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LE REGOLE 2/2 – 8 MARZO

Testo redatto dalla fedele trascrizione dell’incontro tenuto da Hermes con gli allievi del Centro Altrove

Lezione martedì 8 Marzo – Le Regole

(…Continua)
2° parte
La maestria è che impariate a trascendere le regole, contenerle con qualcosa di più ampio perché se vivete nei sentimenti “umani” non potrete mai sviluppare un Sentimento Superiore.
Se viviamo cristallizzati in queste regole andremo a sviluppare continue ripetizioni, ripetizioni di esperienze di papà e mamma, fratello o sorella, comunità e società. Il primo atto che si deve fare è accettare che queste regole sono un nostro limite, cercando per come possiamo di fare del nostro meglio per non sottostare ancora a queste leggi meccaniche che ci fanno ripetere costantemente “DO” – “RE” – “MI”, “DO” – “RE” – “MI” (mostra il simbolo dell’Archèrgon disegnato sulla parete), una cacofonia simile ad un disco rotto.

Non possiamo combattere queste regole ma accoglierle come un’opportunità per superarci, indagando su ciò che ci piace e provando a sviluppare un’esperienza contraria per vedere l’opposto Domanda: come si fa ad uscire dalle regole?
Semplice, si sostituiscono le abitudini consuete con delle nuove regole, una sorta di sovrascrittura come quando fai un aggiornamento al computer; questa io la chiamo autodisciplina, ma si inizia dalle basi del nostro mi piace o non mi piace; se ad esempio vi piace la pizza potreste provare a non mangiarla più per vedere cosa succede, vedo tutti musi duri che scuotono la testa; la pizza no!……
Dovete sforzarvi di fare esperienze nuove cogliendo l’insegnamento che sta nell’esperienza stessa, che se sviluppata con spirito di sacrificio e volontà si rivela sempre un’opportunità di superarvi e ampliarvi. Se così non fate resterete ancora per molto preda di meccanismi che vivono al posto vostro.

Dobbiamo divorziare da queste regole di superficie che alimentano le forme interiori meccaniche che viviamo, anzi che vivono una pseudo vita al posto nostro. Schiere di aggregati, formazioni collettive che dirigono le nostre vite velate da luci della ribalta e consenso sociale. Vampiri metropolitani che si nutrono e che a loro volta divengono il nostro veleno quotidiano.
In sintesi dobbiamo divorziare da ciò che chiamiamo noi stessi.

Ma siccome non sappiamo chi siamo perché dentro di noi convivono una marea di aggregati, che poi non sono altro che le regole stesse, possiamo solo disimparare ad essere “io”.

Gli aggregati sono esseri preposti alle nostre regole che hanno una preferenza piuttosto che un altra.  Questo “io voglio” deve esserci, ma dobbiamo disciplinarlo in modo che quando questo “io” vorrà, potremmo scegliere se assecondarlo o meno. Scegliendo, decretando questo sentire piuttosto che un altro sentire, andremo a vivere solo ciò che ci sarà utile per la nostra evoluzione. E’ necessario  agganciate la Volontà, quella con la V maiuscola, solo questa Forza può determinare una scelta da parte vostra che sia determinante purché arrivi almeno al 51%. Un consenso costituente come al parlamento.

La nostra mente emotiva, le emozioni, anela solo al piacere, non vorrebbe mai dolori, pene, dispiaceri ed è per questo che si è creata una comunità sociale che è dipendente dai medici e dai farmaci. Non conosciamo nemmeno cosa sia la vera natura del dolore, e la sofferenza nemmeno dovrebbe esistere, ma non è oggi la giornata per parlare di questo… E’ solo una questione di atteggiamento, di schieramento, di orientamento, anche per quanto riguarda la salute fisica, poiché siamo un insieme di atti, di fatti, di azioni, e siamo sempre e solo noi che decretiamo se soffrire, come essere, se soffrire o gioire, ogni attimo e in ogni azione della giornata.

