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L’ORA DI DIO

Vi sono momenti in cui lo Spirito abita tra gli uomini ed il Respiro del Signore aleggia sulle acque del nostro essere; ve ne sono altri nei quali si ritira e gli uomini vengono lasciati agire con la forza o la debolezza del loro egoismo. I primi sono periodi nei quali anche un piccolo sforzo produce grandi risultati e cambia i destini; i secondi, quelli in cui anche un grande lavoro porta scarsi risultati. E’ vero forse che gli ultimi sono preludio per i primi; forse il soffio del sacrificio che sale fino al cielo fa scendere la pioggia della bontà di Dio. Infelice è l’uomo o la nazione che al giungere del momento divino è addormentato o impreparato a riceverlo, perché la lucerna non è stata alimentata per accogliere l’ospite e le orecchie sono sorde al suo richiamo. Ma guai a coloro che pur essendo forti e pronti sprecano la loro forza o fanno cattivo uso del momento; vanno incontro ad una perdita irreparabile o ad una grande distruzione.
Nell’ora di Dio monda la tua anima da ogni auto-inganno, da ogni ipocrisia e da ogni vano auto-compiacimento per poter vedere chiaramente nel tuo spirito e udire la sua chiamata. Tutta la falsità della tua natura, una volta protezione dallo sguardo del Maestro e dalla luce dell’ideale, diviene ora uno squarcio nella tua armatura e ti espone ai fendenti. Se anche vinci per un momento è peggio per te, perché il colpo può giungere in seguito e abbatterti nel mezzo del trionfo. Piuttosto restando puro scaccia ogni paura

IL FUOCO DELL’AMORE DIVINO

Ho bisogno d’un amante che,
ogni qual volta si levi,
produca finimondi di fuoco
da ogni parte del mondo!
Voglio un cuore come inferno
che soffochi il fuoco dell’inferno
sconvolga duecento mari
e non rifugga dall’onde!

LA MISSIONE ERMETICA

*

Esplicata la necessità di rendere la coscienza libera per la conquista ermetica, e il pericolo del metodo soggettivo, confessate le mie intenzioni che sono spoglie di qualsiasi ambizione, ho bisogno di ricordare a chi vuol essere discepolo della buona idea l’indole della Missione nuova.
È legittimo che ogni uomo pensi a sé, che rivolga il suo studio, il suo intelletto, le sue aspirazioni a riconquistare ciò che il tipico Adamo dei cabalisti prevaricando perdette. Ma non bisogna dimenticare che l’umanità è una, e che la solidarietà umana è un dovere imprescindibile di ognuno che aspira alla corona regale della Verità.

È idealismo? Non sorridere, o lettore, perché nel senso volgare non ho abbastanza isterismo per creare delle illusioni a me e agli altri.
È la realtà della vita che lo impone. L’uomo muore e rinasce. Raccoglie rinascendo il frutto che ha seminato, sulla terra e i terrigeni sono sempre gli stessi, mentre nei cimiteri le ossa si convertono in carbonato di calcio, i morti rivivono.

IL VIAGGIO NEI MONDI

Lunga è la durata del mio viaggio e lungo il cammino.

Sono uscito sul carro del primo raggio di luce e ho viaggiato attraverso la selvaggia vastità dei mondi, lasciando le mie orme su solide stelle e pianeti.

Il viaggio più lontano è quello che ti avvicina a te stesso e l’addestramento più intricato è quello che prepara una melodia di semplicità assoluta.

TUTTA LA VITA È “YOGA” – PARTE 2

 

Continua dalla prima parte (QUI)

*

Fra i metodi dello yoga e le funzioni psicologiche abituali dell’uomo il rapporto è all’incirca il medesimo che intercorre fra la manipolazione scientifica delle forze naturali, quali l’elettricità o il vapore, e il loro funzionamento. I metodi si fondano su una conoscenza, verificata e confermata da esatte esperienze, da analisi pratiche e da risultati ripetuti. (…) Tuttavia l’utilità vera dello yoga e il suo ultimo fine non possono essere raggiunti che quando lo yoga, cosciente nell’uomo, incosciente nella Natura, coincide con la vita stessa, così che si possa ancora dire, in un senso perfetto e luminoso, guardando insieme il cammino e l’adempimento: “Tutta la vita è lo yoga”.

