Pensiamo che la Vita possa finire,
ma LEI è sempre lì
presente in qualcos’altro…
così diversa che spesso la chiamiamo Morte…
Brano letto nel corso della rubrica “Gli Altronauti”, all’interno della trasmissione “Il Coraggio delle Idee” su Radio Gamma 5 il 28 Aprile 2017.
Se accedo alla mia trasformazione e al mio Risveglio creo le condizioni per un mondo migliore.
Tuttavia per Essere strumenti di cambiamento dobbiamo immergerci nelle cause e non più negli effetti e le cause sono molteplici e sono strettamente correlate al nostro Lavoro Interiore. È questo nostro Lavoro che le sta portando in superficie, le sta rendendo consapevoli, visibili, manifeste. Esse non sorgono dal nulla. Sono dentro di noi, siamo nati così, ed ora risaltano ed emergono come conseguenza del Lavoro svolto. Esse divengono nel procedere sulle Orme della Vita causa ed effetto della nostra azione di portare Luce nelle ombre meccaniche dei nostri affollati spazi interiori.
Siamo dunque pronti in questo inizio di Intensivo per conoscere tutte quelle tensioni, torsioni emotive, che limitano una concreta azione. Nell’attimo in cui inizia questa fattiva trasmutazione, insieme se uniti siamo chiamati ad immergerci nell’invisibile e abbandonare la superficie e la forma.
Guardiamo dunque come possono risultare utili tutti i nostri difetti e le nostre pene.
Bene, mettete maschera e pinne intanto: ci immergiamo.
Al livello più superficiale, le tensioni emozionali di basso profilo energetico che sentite dentro di voi sono una esatta misura della distanza, del velo, che esiste ad ogni istante tra la personalità automatica e l’Essere Interiore Reale, cioè la vostra Anima. Più siete distanti da ciò che siete davvero, e quindi dalla vostra missione da compiere su questa Terra, più questa tensione vi mostra, spesso in modo sofferente ma cristallino, l’unico modo che risulta essere in grado di scuotere il vostro apatico torpore da risultare, anche se si fa finta di non vedere e sentire, non arginabile. Questa tensione emozionale come un’ombra accompagna ogni essere umano che non ha intrapreso un reale e responsabile percorso di comprensione di se stesso, perché di fatto rappresenta l’immagine stessa, l’ombra, della sua divisione interiore.
Brano letto durante la rubrica radiofonica Gli Altronauti, all’interno della trasmissione Il Coraggio delle Idee su Radio Gamma 5, venerdì 21 aprile 2017
… Continua dalla terza parte
Perché lavoriamo insieme. Sentiamo che se non partecipiamo a certe condizioni saremo presi dalle abitudini e dalle circostanze meccaniche della Vita, e in esse perderemo poiché veniamo assorbiti dai mondi di superficie. Forse qui, insieme, sarà possibile sperimentare condizioni in cui potrà apparire in noi e attorno a noi un’energia Superiore che ci preservi e disciplini.
Insieme, allora ci assumeremo la Responsabilità di Servirla e far si che questo seme sbocci e generi nel mondo.
Dobbiamo comprendere la necessità di lavorare con gli altri, e che gli altri sono necessari per noi quanto L’Insegnamento stesso che tramite la Madre Divina viene proposto.
Nei momenti difficili si pensa che sarebbe più facile lavorare da soli, non con tutte queste persone intorno, non in queste condizioni. Questo pensiero dimostra una totale mancanza di comprensione della nostra Via, e afferma ancora la necessità di liberarci dell’ostinazione, che non ha niente a che fare con la vera volontà di andare oltre i limiti e le difficoltà, pensieri, soliti pensieri erranti. Necessitiamo di uscire dalL’angusto cerchio di pensieri e sentimenti in cui siamo attualmente rinchiusi. Utile fuggire dai vecchi schemi, dai mille COMPROMESSI, per avere la possibilità di avvicinarci a un altro mondo e di esistere in modo differente. A questo scopo, sono necessari degli sforzi che maturano, nel lasciare andare il vecchio, nel morire Cosxientemente e sviluppare nuovi compromessi.
Ci raggruppiamo perché ognuno di noi sente la necessità di diventare innanzitutto consapevole di sé.
Finché sono quel che sono (cioè penso come penso e sento come sento) non conoscerò niente di Vero, niente di Reale. Devo diventare consapevole del mio modo di pensare e sentire, che condiziona tutte le mie azioni. DEVO CONOSCERMI. DEVO COMPRENDERE COME FUNZIONO.
Questo è lo sforzo che da alcuni anni mi prodigo 25 ore al giorno a FARE: educarmi a CONOSCERMI.