Tuttavia c’è una parte di noi che si rivela spesso un veto, un’impossibilità, che ci porta nel buco e ci mostra che siamo vittime del mondo e degli altri (autocommiserazione).
L’essere vitale decreta costantemente ciò che ci piace o non ci piace, ciò che vuole o che non vuole; voi siete qui proprio per imparare a disciplinarlo. Quando emergono queste forme dovreste innanzitutto fermarvi, ascoltarvi e cercare di volere una sola cosa alla volta. Troppa compulsione, troppo rumore, cercate l’ascolto, il silenzio per stimare voi stessi e regolare con fermezza le scelte delle vostre interminabili voglie. La disciplina interiore offre un grande vantaggio, che se agganciato sviluppa un rinnovato processo, che dona un primo accesso a qualcosa che è al di là di ciò che è meccanico e schematico e che per inerzia vi attira solo all’esterno. In questo stato di Cosxienza ogni esperienza che andrete a scegliere vi mostrerà la sua utilità…

La famiglia elettiva che si è qui costituita, il tempo che con questo lavoro dedicate a voi stessi è già di per se esterno alle regole. Tutto quello che avete lasciato là fuori, ciò che è all’esterno di qui, non cambierà mai, non lo farà perché è soggetto ad una legge meccanica di ritorno. Magari cambieranno gli attori, il film, ma il movimento è lo stesso e segue una spirale ciclica. Tutte le cose che non avete mai fatto, e siete presenti nell’attimo in cui le fate, costituiscono la reale esperienza. Il mondo emotivo mentalizzato in cui viviamo oggi ha un movimento che è uguale per tutti, tutti si identificano nelle emozioni e sono in preda ad una ipnosi collettiva; il sogno di Castaneda.

Dovete sviluppare la maestria di mettervi un vestito e toglierlo quando non vi serve più.

Se questa famiglia vi accoglie, vi comprende, vi ama, voi ricambiatela perché l’Amore è dono e scambio insieme.
Vi dico in anticipo che qualora abbandoniate questo lavoro su voi stessi e tornerete in superficie sarete inevitabilmente portati a individuare un colpevole (mi piace o non mi piace) per il vostro fallimento. Magari quella persona sarò io, o magari sarà qualcuno che fino ad oggi reputavate un vostro fratello elettivo, o sarete voi stessi auto colpevolizzandovi per il vostro presunto fallimento…

Questo fa il Maestro che vi ama, vi guida nella selva oscura affinché non vi perdiate. E così farete voi, trasmetterete questo messaggio dopo di me perché è tutto un prendere e dare, un dare e ricevere.

Per trascendere le regole dovrete conoscere quali sono le regole, per trascendere il limite dovrete conoscere il limite stesso.
Capirete di avere un limite quando ve lo troverete davanti e lo accettate, ed è per questo che dovete sviluppare le vostre esperienze ed andare incontro ai vostri limiti con Gioia, poiché avete realizzato che nella difficoltà è insita la crescita, ed è nel limite che trovate la risorsa. Se così non fate avrete soltanto un’idea di quel limite e resterebbe esattamente dov’è.
E’ utile ricordarvi, quando sviluppate un’esperienza, di rimanere presenti per non identificarvi nell’esperienza stessa che andate a vivere, ma viverla potendola al contempo osservare.

Attualmente per voi le regole sono il pane quotidiano. Al giorno mangiate 3kg di pane e lo fate per tutta la vita. Siete pertanto convinti che se non mangiate almeno quei 3kg di pane al giorno morirete di fame. Potete mangiarne anche 5kg, le regole dei genitori, della sorella, del fidanzato, ma le vostre regole fisse restano sempre 3kg, è il minimo indispensabile che vi fa vivere una sicurezza. Ma proprio la tua insicurezza, la tua irresponsabilità, sono insite in questi 3kg. Ed il lavoro che vi porto a sviluppare quotidianamente è proprio questo, è come una dieta e ci vuole calma e pazienza per perdere quei chili di troppo. Ma se voi ogni giorno togliete qualcosa, un etto e poi ancora un etto e ancora così, vi troverete un giorno a vivere con 2kg di pane; avrete fatto spazio.

Dovete sviluppare questo lavoro per lealtà verso voi stessi. Non esiste la responsabilità o il rispetto verso l’altro se non avete rispetto nemmeno per voi. Siate leali verso voi stessi almeno.
Siate sinceri almeno verso voi stessi, non vi chiedo di esserlo con me, sarei uno stolto. Sincero e leale verso te stesso, questo posso chiedere.
Le regole bisogna conoscerle, gli aggregati bisogna conoscerli, dovete conoscere il pane che mangiate e di cui vi nutrite, e per conoscerlo bisogna assimilarlo, digerirlo, trasformarlo ed eliminarlo, bisogna viverlo, riviverlo, tritarlo e ritritarlo ancora fino a trasmutarlo.
Solo il tuo Essere ha le capacità per farlo, affidati e sottomettiti a quel barlume di Luce che dimora da sempre in te. Affidati alla tua Guida interiore, amati, accogliti, comprenditi, accetta ciò che sei.