Ogni yoga è, per la sua natura, una nuova nascita; è una nascita fuori dalla vita ordinaria, dalla vita materiale mentalizzata, in una superiore coscienza spirituale, una più grande e più divina esistenza. Nessun metodo voga può iniziarsi e seguirsi con successo senza un possente risveglio alla necessità di un’esistenza più ampiamente spirituale. L’anima che senta l’appello verso questa grande e profonda palingenesi può giungere per varie vie al punto di partenza. Può avvenire che vi arrivi seguendo lo sviluppo naturale che la porta inconsciamente verso il risveglio, può pervenirvi attraverso una religione o una filosofia; può avvicinarvisi attraverso una graduale illuminazione o giungervi di slancio per un contatto o un’inattesa emozione; può essere indotta dalla pressione degli avvenimenti esterni o da una necessità interiore, da una sola parola che rompa i suggelli della mente, da lunghe riflessioni, dall’esempio lontano di qualcuno che ha già percorso il medesimo cammino o da un’influenza e contatto quotidiani. Per ognuno si modella, secondo la natura e le circostanze, una sua particolare chiamata.

TUTTA LA VITA È “YOGA”

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L’essenza dello yoga è il contatto della coscienza umana individuale con la coscienza divina. Lo yoga è l’unione tra ciò che nel giuoco dell’universo è stato separato dal suo vero Sé, e dalla sua stessa origine ed universalità. Il contatto può aver luogo in qualsiasi punto di questa coscienza varia e complessa che chiamiamo la nostra personalità.

Può effettuarsi nel fisico per mezzo del corpo, nel vitale attraverso il gioco delle funzioni che determinano lo stato e le esperienze del nostro essere nervoso; nella mente, sia attraverso le emozioni del cuore o la volontà attiva e l’intendimento, sia, in modo più ampio, con la conversione della coscienza mentale in tutte le sue attività.

L’IMPOSSIBILE DIVENTA POSSIBILE

Ciò che non posso fare ora è il segno di ciò che farò più tardi. Il senso dell’impossibilità è l’inizio di tutte le possibilità. Proprio perché questo universo era un paradosso e un’impossibilità, l’Eterno l’ha creato dal suo essere.

AVARIZIA E GENEROSITÀ (CONVERSAZIONI DELLA MADRE 1953)

Di seguito, estratto da una conversazione della Madre con i giovani allievi della scuola di Pondicherry (India) dell’11 Novembre 1953.


I ragazzi tornano all’ultima conversazione del 4 agosto 1929:

«Le nozioni morali comuni distinguono l’uomo generoso da quello avaro, e, in una certa società, quello avaro viene biasimato e disprezzato, mentre l’uomo generoso è stimato per la sua assenza di egoismo e la Sua utilità sociale, e lodato per la sua virtù. Ma dal punto di vista spirituale, entrambi sì trovano allo stesso livello; la generosità del primo e l’avarizia del secondo sono le deformazioni di una verità più alta, di un più grande potere divino. Vi è un potere che, nel suo movimento divino, distribuisce, diffonde, proietta liberamente le forze, le cose e tutto quanto possiede su tutti i piani, da quello più materiale fino a quello più spirituale. Dietro l’uomo generoso e la sua generosità si trova un’anima-tipo che esprime questo movimento; essa è un potere di diffusione, di larga distribuzione. Vi è però un altro potere che, nel suo movimento divino, colleziona, ammassa, raccoglie e accumula le forze, le cose e tutto quanto può essere posseduto, dal piano più materiale fino a quello più alto. L’uomo che viene accusato di avarizia è stato creato per essere uno strumento di quest’ultimo movimento.

OBBEDIRE ALL’ASPIRAZIONE DELL’ESSERE

IL MONDO PSICHICO E L’ESSERE PSICHICO

Il mondo psichico, o piano di coscienza psichica, è quella parte del mondo, come pure l’essere psichico è quella parte del nostro essere, che è direttamente sotto l’influenza della Coscienza Divina. È un mondo di armonia, dove tutto si evolve di luce in luce, di progresso in progresso. È un centro di luce, di verità, di conoscenza e di bellezza che il Sé divino, con la propria Presenza, crea progressivamente in ognuno di noi. È l’essere interiore che dobbiamo trovare se vogliamo entrare in contatto con il Divino dentro di noi. Esso è l’intermediario tra la Coscienza Divina e la coscienza ordinaria; è lui che manifesta, nella natura esteriore, l’ordine e la legge della Volontà Divina.

Invece di essere mossi dall’ignoranza, come lo sono costantemente gli esseri umani, divenite coscienti della presenza in voi di una luce e di una conoscenza eterne.
Poiché l’essere psichico è quella parte in voi che si è già data al Divino. È la sua influenza che, effondendosi gradatamente dall’interno verso l’esterno, verso le frontiere più materiali della vostra coscienza, compirà la trasformazione di tutta la vostra natura.

