Nel notiziario da Altrove di questo mese, abbiamo parlato di libertà di Essere, per questo Notiziario ci siamo chiesti: cosa la limita realmente? Ossia, cosa ci limita nel mondo reale, pone dei limiti al nostro agire e al nostro essere di tutti i giorni nel mondo? Spesso vediamo i limiti all’esterno, i limiti sono gli altri, l’altro, il limite è fuori, il limite è il mondo esterno, è il sistema, è la vita che è fatta così… siamo noi… siamo noi? Ma cosa dici? E se invece effettivamente fossimo noi il nostro limite? Se il mio limite fossi io, per come credo di essere, se mi credessi libero e invece non lo fossi affatto? Se io, se tu se noi, fossimo in realtà solo vittime di noi stessi? C’è qualcosa che a volte non ci fa porre questa domanda oppure, pur ponendocela, ci spinge ad archiviarla in un cassetto segreto di cui nascondere le chiavi… Questa cosa forse ha un nome, questo nome potrebbe essere: Orgoglio. L’orgoglio non ci fa ammettere gli errori, anche con noi stessi, l’orgoglio ci spinge lontano da noi stessi, fuori da noi stessi, ci fa credere di essere lì fuori, all’esterno, in balìa del bene e del male, delle scelte altrui a cui resistere, l’orgoglio ci pone in uno stato di guerra continua, sì, no, ragione torto giudizio, attacco difesa fuga… è stato lui…. è colpa sua….. che c’entro io?….. tu non mi capisci…
Siete voi? Sei tu, che leggi, colui di cui parlo? O è…. l’Orgoglio?
A voi dunque: buona immersione, senza bombole naturalmente…….
Cos’è l’orgoglio?
è una domanda che non ci si fa spesso al giorno d’oggi, troppo preoccupati di continuare a correre per sopravvivere, per esprimere e difendere un senso di identità sempre più smarrito eppure sempre più brandito a difesa di ciò che riteniamo giusto, utile, vero… o molto spesso, semplicemente “nostro”. In questa nostra assenza, in cui la maschera sembra impadronirsi totalmente dell’attore, è difficile cogliere l’orgoglio. Possiamo farlo solo osservandoci, come fossimo esterni a noi stessi, e noi nostri comportamenti quotidiani vedere come questi siano mossi spesso dalla necessità di difendere qualcosa… vogliamo difendere un’abitudine, qualche volta un’opinione, un’idea, vogliamo addirittura difendere qualcun altro e più in generale vogliamo difendere ciò di cui siamo orgogliosi, per cui proviamo orgoglio. Ciò per cui ci battiamo il petto, come i nostri quasi parenti gorilla da cui secondo alcuni potremmo discendere. A volte difendersi è necessario e probabilmente lo è stato per molto tempo, nella nostra società, nel nostro pianeta. Non si tratta in questo caso di una difesa puramente fisica, come se nella Savana un leone ci aggredisse e dovessimo usare il fuoco notturno come unico espediente per tenerlo lontano. L’orgoglio è infatti una difesa più sottile, eppure allo stesso modo ci fa re-agire alla vita come se la nostra integrità esistenziale fosse intaccata da qualcosa di esterno. Mors tua vita mea, è il motto della società in cui viviamo. La tua morte è la mia vita. Così cedere di fronte all’orgoglio altrui equivale a sottomettersi, a farsi schiavi volontari. E spesso lo si fa, per necessità, in nome di uno scambio. In questo mondo, lo scambio è spesso economico, ma non solo. Altre volte invece non sopportiamo più la nostra arrendevolezza, la apparente debolezza che permette all’altro di sopraffarci, ed ecco… scatta l’Orgoglio. Sembrava non ci fosse, se ne fosse andato in vacanza o avesse addirittura disertato -che traditore!- la quotidiana chiamata alle armi. Invece, eccolo qua, a ricordarci che la nostra personalità è qualcosa che vale la pena di essere difeso, in qualsiasi circostanza, da qualsiasi attacco. È proprio questa difesa, di ciò che in fondo nemmeno ci appartiene, ossia la personalità, che costituisce l’orgoglio. Ma essere orgogliosi non significa solo “non cedere” di fronte al nemico, che in realtà è solo il nostro prossimo, una parte di noi che ci rispecchia qualcosa di noi stessi, come uno specchio. Si può essere orgogliosi di qualcuno o di qualcosa. Orgogliosi dei propri figli, dei propri genitori, della propria famiglia. Orgogliosi dei propri amici o conoscenti. Orgogliosi di ciò che si fa o si è riusciti a fare nella vita. Orgogliosi dell’appartenenza alla propria terra, al proprio popolo (una famiglia allargata). Orgogliosi di una appartenenza ideologica, politica, religiosa. Orgogliosi della propria squadra del cuore. Insomma, si può essere orgogliosi di se stessi, ma anche di tutto ciò che in un modo o nell’altro è direttamente o indirettamente riconducibile a noi, perché ne siamo padri o madri o perché ce ne crediamo figli. Siamo orgogliosi di tutto ciò che conferma l’idea che abbiamo di noi stessi, la maschera che ogni giorno guardiamo di fronte allo specchio. Ma lo stesso orgoglio, spesso ci impedisce di poter vedere che proprio quella immagine che noi vediamo riflessa all’esterno non è la reale immagine di noi stessi, non è il nostro vero volto. Questo è nascosto dalla nascita entro una maschera di ferro, privato del diritto divino a sedere sul proprio trono, e sostituito da un fratello gemello che sembra somigliarci molto e si spaccia per il reale sovrano, ma… non lo è. Del sovrano, non ha la regalità, la capacità di guida e di azione, la fermezza e al contempo la materna dolcezza, non ha la disciplina e al contempo l’obbedienza ad un Principio superiore da cui tutto emana e che tutto È e comprende. E il principale alleato di questo maldestro, forse mendace, sostituto al trono è il nostro personale Cardinale Richelieu, a cui possiamo dare il nome di… Orgoglio. L’Orgoglio, che fino ad oggi ci ha mantenuto in vita in questo mondo opulento di ambizioni e povero di genuine aspirazioni, spesso diventa un ostacolo. Perché difendere a spada tratta ciò che siamo è tanto necessario in guerra quanto di ostacolo nella reale guerra che anima e infiamma ognuno di noi. L’Orgoglio crea una barriera, una vera e propria linea Maginot, una Muraglia Cinese, contro l’Invasore esterno. Ma se questi fosse solo un riflesso di ciò che noi non vogliamo vedere di noi stessi? Se proprio in questo apparente scontro tra ciò che crediamo di essere e ciò che ci sembra l’opposto di noi vi fosse la condizione per far emergere il nostro Essere Vero, l’Essere che non indossa Maschere perché è l’Attore in grado di recitare qualsiasi copione, il regista dalla mille invettive, lo sceneggiatore di tutti i mondi possibili? Possiamo, allora, difenderci dalla parte più vera di noi stessi?
Possiamo seguire un Sovrano che ci indica la via di una falsa libertà per timore di una libertà che crediamo schiavitù?
Orgoglio è un sovrano che, notoriamente, fa più vittime della guerra. Perché senza di lui, la guerra non ci sarebbe.