Brano letto durante la rubrica radiofonica Gli Altronauti, all’interno della trasmissione Il Coraggio delle Idee su Radio Gamma 5, venerdì 14 aprile 2017
… Continua dalla seconda parte
Diciamo di essere nel Lavoro. Cosa significa? Il Lavoro è un’Energia Essenziale e particolare, sostenuta da una forma di energia che può essere toccata ed utilizzata totalmente solo da una persona integra, un Individuo. Questa corrente all’inizio consiste in un nuovo approccio di pensiero, segue poi un nuovo moto di sentimento coeso ad una rinnovata azione. In sintesi il Lavoro induce una sorta di inibizione della reazione meccanica con cui normalmente ci relazioniamo con la vita, producendo un’azione di Qualità consapevole e disciplinata: una nuova padronanza. L’energia sviluppata passa dallo sperpero abitudinario ad essere veicolata in esperienze autentiche che con la pratica divengono spontanee e creanti.
Il singolo individuo, se già INTEGRATO INTERIORMENTE, può di certo sviluppare un mirabile Lavoro di manifestazione e creazione che incide sulla propria Realtà individuale, ma che energeticamente, all’inizio, risulta essere limitato alle Realtà collettive. Dare uno slancio attivo che operi anche sull’aspetto “macro” collettivo richiede un Lavoro comune, una cooperazione di gruppo per generare qualcosa di più ampio: come una catena di Esseri che cercano di essere più Cosxienti i cui sforzi si assistono gli uni con gli altri. Ecco cosa è oggi il Centro “Sei Altrove”.
Ogni individuo che si unisce alla catena deve trovare il proprio posto, un RUOLO, un luogo dentro di SÈ stabilito in base all’utilità del momento. Poi, a seconda della sua Sostanza, del suo atteggiamento e delle sue azioni, o l’individuo mantiene e vivifica la catena nel punto in cui funge da anello, eppure scompare e non vi partecipa più.
Brano letto durante la rubrica radiofonica Gli Altronauti, all’interno della trasmissione Il Coraggio delle Idee su Radio Gamma 5, venerdì 7 aprile 2017
… Continua dalla prima parte
Una Vera Conoscenza che fa la differenza, non più basata sulla dualità dei fenomeni e dei movimenti ma che racchiude in LEGGI UNIVERSALI perfette un unico movimento che include e contiene sempre i doppi processi, sia questi di natura mentale, fatti di pensieri e concetti, sia di natura vitale fatti di emozioni e sentimenti, sia di natura fisica fatti di istinti e pulsioni.
Si necessita di approcciarsi alla vita con un rinnovato strumento.
Un pensiero Retto e Amorevole è un pensiero sferico, circolare, che si SERVE e utilizza come strumento una mente Superiore, Intuitiva, Ispirata e Rivelatrice che nell’Autodiscernimento tende sempre all’insieme, all’unità, all’Unione, all’Amore.
Una nuova Cosxienza che contempla e contiene questo inarrestabile processo EVOLUTIVO è già qui, un retto pensiero e un PURO sentimento sono già qui, una Pace e un’immobilità imperitura sono già qui, un’Aspirazione costante è già qui, ma dove qui?
Proprio dentro di TE.
La tua evoluzione è già in te, è REMOTA, ed è solo la tua costante ignorante arroganza che vela e limita ciò che da sempre già SEI.
Questo brano è stato letto e commentato durante la rubrica radiofonica Gli Altronauti, all’interno della trasmissione Il Coraggio delle Idee su Radio Gamma 5, venerdì 31 marzo 2017.
Questo è un Lavoro di sintesi.
Fare una sintesi equivale a concretizzare gli eventi e le dinamiche che più hanno contraddistinto e informato i movimenti sperimentati in questo scorcio temporale della tua Vita.
In sincerità prova a Ricordare quanto finora hai conosciuto di te poiché oggi tu sei la sintesi di questo Ricordo.
Questa è Educazione Integrale.
Lo Scopo di ogni uomo è di perfezionarsi e progredire: Evolvere. L’uomo comune non ha Scopo, vive la propria vita vittima degli eventi, sonnecchia e sogna fluendo nella ripetizione sistemica identificato nel ruolo che recita, non ha nessuna altra attenzione che non sia rivolta al piacere-felicità o al dispiacere-sofferenza. Un funzionamento meccanico dualizzato accettato come unica realtà possibile, che informa e staticizza in serie masse incoscienti di animali pensanti che potremmo racchiudere in un unico modello.
Intinto nella menzogna questo modello di essere umano consuma la sua non vita oscillando tra idealizzazioni di successi e possibili fallimenti, misti di aspettativa e ansie da prestazione, intrisi nell’irriducibile senso di colpa, oscillando tra rimpianti e rancori passati o sogni e idealizzazioni future.
Il Florilegio Ermetico è una nuova Rubrica dell’Angolo di Hermes, che trova la propria Ragion d’Essere nella necessità di condividere momenti di ispirazione, profonda introspezione e saggezza ricavati dalle opere pubblicate a partire dalle trascrizioni delle lezioni, degli incontri e dei carteggi che Hermes, la Guida del Centro Altrove, sviluppa con gli allievi tutti.
Una buna ed ispirata lettura a tutti voi dunque,
e Grazie
PARTE 3
Per essere pronti a una Responsabilità collettiva e sociale, dovremo essere spietata-mente onesti con noi stessi, per assumerci la Responsabilità di rischiare senza paura i nostri pseudo agi e comodità pur di non cooperare con l’ingiustizia e lo sfruttamento perpetrato sistematicamente verso i nostri simili e principalmente verso il pianeta.
