superiore coscienza spirituale, una più grande e più divina esistenza. Nessun metodo voga può iniziarsi e seguirsi con successo senza un possente risveglio alla necessità di un’esistenza più ampiamente spirituale. L’anima che senta l’appello verso questa grande e profonda palingenesi può giungere per varie vie al punto di partenza. Può avvenire che vi arrivi seguendo lo sviluppo naturale che la porta inconsciamente verso il risveglio, può pervenirvi attraverso una religione o una filosofia; può avvicinarvisi attraverso una graduale illuminazione o giungervi di slancio per un contatto o un’inattesa emozione; può essere indotta dalla pressione degli avvenimenti esterni o da una necessità interiore, da una sola parola che rompa i suggelli della mente, da lunghe riflessioni, dall’esempio lontano di qualcuno che ha già percorso il medesimo cammino o da un’influenza e contatto quotidiani. Per ognuno si modella, secondo la natura e le circostanze, una sua particolare chiamata.
Comprendere la Legge di Polarità significa semplicemente riconoscere il diritto di esistenza di tutte le cose.
Se l’uomo impara questa regola, ovvero che tutto ciò che esiste è verità in quanto esiste, troverà sempre più pace e tranquillità. Solo così ci si può liberare dalle abitudini, dalle strutture di superficie, dalle fissazioni, ovvero dalle idee fisse, dall’idea di dover combattere a tutti i costi “per” o “contro” qualcosa, tifare per o contro quello, sostenere tizio e andare contro caio.
Chi non è in grado di vivere in armonia con le cose reali accettando, per gradi, che tutto e tutti hanno il diritto di esistere, non potrà mai avviarsi sul sentiero del Risveglio e conoscere la propria Realtà interiore, il proprio Spazio Divino*…
«Ci sono due tipi di disciplina, uno idealizzato dalla falsa Personalità e l’altro custodito esclusivamente dall’Essenza. La prima conduce all’apparire e all’inevitabile sofferenza, la seconda alla crisi evolutiva come scelta di vita. Essere in grado di discernere tra questi due significa essere in grado di trarre beneficio dalla disciplina o di soffrirne.
La disciplina in virtù della falsa Personalità è un’imposizione, una richiesta fatta il cui beneficio è solo quello di alimentare un falso senso di autostima o al contrario un senso di colpa e disistima, alimentare il giudizio di come si è migliori o peggiori degli altri, di come sarebbe se avessi questo o quest’altro. Queste tendenze esteriorizzanti non aiutano alcun processo a beneficio dell’intuizione o della crescita, ma staticizzano la giustificazione dell’io nelle sue poliedriche e illusorie manifestazioni.
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Ci sono sempre due diverse coscienze nell’essere umano: una esteriore in cui di solito egli vive, l’altra interiore e nascosta di cui non sa nulla. Quando si pratica la sadhana, la coscienza interiore comincia ad aprirsi, si diventa capaci di interiorizzarsi e di avere interiormente ogni sorta di esperienze. A mano a mano che la sadhana progredisce, si comincia a vivere sempre più in quest’essere interiore, mentre quello esteriore diventa sempre più superficiale. All’inizio la coscienza interiore sembra essere il sogno e quella esteriore la realtà di veglia. In seguito, la coscienza interiore diventa la realtà e quella esteriore è sentita da molti come un sogno o un’illusione, oppure come qualcosa di superficiale e di esterno.