“Devo saper guardare ciò che ho intorno a me e non restare assorbito da ciò che desidero o vorrei. Solo così sono in grado di utilizzare la mia energia”.
Hermes
“La prima cosa richiesta dalla Vera conoscenza di me è un cambiamento dell’opinione che ho di me, che può solo seguire al vedere realmente al mio interno cose che non avevo visto prima”.
Hermes
Nella vita fisica, usate di tutto e astenetevi di tutto a volontà. Niente eccessi. Nella vita morale, sopportate gli animali molesti che vi circondano e le noie quotidiane. Se siete pazienti, imparerete a mettere una museruola alle prime e riparo alle seconde.
Non siate mai ingiusti e, dimenticando che siete nutriti di cristianesimo che ci ha fatto giustificare
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Ciò che è inerente alla forza dell’essere si manifesta come divenire; ma quale sarà la manifestazione, le sue condizioni, l’equilibrio delle sue energie, l’ordinamento dei suoi principi dipende dalla coscienza che agisce nella forza creatrice, dal potere di coscienza che l’Essere libera da se stesso per la manifestazione. È nella natura dell’Essere poter graduare e variare i propri poteri di coscienza e determinare, secondo i gradi e le variazioni, il proprio mondo o il livello e la portata della propria rivelazione. La creazione manifestata è limitata dal potere a cui appartiene
Ogni cosa sconosciuta ha potere su di noi finché non la si porta alla luce della conoscenza e lo studio di sé, attraverso lo strumento dell’autosservazione e lo sviluppo della consapevolezza, è un potente mezzo per il buon governo delle nostre esistenze.
Hermes
Finché non avrò compreso la natura e il movimento della mente, avrà poco senso pensare di potermene liberare. Non posso credere di liberarmi usando lo stesso strumento in cui sono identificato e a cui mi asservo.
Hermes
“In ogni momento si muore, si vive, si ama, e se Liberi da paura e illusione, attimo dopo attimo moriamo al conosciuto per entrare nell’ignoto”.
Hermes
Il più attivo mezzo per rendere innocuo un ambiente in cui vivete a disagio è di staccarvene mentalmente. Qualunque cosa voi possediate vi possono togliere o avvelenare o ferire: anche i vostri pensieri, se non vegliate.
Evolvere davvero significa sperimentare su noi stessi ciò che ancora ignoriamo.
Hermes
Vuoi condurti bene? sii temperante di pensieri, sobrio nelle azioni. Considera il tuo simile come carne della tua carne: carità viene da caro che è carne. Domina i tuoi sensi e non fare che prendano il sopravvento sulla tua ragione. Usa delle cose
– Continua dalla prima parte (clicca qui) –
Ma ancora, qual è lo scopo e l’origine della disarmonia? Perché questa divisione e quest’ego, questo mondo con un’evoluzione così penosa? Perché il male e il dolore devono insinuarsi nel Bene, nella Beatitudine e nella Pace divini? È difficile rispondere all’intelligenza umana rimanendo al suo stesso livello, perché la coscienza cui appartiene l’origine di questo fenomeno e per la quale esso è in qualche modo automaticamente giustificato in una conoscenza superintellettuale, è un’intelligenza cosmica e non un’intelligenza umana individualizzata; essa vede spazi più vasti, ha un’altra visione e cognizione e
I nostri sforzi per Lavorare, nella vita quotidiana, sono prima di tutto scoprire quanto siamo lontani dalle nostre possibilità più alte e dal nostro innato Potere.
Hermes
La vita ordinaria rema contro la conoscenza delle possibilità più alte nascoste in me. Lo fa in modo naturale e implacabile, e mi costringe ad essere come sono oggi.