La maggior parte degli individui oggi, in questo caos di frammentazione sistemica, non sa qual è il senso della propria Vita e quali sono le azioni più importanti da com-piere.
Si seguono le mode e tendenze, si muta centro d’interesse secondo i dettami e gli schemi imposti dalla famiglia, dalla società, lasciandosi guidare dalle immagini create dalla mente, dai media o da personali ambizioni e superficiali desideri di essere meritevoli, utili e servizievoli.
Poiché si è abituati a vivere in superficie e a temere le profondità, i pensieri e le azioni che si dedicano all’insieme, alla famiglia, al gruppo, all’organismo, all’umanità, sono poco profondi, simili a fragili contenitori che si incrinano e si spezzano facilmente.
Alla fin fine, la maggior parte degli uomini comuni si preoccupa oggi, per abitudine, soltanto della propria meschina esistenza, della collezione di piaceri sensuali, dei ful-gidi processi volti alla sicurezza e al successo, della salvezza personale e dell’ansia per la malattia e la morte, piuttosto che dell’infelicità creata dalla propria ignoranza, dall’indifferenza e dall’insensibilità generali che ne derivano.
PARTE 2
Abbiamo per abitudine scambiato la Libertà per l’autonomia e l’indipendenza, e la manipolazione dei sentimenti e delle emozioni per Amore.
In questo stato di ipnosi di massa non compiamo (e ancor meno prendiamo in considerazione) azioni che minaccino la nostra pseudo sicurezza o alterino la nostra abitudine a vivere “tirando avanti” salvaguardando i piccoli “orticelli” (famiglia, casa, lavoro, ferie, conto in banca) che ci permettono al massimo di sopravvivere, sperando che qualcosa prima o poi cambi.
Se continuiamo a far finta che tutto ciò sia normale, perseverando a vivere con noncuranza e indifferenza, badando solo all’utile privato e alla mera soddisfazione personale che mai è e mai sarà paga, in realtà in questo tempo di rinnovamento, stiamo scegliendo il suicidio non solo nostro ma dell’umanità.
Il Florilegio Ermetico è una nuova Rubrica dell’Angolo di Hermes, che trova la propria Ragion d’Essere nella necessità di condividere momenti di ispirazione, profonda introspezione e saggezza ricavati dalle opere pubblicate a partire dalle trascrizioni delle lezioni, degli incontri e dei carteggi che Hermes, la Guida del Centro Altrove, sviluppa con gli allievi tutti.
Le cose sorgono da sole, portate dalla corrente della Vita, poichè la vita ci precede e ci succede. Non c’è un prima nè un dopo, solo la Vita stessa.
La Comprensione arriva soo quando lo Spirito è quieto”
Hermes
PARTE 1
Oggi il mondo ci costringe ad accettare, almeno intellettualmente, la connessione che c’è tra noi e il fatto che siamo interconnessi e dipendiamo gli uni dagli altri. È proprio partendo da questa Verità, che sempre più individui stanno comprendendo quanto è urgente fermare la follia che ci circonda e che inconsapevolmente, fintanto che versiamo nell’ignoranza, contribuiamo a creare ed alimentare. Ciò nonostante, l’attuale risposta da parte di chi ha compreso questa Realtà è ancora superficiale, inadeguata alla complessità della sfida che questa presa di Cosxienza pone bene in evidenza. Molte generazioni di umani, nei millenni, per esigenze evolutive e spesso pratiche, hanno sviluppato, staticizzato e poi totalmente mentalizzato il modo attuale di essere, perdendo di vista la vera natura delle cose. La ripetizione sistemica dei modelli di comportamento, dei dogmi, dei concetti e delle idee preconfezionate ispirate all’etica e alla morale e il conseguente modo di porsi con gli altri e con il mondo hanno privilegiato l’illusione in cui versiamo. Questo processo può sembrare che abbia perso di vista l’evoluzione stessa, ma se visto sotto una Luce più ampia è servito proprio a mostrarci che questa strada è arrivata in un vicolo cieco.
Nel Reale il tempo è irrilevante per come si concepisce normalmente, in questi processi evolutivi il tempo cronologico e psicologico è solo uno degli infiniti moti possibili: credere che esista solo questo “tempo” è mera follia: un’illusione.
Il pensiero fu un aiuto e oggi si rivela l’ostacolo da superare.
Il pensiero partorisce concetti (le religioni come gli stati sono macroconcetti ad esempio) che accettati e ripetuti nei secoli decretano e stabilizzano una serie di regole e di leggi che si rivelano col tempo, grazie all’aspetto evolutivo e all’impermanenza, esauriti, obsoleti e anacronistici.
