In questa sezione ci proponiamo di presentarvi alcuni passi di un’opera, La vita divina di Sri Aurobindo, che può aiutare non poco a far comprendere quali sono i sentieri per una Vera educazione integrale che ispirano il nostro cammino ad Altrove. Viene naturale quando si parla di Sri Aurobindo porsi una domanda: è realmente possibile sondare i piani della creazione con una tale maestria e perfezione di visione e dettagli? Trascrivere con il limite che impone la parola scritta il funzionamento e la conoscenza della Macchina Divina? Leggere Sri Aurobindo è come immergersi e sondare nello stesso tempo le profondità buie dell’umana Natura e le altezze luminose della Suprema Coscienza. Il lavoro qui proposto e condiviso è una sintesi dei due volumi The Life Divine di un’opera di circa 1100 pagine, in cui Sri Aurobindo offre una trasposizione in termini, per cosi dire, intellettuali della propria Esperienza. Dalla lettura emerge viva, se pronti, una tangibile esperienza vissuta, toccata con la propria Sostanza e non un vano sapere.
Sri Aurobindo nell’immane lavoro svolto insieme a Mere -la Madre- ci lascia in Dono con la sua Esperienza uno strumento di Conoscenza e comprensione attivo al Servizio dell’umanità tutta.
Sri Aurobindo è sceso in questo piano, come altri maestri e guide dell’umanità, per annunciare la buona novella: la Coscienza-di-Verità, la discesa della Forza Sopramentale.
Buon viaggio a tutti, navigatori.
Hermes
Le due negazioni:
il rifiuto dell’asceta
Se il materialista ha buone ragioni per sostenere la Materia come sola realtà e l’aldilà come totalmente inconoscibile, anche l’asceta ha le sue buone ragioni per ritenere il puro Spirito come la sola realtà, e il relativo come un sogno o un’allucinazione.
La possibilità di una coscienza cosmica nell’umanità sta per essere lentamente accettata dalla moderna psicologia. Nella psicologia orientale essa è sempre stata riconosciuta come una realtà e lo scopo del nostro progresso soggettivo.
Entrando nella Coscienza cosmica, possiamo continuare a dimorare nell’esistenza universale. E, se lo vogliamo, possiamo spingerci più lontano e, dopo aver attraversato molti stadi intermedi, diventare coscienti di una sopramente la cui azione universale è la chiave di tutte le attività minori. Questo Essere cosciente che è la verità della sopramente infinita, supera l’universo e vive indipendentemente non solo nella Sua inesprimibile infinità, ma anche nelle armonie cosmiche. Il mondo vive per mezzo di Quello; non Quello per mezzo del mondo.
E così come possiamo entrare nella coscienza cosmica e unirci a ogni esistenza cosmica, del pari possiamo entrare nella coscienza che trascende il mondo e diventare superiori a ogni esistenza cosmica. Quando la mente passa improvvisamente oltre quelle porte, senza transizioni intermedie, riceve un senso dell’irrealtà del mondo e della sola realtà del Silenzio, che è una delle più poderose e convincenti esperienze di cui sia capace la mente umana.
Nella percezione di questo puro Sé trascendente, o del Non-Essere dietro di lui, troviamo il punto di partenza per la negazione dell’asceta, una vera e propria rivolta dello Spirito contro la Materia: la rinuncia come unica via di conoscenza, l’accettazione della vita fisica come atto d’ignoranza, la cessazione della nascita come giusto modo d’usare la nascita umana.
In pratica, anche lo spirito ascetico è un elemento indispensabile per la perfezione, essendo l’uomo ancora legato a pulsioni animali. Tuttavia, noi cerchiamo un’affermazione più ampia e più completa.
L’aspirazione dell’uomo verso l’alto, verso il divino, non è stata messa sufficientemente in relazione con il movimento discendente del Divino che si china ad abbracciare eternamente la propria manifestazione. Il Suo significato nella Materia non è stato così ben compreso come la Sua verità dello Spirito.
«Io non intendo circoscrivere la grandezza di Sri Aurobindo
soltanto alla nostra èra. Abbiamo avuto filosofi come
Platone, Spinoza, Kant, Hegel — ma nessuno di loro
ha posseduto una struttura metafisica così onnicomprensiva,
nessuno di loro ha mai avuto una simile Visione»
Prof. Frederic Spiegelberg
(Stanford University)