Hermes
O SOLE, radiante Iddio, padre nostro, tu, che crei le forme e dai
con l’ombra rilievo alle cose visibili nell’onda del tuo splendore
eterno, illumina della tua Luce Divina colui che, puro di mente e cuore,
leggerà in questo libro le leggi e le pratiche per assorgere alla
potestà dei Numi: fa che egli intenda e non fraintenda: dagli l’umiltà
Dopo una lunga pausa, riprendono le pubblicazioni di spunti tratti dagli scritti di Sri Aurobindo…
Non si può negare, e nessuna esperienza spirituale lo negherà, che questo è un mondo non ideale e non soddisfacente, fortemente segnato dal marchio dell’imperfezione, della sofferenza e del male. In realtà, questa percezione è, in un certo modo, il punto di partenza della spinta spirituale – eccetto per quei pochi ai quali l’esperienza spirituale viene spontaneamente, senza esservi forzati dall’acuto, schiacciante, doloroso e alienante senso dell’Ombra che incombe sull’intero campo di questa esistenza manifestata. Rimane tuttavia il problema se questo, come alcuni sostengono, sia veramente il carattere
Ci sforziamo senza sosta per essere qualcosa che non siamo, perché ci fa paura non essere nulla, ci fa paura l’oblio.
Hermes
Attraverso ogni affermazione dell’io ordinario ci viene rubata la nostra stessa forza. Diciamo continuamente “io”, “io”, “io”. Crediamo nella nostra personalità, e questa illusione sostiene il nostro senso di esistenza.
Hermes
Esistono movimenti profondi (istinti di preservazione ignoti al sapere dell’uomo ordinario) che in modo sottile si oppongono al cambiamento e che hanno a che fare con il funzionamento meccanico della nostra mente, delle nostre emozioni e del nostro corpo.
Attraverso il principio di Polarità questi movimenti si alternano tra due estremi, oscillando tra tensione e rilassamento, negativo e positivo, sì e no, conflitto e pace, elettrico e magnetico, bene e male, e trovano un preciso ordine in ogni possibile processo evolutivo della vita e dunque individuabili anche nella nostra natura mentale, psichica e fisica quali piacere-dispiacere e sicurezza-insicurezza.
Fare uno sforzo cosxiente non significa rimanere in un luogo senza cambiare, ma continuare a sforzarsi.
Hermes
La solitudine nei confronti di ciò che è ordinario, immaginario e falso è qualcosa di molto importante per il mio processo di spersonalizzazione. Significa per la prima volta sapere “chi sono Realmente”.
Hermes
Tutto ciò che desidero essere ha un prezzo da pagare. Non otteniamo mai più di quanto abbandoniamo: quel che riceviamo è proporzionale a quel che sacrifichiamo.
Hermes
Devo saper guardare ciò che ho intorno a me e non restare assorbito da ciò che desidero o vorrei. Solo così sono in grado di utilizzare la mia energia.
Hermes
Solo se accetto di immaginarmi in modo nuovo in me emerge una fattiva possibilità di Essere, senza pregiudizio alcuno.
Hermes
La nostra paura di non essere nulla è ciò che ci spinge a riempire il senso di vuoto che ci attanaglia e a desiderare di acquisire o di diventare qualcosa.
Questa è la madre di ogni ipocrisia.
Hermes
La pena del Cuore è simile a una fonte cristallina a cui nessuno si accinge per abbeverarsi.
La pena dell’uomo è simile ad un mondo colmo d’amore in cui egli crede che l’Amore non sia di questo mondo.
Hermes
Nell’atto stesso di vedere c’è un atto di creazione, perché la Visione senza il pensiero ordinario è la scoperta della Realtà.
Hermes
Quale Vita corre senza meta
quale Uomo corre senza Cuore
quale mondo esiste senza Scopo
Quale Cuore corre, vive ed esiste, senza Essere
poiché financo in un cuore di pietra, egli È
Hermes
Le cose sorgono da sole, portate dalla corrente della Vita, poiché la Vita ci precede e ci succede. Non c’è un prima né un dopo, solo la Vita stessa.
Hermes
Altrove, un processo unico nel suo insieme, è un laboratorio che anela a sviluppare rimedi e vaccini atti a destrutturare e sanare tutti quei costrutti naturalmente ereditati che determinano ogni singolo schema autolimitante che ci costringe, inconsciamente, a rimanere imbrigliati nella Paura della sofferenza, della malattia, della pochezza, dell’insicurezza e della morte. Questi processi, meglio espressi in psicogenealogia, sono parte integrante dei nostri funzionamenti che si agglomerano in un insieme affollato e variopinto di aggregati psichici, ciò che definiamo “io” o “me stesso”
Brano tratto dallo scritto Il principio di polarità: l’immagine di sé – gennaio 2018
L’uomo dice “ io ” e con questo termine intende un’infinità di diverse identificazioni: ” Io sono un essere di sesso maschile, io sono nato a Napoli, io sono italiano, io sono un padre di famiglia, io sono un bravo figlio, io sono un operaio, io sono un militante. Sono attivo, dinamico, tollerante, bravo, amante degli animali, amante della pace, bevo il caffè, amo la cucina, amo i viaggi, ecc… “. Queste identificazioni, influenzate dall’ambiente, sono state a un certo momento della vita precedute da scelte: una possibilità è stata preferita ad un’altra, un polo è stato integrato nell’identificazione mentre l’altro è stato escluso concretizzandosi in un difetto.
