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«Un canto in lontananza, dietro
le pianure dell’India.
Un bambino è là. Sono io
questo bambino. Sono io
questo vecchio. Sono nato
da sempre, forse ieri,
o in questo stesso istante? Sono
così vecchio, ma così vecchio
che queste pianure fremono in me
come la prima risacca
d’un mare antico che lambisce
un continente dimenticato.
Mi ricordo. Io
mi ricordo, era lontanissimo
Siamo gli arcangeli dolorosi di un mondo che crolla,
siamo i figli di una nuova razza non ancora nata,
ma che vive attraverso di noi
come un vento carico di minacce e di polline nuovo.
Non sappiamo cosa vogliamo dire,
il nostro oracolo è sigillato,
i nostri sogni oscuri, i nostri segni contraddittori.
Non abbiamo la chiave,
ma siamo fermi davanti ad una nuova soglia,
a battere alla porta,
Inauguriamo la rubrica Numinum Nectar (il “Nettare dei Numi”) con questo canto, tratto dal poema Savitri di Sri Aurobindo.
Fragile miracolo d’argilla pensante,
armato di illusioni marcia il figlio del Tempo.
Per riempire il vuoto attorno ch’egli sente e paventa,
il vuoto da cui venne e verso il quale va,
egli magnifica il suo sé e lo chiama Dio.