“Questo è l’anno della trasformazione. Se vai al di là dell’aspetto, della forma delle cose, c’è l’azione che consente di cambiarle. Sii presente in ciò che fai, in ciò che vuoi, in ciò che dici, in ogni occasione e in ogni momento, fa spazio alla tua Anima e lascia che ti guidi nell’azione che tras-forma. […] Quando arriviamo ad applicare alle attività pratiche il Lavoro di Presenza, siamo condotti da un desiderio irresistibile del miracoloso. Come mettere in relazione il miracoloso e la Vita? Attraverso l’azione cosciente. Quando prendiamo in considerazione le azioni, non pensiamo mai che possano essere radicalmente differenti al loro interno, nella qualità. Pensiamo sempre allo scopo, al risultato, e mai all’azione in sé. E’ la qualità della forza che entra nell’azione a condizionarla, a renderla automatica o creativa. Più mi focalizzo sulla mia tras-forma-azione e più resto presente al mio scopo. Un miracolo di Fede.”
Che la vostra fede sia pura, candida e perfetta. Una fede egoista dell’essere mentale e vitale, colorata dal desiderio per le meschine soddisfazioni della natura inferiore, è una fiama bassa e fumosa che non può innalzarsi diritta verso il Cielo.”
Tratto da: Oltre il Tempo e lo Spazio, Lume IV, Dispensa di Lavoro del Gruppo Altrove
“Durante il corso della Vita, prima o poi ci capita di dover affrontare prove difficili. A volte ci sembra quasi di finire in un pozzo nero e oscuro, in una specie di limbo senza una apparente via d’uscita. Un luogo buio da cui dovremo da soli trovare il modo di uscire, così come dovremo trovare il modo d’uscire dalle paure e dal nostro egoismo che ci riconduce sempre nelle stesse dinamiche. Questi processi sono molto spesso esami che la Vita ci one e che ci mettono faccia a faccia con la nostra parte oscura, rivelandoci il nostro Essere più segreto e profondo che ci fa sperimentare, tramite la nullificazione, la sofferenza, la solitudine, l’abbandono e la paura di morire, cosa significa davvero essere Vivi e Liberi.”
“Senza aver pacificato, rettificato e domato il turbinio compulsivo proprio della sensualità dell’essere vitale, non potrete mai avere una relazione autentica. Senza aver domato le vostre pulsioni, la vostra bramosia, senza aver trasformato il possesso, non potrete accedere ad una relazione basata sulla Libertà e sull’Autenticità. La relazione essenziale di coppia non è da intendersi solo come l’associazione terrestre di un uomo e donna allo scopo di formare una famiglia elettiva o innovativa. La coppia è in verità la rappresentazione microcosmica di una realtà macrocosmica. […] E’ la rappresentazione tangibile e visibile di un registro cosmico presente in diversi piani, manifesti e trascendenti dell’Essere Umano e della Realtà in cui costui esperisce la propria vita”.
“Nel profondo voi siete Uno. Tutti i movimenti che andate a vivere sono diversi nella loro manifestazione perchè la Cosa Una diventa molteplice per fare esperienza, e allora troverete la apparente diversità di esperienza, ma in profondità il movimento che guida queste esperienze, è solo Uno. Il miracolo della Cosa Una viene sviluppato nel senso che l’Uno per adattamento diviene Molteplice. Ricordate: Esiste solo un Corpo, una Vita, una Mente e un’Anima.”
“Quanto di te conosci, tramite l’autosservazione, è quanto di te puoi governare”.
“È un Lavoro vostro aprirvi affinché la Conoscenza, la Luce e l’Amore riversino e irrorino la Sostanza del Corpo. Quanta poca Gioia c’è oggi nel Mondo! Questo è dovuto alla nostra chiusura, non di certo perché non ce ne sia. Ci sono oceani di Gioia, infiniti e vasti oceani d’Amore. Non lo possiamo vivere, chiusi come siamo, ristretti e pochi: bisogna destrutturarsi, aprirsi, concedersi, allargarsi, espandersi. […] Il Mondo va accettato com’è se si è abbastanza ampi e forti, tutto va preso dentro per essere poi trasformato e subliminato; transfigurato.”
Hermes, Tratto da “Orma dopo Orma – Voi siete Dei”, Dispensa di Lavoro del Gruppo Altrove
https://www.seialtrove.it/hermes-orma-dopo-orma/
Testo redatto dalla fedele trascrizione dell’incontro tenuto da Hermes con gli allievi del Centro Altrove.
27 maggio – Cosxienza e Creazione Amorevole
Guardate la legna che usiamo per riscaldarci. La tagliamo nel bosco, la sistemiamo, e la utilizziamo infine per bruciarla. La legna potrebbe essere usata anche per molti altri scopi, e di fatti la legna non si chiede per “cosa” viene utilizzata: potrebbero essere tanto scopi nobili quanto miserevoli. Lei di fatto si mette al nostro servizio.
Ogni cosa che ci viene donata dalla Natura e di cui noi ci serviamo si mette al nostro servizio, con disinteresse. Dunque se ci poniamo in armonia con la Natura, e ci prodighiamo per imitarla, significa che ci relazioniamo con qualcosa che già è divino, e connettendoci con essa ci ricolleghiamo ad un aspetto da cui, per ignoranza, ci eravamo staccati a causa dell’uso errato della mente, che viene comunemente utilizzata non come strumento ma come momento identificativo tra voi e il pensiero ordinario.