Così l’identificazione: “ Io sono attivo e bravo ” è un pregio ma esclude automaticamente: ” Io sono passivo e pigro ” a cui per esclusione automaticamente viene ad associarsi un’imperfezione: è un difetto.
Da un’identificazione deriva per lo più molto rapidamente anche una valutazione che determina nella psiche cosa è perfetto e cosa è imperfetto, cosa è degno di lode e cosa non lo è: ” Bisogna essere sempre attivi e bravi; non è bene essere passivi e pigri “. Indipendentemente dal fatto che una simile valutazione possa essere sostenuta da argomentazioni e teorie, si tratta in ogni caso di un punto di vista soggettivamente convincente che influenza totalmente ogni forma di esperienza.
Procedere senza voltarsi indietro: strumenti pratici.
Viviamo e sperimentiamo il mondo sottosopra, siamo immersi in una caverna (la mente pensante) dalla quale scorgiamo solo le ombre delle cose. Proiettiamo all’esterno queste ombre scambiandole per sfavillanti luci, le definiamo “io” e il “mondo”, senza mai dubitare che queste sono solo il riflesso delle nostre convinzioni, delle nostre credenze e strutture personali; in verità, pallidi riflessi della Sacra Realtà che siamo.
La Legge del Sette determina sette principali specchi riflessi che si possono utilizzare nelle relazioni umane e sono antichi strumenti che ci aiutano a riconoscere le nostre proiezioni, le nostre emozioni negative e laddove serva, a trasformarle in concrete possibilità di rettifica evolutiva.
1) Riflesso del momento – Ciò che noi inviamo alle persone che ci stanno accanto. È l’aspetto di noi stessi, positivo o negativo, riflesso negli altri nel momento presente.
2) Riflesso di ciò che viene giudicato – E’ ciò che noi giudichiamo nel presente. Se poniamo molta carica emotiva su delle qualità o negatività e le giudichiamo negli altri, la vita ci pone in condizione di vivere delle esperienze, delle relazioni che ci rimanderanno indietro questi modelli. Una volta che il modello viene riconosciuto ed integrato esso sparirà in tutti gli aspetti della nostra vita perché questa è di natura analogica e olografica.
Il nostro stato psicologico naturale, nello stato di “sonno”, è il prodotto della frammentazione in differenti strutture psicologiche dell’unità originaria che siamo in Realtà. Queste strutture di aggregati, come abbiamo già visto, per auto-conservazione si “pensano” molto astutamente con il pronome io.
Tali strutture psicologiche, come tutte le forme dotate di un’avanzata o di una rudimentale Cosxienza, tendono a voler sopravvivere il più a lungo possibile; negli esseri umani, un mezzo che si subisce sistemicamente e che si rivela efficacissimo a tale scopo è il condizionamento meccanico cellulare, che si esprime con la chimica e che viene innescato dalle impressioni ed elaborato dagli stessi pensieri. Le strutture psicofisiche e metafisiche che in noi diventano “io” sono un agglomerato di tutte e tre le macro polarizzazioni di cui è costituita la nostra Natura Terrestre: la mente con i pensieri, il corpo fisico con l’istinto ma soprattutto il vitale con i sentimenti e le emozioni.
Sono proprio le emozioni, tramite i DESIDERI ed il piacere, il perno su cui si gioca l’intera sfida: sono proprio le emozioni l’elemento che permette il perdurare indefinito di queste strutture all’interno di noi.
Quando un “io” prende il controllo della nostra totalità, avvengono in cascata una serie di “magie”.
“Come per il campo che deve essere arato e preparato alla nuova semina, si necessita di una nuova sostanza emotiva che irrori e sviluppi un nuovo ambiente mentale, dove non seminare più bioschiavi ma far sbocciare nuovi umani, deità del divenire, figli della nuova era. L’Uomo N-uovo è già in nuce in tutti noi ed è forse giunta l’ora della semina.