L’EVOLUZIONE DELLA COSCIENZA – SRI AUROBINDO

*

Tutta la vita qui è uno stadio o una circostanza in un’evoluzione progressiva, che si svela, di uno Spirito che si è involuto nella Materia e sta lavorando per manifestarsi in questa sostanza riluttante. Questo è l’intero segreto dell’esistenza terrestre.
Ma la chiave di questo segreto non dev’essere cercata nella vita stessa o nel corpo; il suo geroglifico non è nell’embrione o nell’organismo, poiché questi sono solo un mezzo o una base fisica: l’unico mistero significativo di questo universo è l’apparizione e la crescita della coscienza nella vasta e muta ottusità della Materia.

La fuga della Coscienza da un’apparente Incoscienza iniziale – ma era lì da sempre mascherata e latente, poiché l’incoscienza della Materia è essa stessa solo una coscienza incappucciata – la sua lotta per trovare se stessa, la sua estensione verso la propria inerente completezza, perfezione, gioia, luce, forza, padronanza, armonia, libertà, questo è il miracolo prolungato e il fenomeno onni-esplicativo di cui siamo contemporaneamente gli osservatori ed una parte, strumento e veicolo.

Una Coscienza, un Essere, un Potere, una Gioia era qui dall’inizio, oscuramente imprigionata in questa apparente negazione di se stessa, questa notte originaria, questa oscurità e nescienza della Natura materiale. Ciò che è ed era nei secoli, libero, perfetto, eterno ed infinito, Ciò che ogni cosa è, Ciò che chiamiamo Dio, Brahman, Spirito, si è rinchiuso qui nel proprio opposto auto-creato.
L’Onnisciente si è tuffato nella Nescienza, l’Onnicosciente nell’Incoscienza, l’Onnisaggezza nella perpetua Ignoranza.

LA SCIENZA DELLE IDEE SEMPLICI

*

V’è una scienza ancora occulta in pieno secolo XX, perché è difficile per molti uomini studiosi di mille scienze più o meno positive, di ritornare alla semplicità delle idee semplici. Così io desidero, per tutti coloro che tentano di varcare questa soglia del Labirinto, di ridurre tutte le cose alle proporzioni ragionevoli e di non credere alle diatribe e agli arzigogoli dei superuomini che spuntano a tonnellate. Con questo metodo delle idee semplici, bonariamente semplici, intese con semplicità, tutti i misteri religiosi, tutte le mitologie ci sono svelati e il minotauro dell’imbroglio è immolato.
Leggete il nome degli dèi mistici, vedetene le origini e ne farete conoscenza intima e li trarrete dalle nuvole delle teogonie fiorite nel campo oggettivo della vostra visione intelligente. Osiride, Iside, Ammone, Horus, Giove (Iupiter cioè Ieovpater) Mizraim, Febo, Moloh, Adonai, Achad, Achac, e poi Maria e poi Cristo figliuolo di Dio, tal quale come i re di Siria che si chiamavano Benachad o Benadad figliuoli del Signore unico Dio… poi Baal, Hecate, Hera, Aserot, Astaroth, Adirdagash…

ESSENZA DIVINA

*

La natura onnipresente
manifesta armonia
a volte
la dimenticanza
intristisce l’anima

Dal buio della notte
bussa alla porta
del cuore ansimante

DISTESE INTERIORI

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C’è un cielo limpido e blu più dell’ingannevole
curva volta stellata; c’è un mantello regale
più della vasta rapinosa parata di smeraldo
trapunto di perle o lacrime di rugiada.

Azzurri spazi infiniti sono alla nostra portata,

IL POTERE DELL’ANIMA SECONDO MÈRE


La Madre risponde ad un discepolo, che le chiede se l’Essere Psichico possegga qualche potere:*

Potere? È generalmente lo psichico che guida l’essere. Non si conosce nulla di ciò perché non si è coscienti, ma abitualmente è quello che guida l’essere.
Se si è molto attenti si diviene coscienti di questo fatto, ma la maggioranza degli uomini non ne hanno la minima idea. Per esempio, quando hanno deciso, nella loro ignoranza esteriore, di fare qualcosa, e malgrado la loro capacità di realizzarla, tutte le circostanze sono organizzate in modo tale che fanno qualcosa d’altro, iniziano a gridare, ad infuriarsi, a prendersela con il fato, sostenendo (ciò dipende da ciò che credono, dalle loro convinzioni) che la Natura è malvagia, il loro destino funesto o Dio ingiusto, o… non importa cosa (dipende da ciò in cui credono). Mentre, per la maggior parte delle volte, si tratta proprio dell’esatta circostanza che è la più favorevole per il loro sviluppo interiore. E, naturalmente se chiedete allo psichico di aiutarvi a confezionare una vita piacevole per voi stessi, per guadagnare denaro, avere bambini che saranno l’orgoglio della famiglia, ecc., bene, lo psichico non vi aiuterà. Ma creerà tutte le circostanze necessarie per risvegliare qualcosa in voi, così che la necessità dell’unione con il Divino possa nascere nella vostra coscienza.

