Uno dei più grandi errori mentali che, dall’inizio e per molto tempo a seguire, accompagna coloro che scelgono di impegnarsi in un Lavoro di Risveglio volto allo sviluppo della propria Cosxienza, è relativo a ciò che si concettualizza e si etichetta come “io”, “ego”, “personalità”, e qualsivoglia sinonimo.
Tutti questi nomi, queste etichette, che spesso dimentichiamo essere null’altro che concetti e idee di cosa crediamo o di come dovremmo essere, fondamentalmente indicano e conducono alla medesima cosa: la struttura psicologica da trasformare, dalla quale ognuno di noi comincia il proprio viaggio personale.
Questi movimenti, a differenza di quanto si crede, si rivelano, se conosciuti, pura Cosxienza condensata. Nasciamo così per eredità animica, prima che transgenerazionale, psicogenealogica e sociale: arriviamo in questa scuola, che è la Vita, per evolvere e perfezionare la nostra Cosxienza condensata e strutturata in qualcosa che definiamo “io”.
Dalla nascita all’adolescenza sviluppiamo, per naturale evoluzione, una struttura psichica ben precisa che definiamo per convenzione “io”. Si tratta di una struttura formata da una serie di credenze, convinzioni, preferenze, avversioni, che in larghissima parte risulta poi essere una summa dei talenti e degli irrisolti della nostra stirpe di origine.
Queste “tendenze” ci vengono trasposte e trasmesse dai nostri genitori, e si attivano man mano per reazione agli eventi della vita a cui siamo esposti nel corso della nostra esperienza quotidiana. Parliamo di vere e proprie celle psichiche, le quali in potenza già racchiudono lo schema che poi, una volta attivato, andremo a sperimentare e a vivere nel corso della nostra esistenza.
Questo atto si esprime in eventi, esperienze e processi di Vita verso i quali, per ignoranza, non abbiamo ancora sviluppato coerenti e funzionali sistemi di bilanciamento di carico della pressione e della costante tensione emotiva a cui siamo sottoposti.
Siamo una macchina DIVINA, e come tale siamo soggetti a revisioni e aggiornamenti continui ma, chiusi nell’ignoranza, nella presunzione e nell’orgoglio, ci diciamo che siamo fatti così, siamo nati per soffrire, siamo nati per patire, siamo nati per combattere o perire. Si sa: il mondo è grande e fa paura. Una credenza questa che accomuna tutto il genere umano, ma che ha presa solo se si è in superficie, identificati nella macchina biologica. […]
Il fenomeno per il quale noi diventiamo una credenza, una preferenza, un’avversione, senza ricordare di esserne i creatori e mai la conseguenza, ha un nome ben preciso: Identificazione. Sicché la mia identità, di volta in volta e in virtù di quale aggregato o preferenza si instauri in me, si IDENTIFICA e si frammenta. Ora sono l’ambizione che vuole il potere, ora sono l’impotenza che vuole fuggire. Ora sono la mente che pianifica, e poco dopo la sua confusione, e poco dopo ancora l’idea fulgida che vuole creare. […]
L’uso automatico del pronome “io” mi addormenta nel meccanismo, per cui divengo, nella reiterazione, letteralmente quello che “io” sta sperimentando: mi identifico dunque nella sua credenza, tendenza, preferenza o avversione. E allora? Sono in ipnosi e… buonanotte, dormo.
Dopo anni di esperienze nel sonno, confondo la vita e la realtà con le credenze accettate e condivise da tutti. Mi conformo a modelli sociali “preconfezionati”; identificato nella mia arroganza e nel mio orgoglio mi ostino a credere e a mostrarmi proprio l’esatto contrario. Ma qui parliamo di me stesso, della mia vita, dei miei sentimenti, della mia famiglia, del mio lavoro, non può essere tutta un’illusione, e poi lo fanno tutti, lo credono tutti… mi schiero ancora per abitudine con le masse e mi conformo ad esse, sono nel gregge, divengo una pecora.
Hermes
Sintesi e Frammenti di Pensiero Vivente, Vol. III: Omeostasi Superior, Sei Altrove Edizioni [link libro]