Testo redatto dalla fedele trascrizione dell’incontro tenuto da Hermes con gli allievi del Centro Altrove
Lezione martedì 8 Marzo – Le Regole
(…Continua)
2° parte
La maestria è che impariate a trascendere le regole, contenerle con qualcosa di più ampio perché se vivete nei sentimenti “umani” non potrete mai sviluppare un Sentimento Superiore.
Se viviamo cristallizzati in queste regole andremo a sviluppare continue ripetizioni, ripetizioni di esperienze di papà e mamma, fratello o sorella, comunità e società. Il primo atto che si deve fare è accettare che queste regole sono un nostro limite, cercando per come possiamo di fare del nostro meglio per non sottostare ancora a queste leggi meccaniche che ci fanno ripetere costantemente “DO” – “RE” – “MI”, “DO” – “RE” – “MI” (mostra il simbolo dell’Archèrgon disegnato sulla parete), una cacofonia simile ad un disco rotto.
Testo redatto dalla fedele trascrizione dell’incontro tenuto da Hermes con gli allievi del Centro Altrove
Lezione martedì 8 Marzo – Le Regole
1° parte
Prendete un pezzo di formaggio da stagionare. Vedrete che ci mette almeno quattro mesi prima di asciugarsi e cambiare massa costitutiva, questo per mutare la costituzione molecolare. Anche voi, sapete, per maturare e stagionare avete dei tempi. La stagionatura è portare la trasformazione sul corpo, se non si riesce a portare sul corpo lo sviluppo di questo Lavoro che facciamo non si fissa nulla del tutto poiché resta eterico, rimane nel sottile, evanescente, e risulta un processo che di sicuro dona consapevolezza, ma nei fatti, nella vita concreta, resta vano.
Testo redatto dalla fedele trascrizione dell’incontro tenuto da Hermes con gli allievi del Centro Altrove
4 marzo 2016 – Entropia e dissipazione
La forma di percezione con cui comunemente tutti voi conoscevate le cose, oramai non è più sufficiente. Non basta più. Questa forma di percezione si sviluppa attraverso la vostra identificazione con un “io” che conosce (il soggetto dell’atto cognitivo) e l’oggetto della conoscenza, che è all’esterno di esso. C’è separazione. Questo aspetto sviluppa solo una conoscenza mentale.
Testo redatto dalla fedele trascrizione dell’incontro tenuto da Hermes con gli allievi del Centro Altrove
Venerdi 12 febbraio – IL FARO
“Dov’eravate e dove siete ora?”
Questa è la domanda che vi potreste porre.
Potreste chiedervi se lo strumento che viene qui sviluppato e che vi viene donato come strumento possibile, sia efficace, se abbia portato a dei risultati. E quali risultati vi ha portato? Anche questa domanda può esservi utile.
Testo redatto dalla fedele trascrizione dell’incontro tenuto da Hermes con gli allievi del Centro Altrove.
venerdi 22 Gennaio – LA FIDUCIA
(…Continua)
2° parte
In cosa avete vissuto fin ora dunque?
Nell’illusione. Ripetete qualcosa che già è stato, agganciandovi ad un contenitore che vi informa.
Se voi non accettate che la vostra vita fin ora è stata una illusione, farete una fatica enorme a morire a ciò che è stato per rinascere a qualcosa di nuovo, perchè vi ostinerete a ritenere che ci sia qualcosa da salvare, da portarvi dietro, che qualcosa sia stato reale e autentico, quando non è così. Naturalmente non sto parlando della vita organica, ma dei rapporti che avete instaurato con le persone. Sto parlando quindi a livello vitale e mentale.
Testo redatto dalla fedele trascrizione dell’incontro tenuto da Hermes con gli allievi del Centro Altrove.
venerdi 22 Gennaio – LA FIDUCIA
1° parte
La paura di sbagliare che alcuni di voi nutrono nell’approcciarsi alle esperienze diventa un grosso limite perchè vi fa rimanere dove siete, non permette un superamento, ossia non permette l’ evoluzione di una data situazione attuale. Nascondersi dietro alla paura è rimanere schiavi della paura stessa, che non fa agire. La paura di sbagliare non fa fare esperienza.
Testo redatto dalla fedele trascrizione dell’incontro tenuto da Hermes con gli allievi del Centro Altrove
Avete accettato il vostro non essere?
Se dite di averlo realizzato, ma non accettato, non avete realizzato proprio niente. Semmai lo avete riconosciuto, questo si, milioni di volte. Realizzare il proprio non-essere, e quindi accettarlo, significa farlo morire coscientemente.
Mi è arrivato un libro qualche giorno fa, di una donna che per qualche tempo fu allieva di Krishnamurti. È una raccolta di esperienze fattive, solo pratiche, attraverso le quali ha realizzato degli studi molto interessanti sull’ arte del morire vivendo.
Testo redatto dalla fedele trascrizione dell’incontro tenuto da Hermes con gli allievi del Centro Altrove
È necessario creare Azione. Non è sufficiente solo pensare di Fare.
