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GLI SPIRITI ELEMENTARI SECONDO GIULIANO KREMMERZ

In italiano e negli scritti italiani di magia e affini storicamente non esistono che spiriti elementari. Gli occultisti francesi con a capo “Papus” adoperano il termine “elementare” per indicare il residuo fluidico dell’uomo dopo la morte, ed “elementali” per indicare gli esseri intermediarii tra il mondo fisico e l’intellettuale e cioè gli spiriti degli elementi: teoria che io non posso seguire, perché non faccio della filosofia astratta.
Considerate che dal punto di vista filosofico, precedentemente al XIX secolo e prima della Rinascenza, il mondo si riteneva composto di 4 elementi: aria – terra – acqua — fuoco. Il vero significato degli “elementari” è quindi: “spiriti degli elementi” e avremmo dunque 4 categorie di “elementari”.
Però, se modernamente, è nato lo “spiritismo” la parola “spirito” non è più quella italiana di un tempo. – Nella nostra tradizione italiana, “spirito” dev’essere considerato come la cosa che circonda ed anima una determinata virtù.

Per esempio, respirate in chiesa una grande aura di devozione e vi dite: pare che spiri o regni lo spirito di Cristo; e cioè non già l’anima, ma l’aura dell’insegnamento del Cristo, della carità, ecc.
Nel linguaggio comune italiano si dice: io sento lo spirito della rivoluzione. – È chiaro che non è lo spirito disincarnato, ma l’aura, il senso, dirò l’odore di questa qualcosa che diciamo spirito. Da noi, dunque, la parola spirito è altra cosa. – E per “spirito elementare” nelle nostre discipline magiche intenderemo appunto quel consenso di virtù attribuito a una determinata cosa.
Gli spiriti del fuoco danno il calore – quelli dell’aria tendono alla variabilità e al movimento -e così via per gli altri.

In un’epoca un poco posteriore, e cioè al tempo dei neoplatonici romani (Pomponazio – Borri) questi “spiriti elementari” cominciarono ad essere personificati, ovvero determinati a forma di figure, ed allora si ebbero gli “gnomi” (spiriti terreni), i “silfi” (quelli dell’aria), le “salamandre” (del fuoco), le “ondine” (dell’acqua); termini attinti a fonti non italiane.
Il senso riposto e veramente filosofico italiano di ciò che ne dice il Borri, dal punto di vista italiano, può riferirsi anche agli esseri viventi che han condizioni spiccate per una determinata cosa. Per esempio, un agricoltore attaccato alla sua terra dalla quale trae la sua esistenza, perché non può essere uno gnomo, se in lui vi è un elemento specializzato (terra)? I francesi per “elementali” vogliono evidentemente riferirsi alle forme d’influenza, alla manifestazione di uno spirito degli elementi. – Esempio: tutto ciò che da fuoco moralmente, materialmente conserva in sé un’aureola precisa: lo spirito elementare del fuoco. Si dice: quell’oratore parla con fuoco, il che va spiegato come sopra.
Tutte queste forme più o meno poetiche hanno infatti una secondaria graduazione: quella di determinare un’aura di secondo tempo, che noi abbiamo chiamato influenza.
Così nelle lunazioni noi crediamo che l’astro determini una forma volitiva su una certa medicina. – Viceversa la cosa va considerata come un’espansione di aura.
Gli “elementali” francesi, corrispondono dunque alle nostre influenze, e cioè a specifiche tendenze che cose materiali o immateriali possono determinare come azione sugli altri.

Da autori stranieri, dopo che il Borri ed altri han scritto di gnomi, di salamandre, ecc, si è cominciato a concepire l’idea che il mago possa creare a suo beneficio, o a beneficio altrui, degli esseri di una potenzialità elementare, per determinare un fenomeno più che un altro. Questo è verità; ma in linguaggio nostro noi chiamiamo “genio” tutto quello che è creazione vitale di un mago.
Genius, da generare. I fattori della creazione di un genio sono:
1° – il magnetismo animale individuato in una creazione soggettiva;
2° – l’atto volitivo o l’atto di fede.

Esempio: una cappella in campagna con una quadro della Madonna.
Un mago comincia a far credere a un miracolo. – Egli avrà creato il “genius loci” e quindi quella cappella con tale forma di pubblicità diventerà fede in un fatto creato. – Questi geni sono temporanei e finiscono col finire dell’opera.

3° – la terza categoria appartiene anche a Geni creati dal mago non con la magia naturale, sibbene unendo forze ed elementi naturali a un mondo eonico che non è in contatto con tutti. Una catena può creare un elementare potente per magnetismo sviluppato nella catena e per atto di fede fuori di essa.
Se nella catena magnetica può entrare un Eone, si può avere una manifestazione superiore con la quale si entra nel campo della 3a categoria.

La proiezione delle forme mentali all’esterno appartiene alla creazione dei geni.
Se arrivate a proiettare un’immagine concepita e perfezionata in voi, a esteriorizzarla, la creazione del genio è concreta e fatta.

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Giuliano Kremmerz

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Tratto da iniziazioneantica.altervista.org


Immagine in apertura: David lo gnomo su un’altalena, di Rien Poortvliet (Fonte: Pinterest)

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