ATMAN, JIVATMAN ED ESSERE PSICHICO

*

È necessario comprendere chiaramente la differenza fra l’anima che si evolve (l’essere psichico) e il puro Atman, sé o spirito. Il puro sé è non nato, non passa attraverso la morte o la nascita, è indipendente dalla nascita o dal corpo, dalla mente o dalla vita o da questa Natura manifestata. Non è vincolato da queste cose, limitato, toccato, anche se le accoglie e le sostiene.
L’anima, al contrario, è qualcosa che discende nella nascita e passa attraverso la morte – sebbene non muoia essa stessa perché è immortale – da uno stato all’altro, dal piano terrestre agli altri piani e di nuovo all’esistenza terrestre.

L’UOMO, SIGNORE DEGLI OPPOSTI

*

Io son vasto più del vasto grande mare,
fulmineo tornado di energia divina;
fiore indifeso che trema nella brezza,
fragile più del fragile tenero giunco.

Nel mio cuore insipiente io accolgo, non so
come, l’infinita saggezza del saggio;

MAYA: REALTÀ E ILLUSIONE SECONDO SRI AUROBINDO (PARTE 2)

*

 

Continua da qui

Gli adoratori di Dio, i ricercatori della perfezione umana, coloro che innalzano l’umanità dalla natura verso la supernatura, incontrano due grandi ostacoli sul proprio cammino: da una parte la tendenza ordinaria della natura a rimanere attaccata alle conquiste del passato, rappresentate dall’ebete naturalismo dell’uomo pratico e mondano, dall’altra la tendenza esagerata a voler oltrepassare il simbolo, rappresentata non tanto dall’asceta che si ritira dal mondo, che dopo tutto, può farlo a pieno diritto, ma piuttosto dal pessimismo deprimente degli ignoranti che non vogliono fuggire il mondo, né, se tentassero di farlo, potrebbero innalzarsi fino alle vette dell’ascetismo, ma sono comunque imbevuti a livello intellettuale e dominati nel temperamento da queste dottrine distaccate e catastrofiche. Un’alba migliore sorgerà per l’India quando la nebbia si diraderà e la mentalità indiana, pur senza rinunciare alla verità di Maya, riuscirà ad intuire che si tratta solo di una spiegazione parziale dell’esistenza. L’esistenza terrena non è indispensabile all’essere o alla gioia di Dio, ma non per questo è vanità; né un’esistenza terrena liberata, libera in Dio, può essere considerata vana o falsa.

La dottrina ordinaria di Maya non è una verità semplice, ma deriva da tre diversi livelli di percezione spirituale.

MAYA: REALTÀ E ILLUSIONE SECONDO SRI AUROBINDO

*

MAYA

Il mondo esiste come simbolo di Brahman ma la mente crea ed accetta falsi significati e scambia il simbolo per la realtà. Tale è l’ignoranza, l’illusione cosmica, l’errore della mente e dei sensi da cui il Mago stesso, il Maestro dell’Illusione, ci chiede di liberarci.
Tale errata valutazione del mondo è la Maya della Gita che può essere trascesa senza abbandonare la vita attiva o l’esistenza nel mondo. Anche l’intera esistenza universale è un’illusione di Maya, poiché non si tratta della realtà ultima immutabile e trascendente, ma soltanto di una realtà simbolica, di una rappresentazione della realtà del Brahman in termini di coscienza cosmica. Tutto ciò che vediamo, o di cui siamo mentalmente consapevoli come di una realtà oggettivamente esistente, è solo una forma di coscienza. Si tratta della ‘Cosa-in-sé’ dapprima manifestata in termini ed idee generate da un movimento o da un processo ritmico della coscienza e poi oggettivata nella coscienza stessa, e non realmente esterna ad essa. Di conseguenza tutte le cose hanno una realtà convenzionale fissata, ma non una realtà essenziale durevole; sono solo simboli e non la realtà che rappresentano, sono soltanto strumenti di conoscenza e non la realtà da conoscere.

Partendo da un altro punto di vista, possiamo dire che l’Esistenza, o Brahman, ha due stati fondamentali di coscienza: la coscienza cosmica e la coscienza trascendente.