Alcuni di voi vivono un forte senso del dovere. Se subliminato, questo senso del dovere diviene un senso di Responsabilità. Questa forma annulla lo scambio, poiché non si basa più su un dare-avere. Questo schema viene sostituito da donare-ricevere. Ma ricevere cosa? Ricevere ciò che arriva, consapevoli di aver fatto del proprio meglio, accettate il risultato perché accettate voi stessi. Iniziate ad accettare il risultato che avete prodotto al meglio delle vostre possibilità e capacità, e inizierete ad accettare voi stessi.
Conoscere e sapere va bene, è importante, ma se non accompagnati da un Fare e da un Essere, ossia se non si sviluppa e fissa l’esperienza, restano solo vana conoscenza e vano sapere.
Testo redatto dalla fedele trascrizione dell’incontro tenuto da Hermes con gli allievi del Centro Altrove
L’immobilità che vi sento spesso nominare, si può definire, per ora, assenza di risposta.
Per il momento la vostra non è ancora immobilità, è limitazione della risposta. Un tempo reagivate alla vita, alle situazioni, ossia rispondevate meccanicamente, elaboravate ciò che vi accadeva secondo le vostre abitudini e quindi azionavate meccanicamente una risposta abitudinaria. Una re-azione. Ora riuscite a limitare queste re-azioni perché riuscite a stare un po’ di più in ascolto. L’immobilità si differenzia dalla limitazione della risposta poiché l’immobilità è trasparenza, è farsi attraversare dalle Forze che ci vengono veicolate addosso. L’immobilità permette questo e permette anche il contrario, ossia scegliere di accedere ad una Forza Superiore qualora serva. Dà quindi modo di poter scegliere cosa ci serve in quel momento.
Testo redatto dalla fedele trascrizione dell’incontro tenuto da Hermes con gli allievi del Centro Altrove
Qual è la Forza che porta avanti questo Lavoro? Qual è la Forza che mi e ci sostiene? È l’Amore, ragazzi. Cos’è l’Amore? L’Amore è Fuoco, è Eros.
Per fare un esempio, la nostra pressione sanguigna è proprio questo: Amore che ci scorre dentro, Fuoco interiore, che se compresso (quando comprimiamo le nostre emozioni, i nostri sentimenti) costringe il cuore a pompare di più per poterlo far circolare, e così si alza la pressione sanguigna. Il nostro amico Eraclito parlava di un Fiume di Fuoco che informa tutto, che scorre incessantemente, che vivifica tutto.
18 Settembre
File di schiavi moderni si accalcano ogni giorno per correre in ufficio, in fabbrica o al negozio del quartiere.
File e file di automi contemporanei sfilano per le autostrade, corrono veloci per le tangenziali per arrivare all’ ora giusta a lavoro. Schiavi moderni senza catene. Infilati come perle in un filo invisibile che li tiene uniti e ben saldi al gioco succube del potere. Schiavi convinti di lavorare per la ricchezza, il buon “tenore” di vita che è sicurezza, ma che invece vendono il loro tempo per la povertà d’animo, l’ottusità della vita che è solo sopravvivenza. Schiavi di successo che sfilano in scatole nere con sempre più pollici, che siedono su poltrone sempre più ampie, che hanno gli uffici sempre più in alto, che viaggiano nel mondo senza più limiti restando di fatto in un vuoto contesto, in un nulla di fatto, mai paghi e mai pieni, vuoti contenitori persi nel buio e grigio scintillio dello sfarzo sociale che annebbia e vela la vita,
Care e Cari tutti,
come sapete bene, qui ad Altrove le cose procedono spedite. Sempre più Essenze popolano e animano questo Colle e questa Valle e sempre più Opere e più Creatività ci impegnano in un Fare tutto rivolto verso lo Scopo: Altrove.
In questo movimento creante potete trovare rinnovata la Rubrica “L’angolo di Hermes”, un nuovo spazio dedicato ai testi redatti dalle fedeli trascrizioni degli incontri tenuti da Hermes qui al Centro. Uno spazio che si amplia diventando un contenitore di orme che lasciano un segno indelebile sul sentiero della Vita. Proprio questo vuol essere la Rubrica “Orma dopo orma”: individuare, percorrere e trasmettere agli altri una strada, un sentiero, una via possibile e realizzabile, che chiunque possa trovare ed intraprendere per avvicinarsi a se stesso.
Muta creazione di uomini veri Mute le gesta di esseri svegli
Piccole cose in grandi movimenti Urla di pace accolgono lesti
Animi irrequieti ancora funesti Pace d’amore che nulla chiese
Gioia del cuor che tutto comprese Vita di vita selva di rose
Bocciolo di canto espresso in prosa denota il soave oltre tutte le cose
Uomini e donne d’Altrove risuonano ora l’inno di gloria dell’attimo d’oro
Muta le gesta di umani veri Mute creazioni di donne riprese
Cari tutti e care tutte, eccoci qua. L’Angolo di Hermes, oltre alle ispirazioni poetiche che vi ha offerto in queste ultime pubblicazioni, torna ad ospitare alcune lettere dei suoi allievi… allievi alla scuola della Vita, anzi, dell’Esistenza. A voi la lettura.