Tutti voi spesso ammettete che con gli strumenti che qui vi si offrono, questa Luce aumenta sempre di più apportando dei fattivi risultati. E’ questo ciò che conta: gli strumenti, i risultati, tutto il resto è vana negazione.

Siamo dei conformati che si credono diversi ma che accettano tutti le stesse regole, le stesse idee o le stesse imposizioni velate da progetti di indipendenza e libertà comune. Seguiamo tutti le stesse tendenze che poi non sono nemmeno nostre. Ci vengono imposte dal sistema che attira l’attenzione delle nostre emozioni, siamo cibo per la luna, succubi dei nostri stati emotivi tramite immagini che corrono sullo schermo mentale, ipnotizzati da simbologie, colori, fascinazioni, suggestioni, copie e stereotipi venduti per nuovissimi e gratis; che mondo fantastico, altro che fiction.
Nemmeno le preferenze che abbiamo per questo o quel tipo di uomo/donna sono nostre, lo sono fin tanto che viviamo queste preferenze sulla base della loro forma e non sui movimenti che le muovono. Quando trascenderete questo limite vi posso garantire che non esisterà più la forma ma solo il movimento, l’esperienza. Non penserete più che quel tipo è troppo grasso o troppo magro perché andrete a sviluppare qualcosa di totalmente diverso; si annulleranno i parametri consueti. Vivrete solo Essenza e la forma non esisterà più, non ci sarà giudizio e nemmeno elaborazione della mete, non c’è regola, non c’è limite, ed è Libertà.
E questa cosa la puoi sviluppare non solo emotivamente, fisicamente, sentimentalmente o mentalmente ma soprattutto Interiormente, solo lì tu puoi essere libero.
E lo spazio e il tempo nell’attimo in cui c’è l’Essenza non esistono.

Avete avuto accesso al funzionamento della vostra risposta vitale (emotività, ndr.), uno strumento magnifico, e vedo che questo processo nel gruppo si sta limitando sempre di più.
Se non conosciamo le parti nascoste in noi non possiamo fare alcuna Opera.
La prigione costituita dal pensiero schiavo dei sensi è ingannevole; conoscerli, rettificarli, controllarli, dominarli e dirigerli è tutto ciò che potete fare. Questa trasformazione deve avvenire a livello cellulare per potersi fissare nel corpo e creare un nuovo modo di porsi ed essere.
Siamo un unità di corpi scissi in tanti parti che si credono per ignoranza differenti. Tutti questi corpi si compenetrano, hanno un’armonia perché sono densi nella loro etericità e si uniscono l’uno con l’altro; il vitale (mente emotiva, ndr) è denso, la mente (mente ordinaria comune ndr.) è densa, il fisico (mente meccanica-fisica cellulare ndr.) è denso e il corpo è denso.
La malattia ci attacca perché noi, anche se ancora poco conosciuto, viviamo questi mondi ed i corpi che viaggiano non sono ancora del tutto integrati. Prima di poter accedere ad una reale trasformazione va sviluppato un passaggio in modo che questi stessi corpi possano avere un interconnesione ed un equilibrio, un centro stabile ed unico che dirige la moltitudine. Utile portare pian piano questa armonia di sintesi in tutti i piani, poiché le energie con cui alimentiamo questi involucri sono differenti per stato e grado.
Ve la spiego così: immaginate i diversi stati della materia, solido, liquido e gassoso, con le infinite varianti possibili, ecco ora comparate con la natura umana, non cambia assolutamente nulla.
Quando viviamo delle trasformazioni e stiamo andando a creare nuove armonie, nuovi equilibri, c’è necessità che il corpo regga, perché se non regge abbandoneremo il Lavoro.
Abbandonare spesso significa morire. L’abbandono è la morte e l’anima risvegliata deve per forza abbandonare la personalità, una personalità che è una moltitudine di cose e che resterà tale se non discipliniamo questi movimenti schiavi dei sensi.
Il seme deve morire a ciò che è, e per rinascere pianta deve trovare la giusta condizione, il giusto terreno di cultura. Ho Detto.

Hermes

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