IL POPOLO SOVRANO: CARITÀ, AMORE E MATERIALISMO

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Il materialismo brutale ha conquistato le masse per due ragioni sodissime: l’una positiva, l’altra negativa.
  Positivamente percepisce la civiltà come la maggior copia di bene sensibile da offrire alle moltitudini in soddisfazione dei bisogni di tutti i momenti. Le organizzazioni popolari civili sono presiedute dal concetto previdenziale della concezione materialista della vita. Quindi la politica che è scienza di governo delle moltitudini, fa officiale il criterio materialista della distribuzione equa della somma maggiore di felicità, intesa come l’intendono i materialisti puri e semplici.
  Negativamente perché sorride innanzi alla impotenza delle vecchie organizzazioni spiritualiste religiose che non possono dare niente in questa valle di lagrime e tutto rimandano a dopo … che ci è venuto un tiro secco.
  Badate, o lettori, che io non m’immischio di religioni, ma vorrei far comprendere che nella fusione di tutto l’antico scibile sui poteri dell’anima, il cristianesimo officiante cattolico, cioè universale, dovrebbe aver dato a noi tutto quello che oggi indipendenti o contro la sua capacità sociale, gli uomini vanno trovando e ricercando, tal quale come venti secoli fa nella Roma imperiale e nell’Alessandria dei filosofi. L’idea della maggior copia di benefici al popolo sulla terra non è prettamente materialista. Il fondamento essenziale della Carità e dell’Amore, che è supremamente cristiano e civile, o, meglio religioso e umanitario, presuppone il comune vantaggio dei beni della natura e della cooperazione scientifica dei più progrediti in uomini associati.
 

COSCIENZA INTERIORE E COSCIENZA ESTERIORE

*

Ci sono sempre due diverse coscienze nell’essere umano: una esteriore in cui di solito egli vive, l’altra interiore e nascosta di cui non sa nulla. Quando si pratica la sadhana, la coscienza interiore comincia ad aprirsi, si diventa capaci di interiorizzarsi e di avere interiormente ogni sorta di esperienze. A mano a mano che la sadhana progredisce, si comincia a vivere sempre più in quest’essere interiore, mentre quello esteriore diventa sempre più superficiale. All’inizio la coscienza interiore sembra essere il sogno e quella esteriore la realtà di veglia. In seguito, la coscienza interiore diventa la realtà e quella esteriore è sentita da molti come un sogno o un’illusione, oppure come qualcosa di superficiale e di esterno.

TU SEI L’AMORE CON IL QUALE TI AMO

*

Le memorie dolorose e spiacevoli dello stato di abbandono, di solitudine, così tanto temute dall’uomo ordinario, si associano in modo improprio al più alto grado, costruttivo nella propria non azione, di abbandono e resa a ciò che è.
È solo il guardare, il vedere per comprendere questa legge, che ci dona il potere di Esseri liberi.
In assenza di resistenza e liberi dall’affannosa ricerca di “qualcosa” o “qualcuno” si aprono le porte all’impersonale esperienza della Gioia, della Pace e dell’Amore.

I VOLTI DELLA POESIA

*

La porta della mente si schiude
appare l’armoniosa luce

dal sublime sentimento

Si fa creatura gemella
dello stato d’animo che vaga
tra l’odio, indifferenza
natura e spiritualità

L’ispirazione abbraccia amorevolmente
il profumo della vita
L’odio tremante vacilla
Il volto della tristezza
si rifugia
nella suadente solitudine
L’indifferenza
si espande di umano calore

IL GIUSTO ATTEGGIAMENTO

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Il giusto atteggiamento è vedere che, quale essere separato, quale ego, non si è proprio niente, e che insistere sui propri desideri, sul proprio orgoglio e sulla propria posizione è un’ignoranza; un uomo conta solo quale spirito, quale particella del Divino, e nessuno più degli altri, ma allo stesso modo in cui tutte le anime contano per l’Anima di tutti.

MAGIA E RELIGIONE SECONDO GIULIANO KREMMERZ – PARTE II

*

Continua dalla prima parte (qui)

L’uomo aspirante alla sua integrazione deve ragionevolmente sviluppare tutte le sue unità, non i soli piedi o il solo stomaco o il solo naso. E questo è il nodo della questione sul quale richiamo la vostra perspicacia: l’iniziatura ad una scienza reintegrativa non è a confondersi con le teosofie e le religioni che vogliono mutare l’uomo in un angelo che suona il liuto innanzi al trono divino; ma più modestamente aspira a che la bestia intelligente uomo si sviluppi fino alla purezza dei suoi poteri, sovrano del suo destino e libero e giusto padrone delle forze latenti e note che natura gli ha dato.