Caro Hermes,
Ben tornato!
Da quanto emerge dalle poche righe relative all’esperienza che avete fatto e da come mi sentivo che sarebbe stata la vostra esperienza lì dove vi siete recati, sono certo che sia stata una visita ed una esperienza ricchissima, sono curioso di sentirne i contenuti!
Leggendo la mail che mi hai mandato la prima domanda che mi sorge è: perché la coscienza di superficie con le sue aurore ingannevoli, benché sia solo luce parziale, sembra tutto? Come mai il cammino di risveglio non è il percorso a cui l’umanità è per sua natura volta? o meglio: cos’è che lo impedisce su larga scala e perché? Parliamo di cronicità dell’ignoranza, ma come mai l’uomo cresce per tornare bambino e risvegliarsi alla vita quando potrebbe farlo fin da subito, fin dall’infanzia?
Queste alcune delle domande che mi assillano di tanto in tanto.
Ascolta il silenzio
Ascolta l’Acqua, il Vento, la Terra, l’Aria.
Ascolta i tuoi passi.
Ascolta la Vita che fluida scorre in te.
Nel silenzio accetti e comprendi.
Nel silenzio del Presente tutto accogli.
Il silenzio è il linguaggio dell’Amore.
Animo umano, errante divino.
Cosa tu cerchi?
Amori rinchiusi in mille domande,
tempestosi e poi quieti
danzano stanchi.
Idee luminose
Mare di ossa, fogli caduti da parole stanche.
Cenere nera determini i fuochi passati.
Come le stagioni si susseguono in cicli,
uniforme la vita determina i Fati.
Una volta ammesso il diritto del puro Spirito di manifestare in noi la sua assoluta libertà, e il diritto della Materia d’essere la forma della nostra manifestazione, dobbiamo trovare la verità che possa riconciliare questi apparenti opposti.
Nella coscienza cosmica, la Materia diventa reale per lo Spirito e viceversa. La Materia si rivela come la forma e il corpo dello Spirito; lo Spirito si rivela come l’anima, la verità e l’essenza della Materia. La Vita e la Mente si rivelano come aspetti e strumenti dell’Essere Cosciente supremo. Alla luce di questa concezione possiamo intravedere la possibilità di una vita divina sulla terra.
Il Brahman silenzioso e il Brahman attivo sono l’unico Brahman sotto due aspetti, e ciascuno è necessario all’altro. Le limitazioni che imponiamo al Brahman derivano da un’insufficienza d’esperienza nella mente individuale che si concentra su un solo aspetto dell’Inconoscibile e passa immediatamente a negare o denigrare tutto il resto.
È possibile per la coscienza, nell’individuo, entrare in uno stato in cui l’esistenza fenomenica sembra dissolta e perfino il Sé sembra diventare una concezione inadeguata. Ma questa non è la pienezza della nostra esperienza ultima, né la verità unica che esclude tutto il resto. Lo stesso Nirvana è compatibile con un’azione priva di desiderio e tuttavia efficace.
Percorrendo la fascia zodiacale, il Sole attraversa ogni anno i quattro punti cardinali chiamati equinozi e solstizi. Il 21 (il 23 per alcuni) settembre ha luogo l’Equinozio d’autunno (dal latino aequus, uguale, e nox, notte). Il Sole a partire da oggi entra nel segno della Bilancia, dando così inizio a un nuovo ciclo stagionale, giustappunto l’autunno, che prepara e guida la Natura verso il meritato riposo immobile, bianco e puro dell’inverno.
In questo ciclo stagionale la Natura si veste di nuovi colori: le foglie si infiammano d’oro lucente, di arancio, marrone e rosso. I frutti cadono dagli alberi, abbandonano i loro involucri, mentre i semi vengono selezionati e separati per essere consumati o conservati; più tardi, dopo il congelamento invernale essi saranno piantati nella terra affinché il ciclo inarrestabile della Vita
Una Realtà onnipresente è la Verità di ogni vita ed esistenza; e in tutte le sue espressioni, infinitamente mutevoli e perfino costantemente opposte, la Realtà è una e non una somma di cose. Brahman è l’Alfa e l’Omega — è l’Unico oltre il quale nient’altro esiste.
Quest’unità, nella sua natura, è indefinibile; non esiste esperienza che possa limitarLo, non esiste concezione che possa definirLo.
Se nella fretta di arrivare all’Unità identifichiamo la Realtà con qualche stato d’essere, escludendo tutto il resto, non arriviamo a una vera unità, ma a una divisione nell’Indivisibile. Poiché anche il Molteplice è il Brahman. Tale fu l’esperienza degli antichi rishi vedici. Fu un’impazienza del cuore e della mente che cercò più tardi l’Uno per negare il Molteplice.
Brahman è entrato nella forma per godere della Sua manifestazione nella coscienza fenomenica. Brahman è in questo mondo per rappresentare Se stesso nei valori della Vita. La Vita esiste in Brahman per scoprire in sé Brahman. E il compimento dell’uomo consiste nel realizzare Dio nella vita; pur partendo da una vitalità animale, il suo obiettivo è un’esistenza divina.