Le emozioni negative più comuni sono: rabbia, desiderio di vendetta, odio, invidia, ogni forma di gelosia, senso di colpa, depressione, frustrazione, lamentela, critica, nostalgia, malinconia, paura, ansia, dispiacere, senso di inadeguatezza, senso del possesso, senso di attaccamento alle cose e alle persone, tutti i generi di fastidio e irritazione: verso chi non la pensa in modo giusto, verso chi non si comporta in modo giusto, verso chi non ti riconosce, verso chi non ti accetta e così via.
Il Lavoro che si sviluppa sulle emozioni negative inizialmente è un lavoro mentale è qui si necessita di sviluppare un nuovo movimento che dia fiato a questo inizio.
Infatti, si ricade nella ripetizione di emozioni negative perché le giustifichiamo mentalmente e quindi, per fare un buon lavoro è utile rivedere il nostro vecchio modo di razionalizzare e ragionare.
Di norma si pensa che in certe occasioni sia giusto infastidirsi o arrabbiarsi, oppure provare ansia o essere depressi. La giustificazione (lo spiegazzo) di tali emozioni è radicata nel nostro inconscio, è iscritta nel DNA, per cui questi movimenti emotivi possono esprimersi meccanicamente senza dover affrontare alcun freno cosxiente da parte dell’ignaro individuo che, di fatto, le subisce.
[…]
Guardiamo cosa è realmente il veicolo che chiamiamo corpo e a cosa serve.
In questo “mondo” quando nasciamo noi siamo un Arkèrgon, un Opera Originaria poiché siamo essere unici ed essenziali.
Per esprimerci come Essenze veniamo dotati di un apparato psicofisico estremamente sofisticato, Divino, delle cui capacità però non sappiamo nulla o quasi, in quanto nulla ci viene insegnato al proposito.
La FORMA che assume questo apparato, un vestito per così dire, è un diretto riflesso, l’OMBRA, di ciò che siamo dentro.
La maestria e l’utilizzo più appropriato di tale Divina e prodigiosa macchina biologica consiste nel farla divenire uno strumento Magico a tutti gli effetti, cioè un apparato, uno strumento, una bacchetta Magico-organica, attraverso cui modificare la Realtà e il Sogno a nostro piacimento.
Modifico dentro e di riflesso strutturo la realtà esterna.
Perché la macchina possa funzionare in questo modo dobbiamo Risvegliarla, portarla alla Vita Reale, in modo da non subire più la sua volontà meccanica (sopravvivenza, paura della morte e istinto di procreazione) ma essere capaci di stabilire un contatto Cosxiente con essa. Il Risveglio di questo apparato psicofisico (la trasmutazione del Piombo in Oro) è un processo di trasmutazione proposto e conosciuto dalla Tradizione alkemica.
Anima Gemella
Il Viaggio Di Ritorno
Alla luce del Lavoro sin qui esposto, possiamo in totale tranquillità affermare che il Principio maschile e il Principio femminile sono due aspetti di un’unica entità Essenziale e Divina, riflessi e speculari; proprio come lo sono due gemelli.
In Natura tutto è il riflesso di qualcosa che portiamo anche dentro di noi. Per cui si può dire che: se in me esistono un maschile e un femminile, ha senso parlare dell’anima gemella, che nelle profondità delle nostre esperienze sessuali e amorose da sempre ricerchiamo nell’altro? O forse è più appropriato affermare che l’Anima è anche la mia GEMELLA?
Se non è l’esterno a dovermi completare, poiché dentro di me c’è il maschile ed il femminile, Padre e Madre, allora forse già contengo in potenza l’annessa capacità ricongiuntiva? L’Anima, che da sempre dimora e soggiace in me, attende, come la principessa delle favole rinchiusa in una psicoprigione; indago e scopro dove è rinchuisa così posso Liberarla…
Io (ciò che credo di essere) dovrò affrontare la Morte, dovrò far morire l’illusione di essere piccino e diviso, per accedere al maniero incantato che io stesso, immemore e vittima di un arteficio evolutivo della Cosxienza, ho costruito.