Se un sistema di medicina volesse ridurre tutto l’organismo umano al solo eccessivo sviluppo della sensibilità nervosa non creerebbe la sanità del corpo.
Così l’ipotesi religiosa ha dato per risultato tanti soggetti da manicomio che poi furono santificati per ammirazione delle nevropatie di tutte le forme nella storia della fede. Comprendo che vi furono dei matti generosi e veramente eroici per la loro azione sociale in tempi difficili, ma ve ne furono mille altri, delinquenti raffinati dalla teologia, che fanno disonore non solamente al paradiso, ma all’umanità.

MAGIA E RELIGIONE SECONDO GIULIANO KREMMERZ

*

Le religioni ebbero origine dall’idea di legare le masse travagliate dalle passioni bestiali ai tipi divini, per il governo loro e per modificarle alla vita sociale. Ebbero origini teocratiche o formarono dopo la loro nascita delle teocrazie. Le due grandi religioni vive, teocratiche o no, il cristianesimo e il buddismo, ci trasportarono ad un eccesso antiscientifico: lo spiritualismo, l’uomo-spirito, che la logica umana ripudia.
Comprendo che l’uomo-spirito è una idea seducente e una nobile fantasia; ma con questo non escludo che sia una eresia scientifica della scienza sacra.
Ogni eccesso è disquilibrio delle facoltà.
Stabiliamo alcune idee fondamentali, per prepararci.
Che cosa è l’uomo? Un vestito di carne e una mente che ragiona, osserva e concepisce le idee.
Non entriamo in tutto quello che han detto filosofi e religiosi.
La chiesa ci dice anima e corpo.
Lo spiritismo afferma esistere un corpo, un perispirito, uno spìrito.
La teosofia buddica ci divide in sette parti.
Noi ci sentiamo uno. Bisogna compiere uno sforzo atletico per arrivare a sentire in noi un quid diverso dal corpo, che chiamiamo mente.

EMPATIA… E COSÍ SIA

*

Oltre la barriera egoistica
un diffuso desiderio di tenerezza
mi abbraccia alla consolazione umana

Un tuffo negli occhi altrui
ed il silenzio dell’anima
nutrono i sentimenti e le emozioni

Un benevolo rispecchiarsi
nei gesti nelle parole e nel volto
esalta la mia comprensione profonda

SPUNTI PER UN’INDAGINE CONOSCITIVA

Non dovremmo mai ingannare noi stessi, poiché nostri pensieri e le nostre intenzioni si riflettono insidiosamente sugli altri.
C’è in me un’idea di forzatura, di obbligo. Questa idea si nutre delle proiezioni ad essa affini e delle influenze esterne della vita ad essa collegate. L’osservazione di questi movimenti dona chiarezza e possibilità di discriminazione.
Quello in cui sono immerso oggi, ciò che chiamo “la mia esperienza”, è il massimo, l’ideale, su cui strutturare la mia indagine conoscitiva.

COMUNICARE LA FORZA

Quando tu hai un maestro visibile, bada che la sua scienza è una face che non si dona; ma come il fuoco accende i carboni spenti, per comunione dell’Ariel elementare del fuoco egli accende nel tuo animo il fuoco della scienza e per la scienza ti comunica la forza. Il metodo desiderato dai profani dell’esposizione delle leggi dello scibile al discepolo, non è sostenibile e non è adattabile allo insegnamento della magia.
     Nella quale magia un gran rimprovero è a farsi a tutti coloro che ne discorrono, il dott. Kremmerz compreso, e cioè la vogliono insegnare con metodi impossibili alla cultura pedagogica contemporanea, ricorrendo a formole, a simbolismi, a materie viete degne di secoli di ignoranza e di tenebre.
     Ma i miei amici e nemici comprendano che non è la formola e la logologia quella che fa il mago e l’insegnamento magico – ma altra musica che il simbolismo nasconde.

LA DOPPIA NATURA DELL’UOMO

L’essere uomo, in quanto tale, deve riconoscersi quale elemento doppio: umano e divino; tocca alla propria cosxienza stabilire se essere un tutt’uno col divino o con l’umano.
L’individuo è elemento di transizione, per cui è tutto e non è niente; la sua lotta, il suo travaglio, la sua stessa impotenza derivano dal non sapersi definire e, di conseguenza, dal non sapersi unificare e integrare. Ma questa doppiezza, per fortuna, non è assoluta perché l’elemento umano è solo una “sovrapposizione” alla Pura Cosxienza […].
Nessuno potrà mai distruggere la Divinità che è nell’ente umano, perché gli è intrinsecamente connaturata; il fattore psicologico umano è una semplice proiezione spazio-temporale, una seconda falsa natura che la forza creatrice della mente ha potuto rendere verosimilmente stabile. Attualmente l’umanità vive sotto l’impressione di questa falsa natura fino ad esserne totalmente suggestionata e vittima indifesa. La verità si è capovolta: è reale ciò che appare, è falso ciò che realmente è.