La vera legge dell’autorealizzazione è una comprensione progressiva. Così come Brahman riunisce a un tempo molti stati di coscienza, anche noi, manifestando la Sua natura, dovremmo abbracciare ogni cosa. Per quanto in alto possiamo salire, saliamo male se dimentichiamo la nostra base. Se, nella nostra attrazione verso lo Spirito, rifiutiamo la Mente e la Materia, non potremo realizzare il Divino integralmente, né soddisfare le condizioni della propria manifestazione di Sé.
CARO HERMES.
sono giunto al termine di questo lavoro, soddisfatto, nuovo e sopratutto piu aperto.
attualmente sto vivendo sensazioni che mai avrei pensato di vivere, cioè delle mancanze da parte di altrove, a volte mi sento vuoto, senza qualcosa di concreto da sviluppare all’istante, senza l’appoggio della natura che mi dava la forza per proseguire.
comunque, la cosa più eccezionale è che sono qua’ con milioni di idee pronte per essere sviluppate.
ti confesso che appena tornato a casa la paranoia del mal di schiena si è ampliata tantissimo e stavo andando proprio in fibrillazione, MA! appena l’ho riconosciuta l’ho fatta voltare e mi sono messo faccia a faccia, ci ho parlato, le ho dato un nome, e pian piano è svanita, lasciandomi la forza per proseguire alla realizzazione di grandi cose.
Dopo un po’ di tempo dall’ultima volta (ma esiste realmente, poi, il tempo?) torniamo ad aggiornare L’Angolo di Hermes proponendo alcune lettere elettroniche inviate dai membri di Altrove, frutto della condivisione dell’esperienza intensiva iniziata l’8 aprile scorso, che vede l’interazione costante tra di noi per sei giorni a settimana.
Caro Hermes,
la settimana che si è conclusa è stata molto pregna di esperienza fattiva e quindi di conoscenza di me e degli altri. Ho compreso, in parte, cosa voglia dire l’impegno della sadhana, della vita in comune all’interno, fuori dal mondo esterno e dal suo brusio di cui il rumore della mente è il corrispettivo. Ho percepito la differenza tra l’essere ad Altrove tutto il giorno e il dovermi recare al lavoro al mattino, ma anche la contentezza dell’aiuto divino nel poter svolgere il mio lavoro senza recarmi in ufficio. Ho percepito la durezza della terra, la durezza degli attrezzi, la durezza e la fatica di molti lavori… la durezza di me, così indurito perché finora ho chiuso anziché aprire, seppur nella convinzione, illusoria, di non aver mai chiuso porte o finestre.
La più alta aspirazione dell’uomo si è sempre incentrata nella ricerca del Divino, della perfezione, della libertà, della verità e della gioia assolute, dell’immortalità. Questa ricerca sembra costituire l’elemento più essenziale della natura umana, e sopravvive anche ai più lunghi periodi di scetticismo.
Sebbene vi sia una palese contraddizione fra questa aspirazione e la condizione umana attuale, che è basata sull’imperfezione, la mortalità, la schiavitù a certe necessità meccaniche, ciò non costituisce un argomento finale contro la sua validità. Le contraddizioni fanno parte del metodo della Natura.
Questa aspirazione può essere realizzata grazie a una rivoluzione individuale, oppure per mezzo di un processo evolutivo generale.
I problemi dell’esistenza sono fondamentalmente problemi di armonia.
Armonizzare il principio vitale con la materia inanimata è stato il primo problema evolutivo che la Natura si è trovata di fronte e che cerca di risolvere sempre più efficacemente; la sua soluzione definitiva consisterebbe nella creazione di un corpo fisico libero dal decadimento e dalla morte.
Con questo breve scritto, vi presentiamo il secondo episodio della rubrica La Vita Divina, che prende il suo nome dall’opera omonima di Sri Aurobindo, valida ispirazione per un percorso di educazione integrale come quello che cerchiamo concretamente di fare ad Altrove (leggi qui il primo episodio).
Le due negazioni:
il rifiuto materialistico
Se lo Spirito si è involuto nella Materia, ne consegue che la Materia è una forma dello Spirito. Questi due termini — Materia e Spirito —, lungi dall’essere avversari inconciliabili, sono i due estremi dell’Essere; e, per giungere alla riconciliazione, occorre riconoscere una serie di termini ascendenti che li collegano: la Vita, la Mente, la Sopramente (e i vari piani intermedi).
Se invece affermiamo soltanto l’esistenza di un puro Spirito e di una Energia meccanica, chiamando l’uno Dio o Anima e l’altra Natura, il risultato inevitabile sarà che negheremo l’Anima, considerandola un’illusione dell’immaginazione (ed è il rifiuto del materialista), oppure ci alieneremo dalla Natura, considerandola un’illusione dei sensi (ed è il rifiuto dell’asceta). Ma in queste sterili contraddizioni la mente umana non può rimanere soddisfatta; essa cercherà sempre la riconciliazione degli opposti, cogliendo l’unità ultima senza negare l’energia del molteplice che la esprime.