PARTE 1
Oggi il mondo ci costringe ad accettare, almeno intellettualmente, la connessione che c’è tra noi e il fatto che siamo interconnessi e dipendiamo gli uni dagli altri. È proprio partendo da questa Verità, che sempre più individui stanno comprendendo quanto è urgente fermare la follia che ci circonda e che inconsapevolmente, fintanto che versiamo nell’ignoranza, contribuiamo a creare ed alimentare. Ciò nonostante, l’attuale risposta da parte di chi ha compreso questa Realtà è ancora superficiale, inadeguata alla complessità della sfida che questa presa di Cosxienza pone bene in evidenza. Molte generazioni di umani, nei millenni, per esigenze evolutive e spesso pratiche, hanno sviluppato, staticizzato e poi totalmente mentalizzato il modo attuale di essere, perdendo di vista la vera natura delle cose. La ripetizione sistemica dei modelli di comportamento, dei dogmi, dei concetti e delle idee preconfezionate ispirate all’etica e alla morale e il conseguente modo di porsi con gli altri e con il mondo hanno privilegiato l’illusione in cui versiamo. Questo processo può sembrare che abbia perso di vista l’evoluzione stessa, ma se visto sotto una Luce più ampia è servito proprio a mostrarci che questa strada è arrivata in un vicolo cieco.
Nel Reale il tempo è irrilevante per come si concepisce normalmente, in questi processi evolutivi il tempo cronologico e psicologico è solo uno degli infiniti moti possibili: credere che esista solo questo “tempo” è mera follia: un’illusione.
Il pensiero fu un aiuto e oggi si rivela l’ostacolo da superare.
Il pensiero partorisce concetti (le religioni come gli stati sono macroconcetti ad esempio) che accettati e ripetuti nei secoli decretano e stabilizzano una serie di regole e di leggi che si rivelano col tempo, grazie all’aspetto evolutivo e all’impermanenza, esauriti, obsoleti e anacronistici.
Non restando al passo con i cicli di rinnovamento che la Vita propone e non accettando questo flusso che da sempre si manifesta, si crea un’illusione di permanenza che si sostituisce alla Realtà. Sicchè, restando attaccati a questi macro concetti (pensiero ordinario) non si accede a fasi successive, rimanendo relegati alle idee che definiamo valori, delegando la mente razionale di provvedere ad aspetti vitali e fisici (paura della morte) che risultano essere privati della propria natura calda, intuitiva ed essenziale (Amore) in contatto stabile con la Vita.
È come far pensare un cane con il cervello di un umano logico e razionale: farà fatica a cogliere la realtà vista la sua indole istintiva e puramente animale rivolta esclusivamente alla procreazione e alla sopravvivenza.
Sarà forse sotto il naso di tutti che il mondo attuale così evoluto, con tutte le guerre, le carestie, le sofferenze e le morti di bambini si basa proprio sulla vita di un cane o di un qualsiasi altro animale che collochiamo in una scala inferiore dell’evoluzione?
Chissà! Forse un attimo di discernimento basterebbe a far nostra questa Realtà così evidente eppure così difficile da accettare.
Tuttavia la mente nella sua logica decreta che l’uomo è una scimmia evoluta e non pensa mai che forse siamo il prodotto di questa scimmia e che la stessa scimmia è ancora ben presente in noi, e non solo come scimmia…
La scimmia anela ad essere riconosciuta e integrata; è forse ora.
Eppure l’illusione dilaga, viene farcita e presentata in mille e mille modi, diversa in superficie, ma se si guarda in profondità resta sempre la stessa, da millenni uguale a sempre: un gioco delle parti basato su mezze verità e mezze bugie veicolate ad arte da un potere in mano a pochi a discapito di molti. Un potere che spesso si definisce occulto, ma che di occulto, per chi vuole realmente vedere, ha ben poco.
È la nostra paura che ci impone di guardare la frammentazione e non l’insieme. L’illusione è un po’ come l’etere: c’è ma non si vede.
L’etere si “vede” se si è aperti all’invisibile e alla Magia dell’Essere, lo stesso vale per le illusioni e le suggestioni.
Un’illusione, visti i travagli evolutivi da cui proveniamo (basta guardare gli ultimi cinquemila anni), basata principalmente sulla divisione, sulle guerre e sulla mentalizzazione della paura; la paura della morte, che condiziona ancora oggi ogni possibile libera scelta.
Arriviamo ai giorni nostri, dove il sogno di libertà democratica e di globalizzazione si rivela sempre più una chimera, un’utopia con le fauci di un mostro che tutto ingloba. Un mostro ingordo, avido, che ha sete di controllo e di potere a cui vengono affidate per abitudine e per paura miliardi di vite.
La mente ordinaria che definiamo di ragione è anche questo: ma dov’è finita la ragione, dove si è nascosta l’infinita Saggezza umana acquisita nei millenni?
C’è un’ammissione da fare, con umiltà e sincerità: nel sistema attuale siamo asserviti per abitudine alla schiavitù di un “potere centralizzato” che presume di garantire un’ipotetica sicurezza, che predica la perenne scarsità, che sfocia molto spesso in privazioni e sopravvivenza e che a furia di credere che questa è l’unica vita possibile, lentamente e inesorabilmente, ci ha condotto a dimenticare la nostra essenziale e vera natura; abbiamo dimenticato per il vizio di sopravvivere cosa significa Esistere ed Esseri Liberi.
Continua…. Hermes
Tratto da un Diario del 25 Aprile 2015