Se anche soltanto “pochi” sanno decisamente distaccarsi da tale cappa ipnotica e dall’altrettanto oppio degli alibi; se sanno avere l’ardire di essere contro l’opprimente fantasma della propria immagine idealizzata

CHE NE SAI?

«Pensi che l’asceta nella sua caverna o sulla vetta della montagna sia una pietra e non faccia nulla. Che ne sai? Può star riempiendo il mondo con le potenti correnti della sua volontà e cambiandolo con la pressione della sua anima (…)

ADATTAMENTO E LIBERTÀ

Le differenti teorie evoluzionistiche hanno definito l’adattamento come un aggiustamento funzionale di un organismo vivente che, per restare in vita, si conforma al suo ambiente circostante. Se necessario si possono in effetti sviluppare certi organi o certe funzioni per adattarsi alla costante mutabilità dell’ambiente esterno. Per sopravvivere l’animale – e l’uomo – hanno bisogno di uno specifico spazio vitale organizzato dalla propria specifica peculiarità e intelligenza che si adatta in larga parte ai cicli della vita e ad immutabili leggi universali. Quando questo spazio vitale è ristretto o degradato al di là di un certo limite di tolleranza, appaiono alcune reazioni o modificazioni atte ad armonizzare questo cambio di stato, al fine di preservare la vita della specie. È questo adattamento, in linea di massima meccanico nei reami subumani, che permette lo sviluppo di differenti specie con specifiche caratteristiche, allo stesso tempo sacrificando altre varietà destinate poi nel tempo a modificarsi fino ad estinguersi: questo processo è definito “selezione naturale”.

Detto altrimenti, l’adattamento è un puro processo di preservazione e sopravvivenza. Su questo mondo sono le specie più adatte che sopravvivono alle modificazioni evolutive, e questo resta valido anche per gli esseri umani. Il termine adattamento è quindi associato a quello di selezione naturale, che indica di fatto una legge naturale, un puro meccanismo evolutivo preposto sia alla preservazione che all’estinzione.

Riassumendo, l’adattamento è una trasformazione specifica necessaria a conformarsi alle nuove condizioni di vita dell’ambiente esterno, infatti per analogia adattarsi significa sottomettersi ad una precisa legge (sociale o di natura) operante all’esterno di sé. Questo è un naturale processo della vita che tutte le specie, cosxienti o meno, adottano per sopravvivere.

IL MALE DEL NOSTRO SECOLO

La nostra epoca è malata, perché l’uomo ha perso il contatto con la propria anima. Senza dubbio, ci sono state altre epoche, periodi oscuri durante i quali l’anima si era ritirata, o era velata, ma è solo oggi che sembra essersi verificata una spaccatura definitiva, un taglio netto.
Avviene così che l’umanità non trascini più dietro sé le vecchie catene che la appesantivano ma che, nonostante tutto, la tenevano unita alla propria divina essenza; c’è stato un taglio netto e ora vaga libera.
È comparso l’eterno Nemico che ha profuso dinanzi ai nostri occhi estasiati tutto il panorama delle ricchezze e delle glorie della vita; non solo il comfort, il piacere e il benessere, ma anche le ricchezze del potere e della conoscenza; non abbiamo saputo resistere e ci siamo gettati a capofitto nella valle della tentazione dando la nostra anima come merce di scambio. Siamo ormai padroni di tantissimi campi e la nostra conoscenza e potere si estendono su una varietà di regioni immense prima ignote;

MADRE DI LUCE, GIOIA E PACE

*

Madonna di luce, Madre di gioia e di pace,
tu sei una porzione del mio sé incaricata
d’elevare lo spirito alle sue altezze dimenticate
e risvegliare l’anima ai contatti dei cieli.
Poiché tu sei, l’anima s’avvicina a Dio;
Poiché tu sei, l’amore cresce nonostante l’odio
e la conoscenza marcia indenne nella fossa della Notte.

LA TUA STRADA È IL TUO DESTINO

 

«… O uomo, gli eventi che incontri sulla tua strada,
benché colpiscan di gioia e dolore il tuo corpo e la tua anima,
non sono il tuo destino, essi ti sfiorano un attimo e passano,
persino la morte non può interrompere la marcia del tuo spirito:
la tua meta e la strada che scegli sono il tuo destino».

DESIDERIO INTERIORE: FARE PER ESSERE

Ogni cosa che pensiamo e facciamo, origina da un Desiderio interiore.