Un Giuoco che, comprese le regole, si rivela molto ma mooolto interessante, direi ILLUMINANTE, ma ad una condizione: finché non avrò accesso al mio Re-g-ale titolo di principe, grazie a un Atto d’Amore reale e autentico, annullando me stesso, le mie credenze, i miei punti di vista, insomma trasformando la mia pochezza in ampiezza e la mia restrittezza in vastità, Anima non potrà esprimersi e concedersi alla vera Vita, al Suo Sposo, allo Spirito Immanente che soggiace nel Cuore di tutte le cose, di ogni uomo e donna.
Unione degli opposti, riconciliazione, comunione, questo è il FINE del Giuoco Divino.
Nel mondo si viene per capire che cos’è la Vita. E solo quando abbiamo trovato la ragione d’Essere della Vita, scopriamo che il Corpo fisico materiale è il forziere, il guardiano, l’oracolo arcaico della Verità. Ma per questo bisogna mettersi a nudo, bisogna togliere tutti i vestiti, le maschere, le etichette, ogni scoria, ogni struttura. Spogliarsi dunque è l’azione richiesta.
Chi si immagina che la spogliazione porti dritto all’Anima e al Divino non ha ancora capito nulla. Spogliarsi significa mettere in mostra ciò che realmente siamo: i veleni che siamo, le fiere feroci, gli stronzi malefici, i cattivi bastardi, gli avidi insulsi, le bestie fetenti, i caproni cornuti, i falsi ignavi, gli ignoranti muli, gli asini sordi, i lupi famelici, le meduse acide e corrosive.
Per spogliarci dobbiamo accettare il veleno che portiamo, e vedere, anche se puzzolente e nero, il fango in cui siamo invischiati. Ecco, è qui che ci arrestiamo. Non c’è accettazione totale, non c’è sincerità, non vi è abbandono, si ha paura di scoprire che tutto quanto contestiamo all’altro e al mondo siamo noi, nient’altro che noi. Si ha paura di perdere il controllo e la libertà che mai abbiamo davvero avuto: che illusione.
È importante, è vitale comprendere che tutta questa nefandezza non è nostra e non la portiamo noi in essenza, ma di certo ne è pregna la nostra Sostanza di superficie. E siccome fino a prova contraria questa Sostanza è intrisa e coperta d’IGNORANZA, di cattiveria e di falsità, in piena libertà scelgo di rischiararla, di illuminarla. Ognuno di noi se arriva a questo bivio, a questa consapevolezza, deve fare da sé e per se stesso. È un nostro compito, è il Lavoro stesso che ci chiede di aprirci affinché la Conoscenza, la Luce e l’Amore riversino e irrorino la nostra Sostanza materiale.
Quanta poca Gioia oggi c’è nel mondo! Questo è dovuto alla nostra chiusura, non di certo perché non ce ne sia.
Ogni essere umano su questo pianeta, oggi sta effettuando la sua iniziazione all’AMORE.
L’Amore è un atto universale, un fenomeno cosmico.
Il vero Amore non ha attributi, si può solo sperimentare, essere.
Nelle sue più ampie manifestazioni è altruista e quindi libero dalla paura, poiché si riversa sull’oggetto dell’affetto senza aspettativa e senza pretendere nulla in cambio.
La sua completezza risiede nella Gioia di donarsi e dare.
L’Amore è DIO manifesto ed è la più intensa Forza magnifica dell’Universo.
L’Amore attinge e si nutre da se stesso, non ha bisogno di essere riconosciuto, di cercare o di chiedere.
L’Amore non è un’idea o un concetto.
L’essere umano, nella sua natura ordinaria, non sperimenta mai l’Amore, nonché ne è pervaso in ogni suo lembo di carne.
Egli è egoista e tiranno e timoroso nei suoi affetti e perde perciò l’oggetto amato.
L’Amore è un potere spirituale, e non spiega, ma semplicemente ci indica la strada perciò l’Anima umana (o mente vitale/subconscia) deve essere purificata sino a divenire bianca come la neve per una guarigione permanente, e si sa che l’indagine metafisica scava sempre a fondo alla ricerca della ‘corrispondenza’.
L’Amore è Potere e Volontà Divina, e si adopera per sostenere la Forza immanente e trascendente che anima tutte le cose.
L’Amore è Volontà Divina.
Ecco perché colui che ama è amato a sua volta.
‘non la mia ma la Tua volontà…’
Hermes