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LA MORTE, LA VITA, IL BENE, IL MALE… SECONDO GIULIANO KREMMERZ

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QUESTE SONO PAROLE ELASTICHE: LA MORTE, LA VITA, IL BENE, IL MALE, CHE COSA SONO PER GLI ERMETISTI CHE SI DANNO ALLO STUDIO DELLA MEDICINA?

 

     – Eccomi ad accontentarvi.
     Se un viaggiatore ascende il dorso di una montagna e dalla sua pendice guarda le casette nascoste nella valle senza sole e senza aria, dirà: l’uomo che come il bruco si è scavato la tana nel profondo della roccia, non vede il sole e non respira l’aria che io respiro.
     Così l’uomo progredito di fronte al suo simile, ancora vivente della vita della materia. Così nella società volgare nelle lettere umane di fronte all’analfabeta. Così in noi e fuori di noi.

Ora gli ermetisti devono considerare la esistenza umana di un punto da un punto di vista che non è l’ordinario da cui tutti gli uomini mirano lo spettacolo delle miserie quotidiane.
     La vita è per noi non un fenomeno chimico o di un’elettricità speciale della materia in speciali condizioni, ma lo stato di essere (2) (Manca nella lingua umana la parola adatta.) della nostra eterna natura angelica involuta, cioè maritata con la materia grave.

     La morte per noi è il sonno che ci prepara una novella fase della ininterrotta esistenza eterna, è la notte che precede ciò che gli spiritisti chiamano una incarnazione nuova, è una necessità ineluttabile, è un bisogno per rifarci da capo, come è un bisogno il sonno, come è una necessità la notte.

     Il Bene non è ciò che piace, ma quello che ci fa spiritualmente avanzare, che ci evolve, cioè che ci toglie dall’atroce schiavitù della materia. Il dolore, la lotta aspra, il pianto, lo spasmo, possono essere un bene.  Questo è il grande significato del sacrificio della redenzione e del simbolismo della Via crucis cristiana.

     Il male – viceversa – è la seduzione, è l’orgoglio, lo spirito di divisione che separa i fratelli e, fisicamente, è lo squilibrio che regna fra i due principi formanti l’uomo (spirito e materia) e che genera la loro separazione prematura. Il medico ermetista non si commuove della relatività dei fenomeni, ma li guarda e li considera nella loro evoluzione e nella loro finalità. Egli cura il male e lo guarisce, ma se il dolore è un bene, egli non fa che abbreviarne più intensamente la durata.

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Giuliano Kremmerz

tratto da Risposte ad un aspirante Ermetista (leggi qui)

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