Un’Anima di Desiderio, quindi, sospinge ogni possibile creazione volgendola incessantemente verso un atto costante di perfezionamento. Un Amore potente, che arde ma non brucia mai, alimenta questo Desiderio Eterno di Creazione che anela ad unire questa separazione originaria tra moto e quiete, tra maschile e femminile, tra ogni possibile manifestazione di opposti.

LA “PERSONALITÀ MECCANICA”

Uno dei più grandi errori mentali che, dall’inizio e per molto tempo a seguire, accompagna coloro che scelgono di impegnarsi in un Lavoro di Risveglio volto allo sviluppo della propria Cosxienza, è relativo a ciò che si concettualizza e si etichetta come “io”, “ego”, “personalità”, e qualsivoglia sinonimo.
Tutti questi nomi, queste etichette, che spesso dimentichiamo essere null’altro che concetti e idee di cosa crediamo o di come dovremmo essere, fondamentalmente indicano e conducono alla medesima cosa: la struttura psicologica da trasformare, dalla quale ognuno di noi comincia il proprio viaggio personale.

IL SONNO DELLA COSXIENZA

Guardare da vicino le nostre impossibilità, i nostri limiti e accettare la menzogna che ci determina, è di fatto una presa di Cosxienza che trascende la meccanicità della non azione, del non essere e della non vita. La non vita è morte, è uno stato di morte non apparente, che non c’entra nulla con la morte biologica ma è tutto quello che, se identificati in superficie, per ignoranza crediamo “vita”.

Il vero ricercatore sa che l’identificazione nella macchina psicofisica determina il sonno della Cosxienza, è la non vita da trasformare, la morte silente della vera identità individuale in cui è identificato e da cui deve elevarsi ed evadere.

LA VERITÀ

Ma che cos’è la Verità e chi può trovarne la forma
Tra le immagini speciose dei sensi,
Tra le ipotesi ammassate della mente
E le oscure ambiguità di un mondo
Popolato dalle incertezze del Pensiero?
Perché dov’è la Verità, e quando fu udito il suo passo
In mezzo al clamore infinito del mercato del Tempo,
E qual è la sua voce in mezzo ai mille gridi
Che traversano il cervello in ascolto e ingannano l’anima?
O forse la Verità non è altro che un gran nome fulgente
O una vaga e splendida parola con cui il pensiero dell’uomo

LO SCOPO DELLO YOGA [PARTE II]

Continua dalla prima parte […]

Il mondo è un movimento di Dio nel Suo stesso essere; noi siamo centri e nodi della coscienza divina che comprende e sostiene il processo del Suo movimento. Il mondo è il Suo gioco in cui gioisce di Se Stesso, Egli che è il solo ad esistere, libero, infinito e perfetto; noi siamo le moltiplicazioni di quella gioia cosciente, catapultati nell’esistenza per essere i Suoi compagni di gioco. Il mondo è una formula, un ritmo, un sistema di simboli che rivela Dio a Se Stesso nella propria coscienza; non ha una realtà materiale perché esiste solo nella Sua coscienza e nella Sua espressione. Noi, come Dio, siamo nel nostro essere interiore la Realtà espressa e nel nostro essere esteriore termini di quella formula, note di quel ritmo, simboli di quel sistema. Facciamo in modo di assecondare il movimento di Dio; giochiamo il Suo Gioco; interpretiamo la Sua formula e suoniamo la Sua armonia; esprimiamoLo in noi stessi nel Suo sistema.

LO SCOPO DELLO YOGA

Lo scopo del nostro Yoga è la perfezione di Sé e non lʹannullamento di Sé.
Esistono due sentieri che lo Yogin può percorrere, quello del ritiro dall’universo e quello della perfezione nell’universo; il primo è il risultato dell’ascetismo, il secondo si compie attraverso tapasya; il primo ci accoglie quando ci lasciamo sfuggire Dio nell’Esistenza, il secondo è compiuto quando perfezioniamo lʹesistenza in Dio. Che il nostro sia il cammino della perfezione e non della resa; che il nostro scopo sia la vittoria nel combattimento e non la fuga da ogni conflitto.

Buddha e Shankara ritennero il mondo fondamentalmente falso e miserabile, perciò la fuga dal mondo fu per loro lʹunica forma di saggezza. Ma questo mondo è Brahman; il mondo è Dio; il mondo è Satyam; il mondo è Ananda; è solo la nostra errata interpretazione del mondo, filtrata dall’egoismo mentale, ad essere una falsità e la nostra relazione sbagliata con Dio nel mondo ad essere fonte di sofferenza. Non esiste altra falsità, né altra fonte di dolore.