Colui che indossa la moralità come l’abito migliore,
sarebbe meglio stesse nudo.
Il vento e il sole non squarcernno la sua pelle.
E colui che fa dell’etica un limite al comportamento, ingabbia il suo canto.
Il canto più libero non passa tra fili e sbarre.
E colui per il quale l’adorazione è una finestra che si apre e si chiude,
non ha ancora visitato la dimora della sua anima
le cui finestre sono aperte da aurora ad aurora.
La vita quotidiana è il vostro tempio e la vostra religione.
Ogni volta che vi entrate portate con voi tutto il vostro essere.
Portate l’aratro, la fucina, il martello e il liuto,
le cose forgiate per bisogno o per diletto,
poiché nella devozione non potete elevarvi al di sopra delle vostre riuscite,
né cadere più in basso dei vostri fallimenti.
E prendete con voi tutti gli uomini,
poiché nell’adorazione non potete volare più in alto delle loro speranze,
né umiliarvi oltre la loro disperazione.
Se volete conoscere Dio, non siate dunque solutori di enigmi.
Piuttosto guardatevi intorno e vedrete Dio giocare con i vostri bambini.
Guardate nello spazio, e vedrete Dio camminare sulla nube,
aprire le braccia nel lampo e scendere nella pioggia.
Vedrete Dio sorridere nei fiori, e nelle cime degli alberi,
vedrete il fremito delle sue mani.
Opera poetica di Kalil Gibran
Immagine di apertura ad opera di Matteo Massagrande