Il nostro stato psicologico naturale, nello stato di “sonno”, è il prodotto della frammentazione in differenti strutture psicologiche dell’unità originaria che siamo in Realtà. Queste strutture di aggregati, come abbiamo già visto, per auto-conservazione si “pensano” molto astutamente con il pronome io.
Tali strutture psicologiche, come tutte le forme dotate di un’avanzata o di una rudimentale Cosxienza, tendono a voler sopravvivere il più a lungo possibile; negli esseri umani, un mezzo che si subisce sistemicamente e che si rivela efficacissimo a tale scopo è il condizionamento meccanico cellulare, che si esprime con la chimica e che viene innescato dalle impressioni ed elaborato dagli stessi pensieri. Le strutture psicofisiche e metafisiche che in noi diventano “io” sono un agglomerato di tutte e tre le macro polarizzazioni di cui è costituita la nostra Natura Terrestre: la mente con i pensieri, il corpo fisico con l’istinto ma soprattutto il vitale con i sentimenti e le emozioni.
Sono proprio le emozioni, tramite i DESIDERI ed il piacere, il perno su cui si gioca l’intera sfida: sono proprio le emozioni l’elemento che permette il perdurare indefinito di queste strutture all’interno di noi.
Quando un “io” prende il controllo della nostra totalità, avvengono in cascata una serie di “magie”.
I pensieri legati a questo “io” (mente) innescano e interagiscono nella chimica (vitale) del nostro corpo in modo immediato, e a seguire vengono rilasciati altrettanto istantaneamente ormoni e neurotrasmettitori o impulsi elettrici, che vanno ad agganciarsi ad una molteplicità di cellule neuronali dell’organismo modificandone meccanicamente struttura e funzionamento (fisico). Questo meccanismo è valido anche per ciò che definiamo malattia o patologia. Quando questo circolo vizioso supera una certa soglia si cristalizza come una risposta, un modo d’essere che sviluppa un’abitudine creando una vera e propria dipendenza emotiva. A questo punto il gioco è fatto, sono le stesse cellule neuronali dell’organismo, ovvero il corpo fisico, tramite le impressioni sottili, a bramare i neurotrasmettitori per ricevere cibo; la chimica da cui sono dipendenti e a cui si sono abituate. Questo processo si ripete meccanicamente (mente fisica) grazie alla chimica bioelettrica (mente vitale) attraverso i sensi di superficie con l’immissione nel nostro corpo fisico di particolari sostanze che vengono decodificate dal nostro sistema percettivo (mente di pensiero) come emozioni.
Questo dunque è un è un FATTO PRATICO, come lo è una dipendenza da droghe.
Il corpo fisico sviluppa per ISTINTO un modo di sopravvivere e dare di nuovo alle cellule neuronali il cibo a cui si sono abituate. Nell’istinto umano si sviluppano, in virtù dell’esperienza in essere, due Forze-Cosxienza molto potenti: Paura e Rabbia.
La paura di non sopravvivere, di morire, di non farcela, che per risonanza si esperisce come “fuga”in tutti i piani dell’Essere trasformandosi man mano che si sale in rigidità emotiva, impotenza, aridità, blocco espressivo e così via. La rabbia invece, crea il nemico esterno da combattere (attacco), che risuonando in tutti i centri di Cosxienza diviene compulsione, prepotenza, dipendenza, verbosità, illusione e così via.
Pertanto nell’ottica del Lavoro, quello che si realizza è che proprio dalla mente fisica che originano tutti i movimenti che sperimentiamo in superficie. Il corpo fisico, le cellule stesse spingono meccanicamente tramite le sensazioni al comando e al controllo del Campo di Energia in virtù di quale emozione siamo in quello specifico momento, quale “io” può scappare o attaccare o può placare questa brama emozionale divenuta col tempo sconosciuta e sempre più incontrollabile.
Il processo acquisisce una deriva inerziale sempre più forte, fino a quando l’essere umano naturale cede, e ritorna a dare il controllo all’“io” di turno che riprodurrà di nuovo, attraverso i suoi pensieri ed i suoi comportamenti, quei neurotrasmettitori e quelle sostanze chimiche di cui le nostre cellule, dipendenti e assuefatte, bramano approvvigionarsi. Il circolo vizioso col passare del tempo si rinforza, si staticizza, si congela e si cristallizza in una personalità di facciata che si definisce “io”….
Continua…
Hermes