Nella vita di tutti i giorni «possiamo vedere una forma, ma non possiamo conoscerne la natura attraverso i sensi. Il pensiero conosce le forme ma non può afferrare la realtà che è dietro di esse, la realtà di quel che siamo, che appare prima e dopo ogni pensiero o sentimento. Quello di cui facciamo esperienza (suoni, forme, colori, pensieri) non può esistere senza uno sfondo, ma questo sfondo non può essere percepito dai sensi e dunque resta non visto, non sperimentato…».*
Le orme della Vita si percorrono ripulendo e purificando il desiderio compulsivo di percorrerle.
Chi si scruta dentro per conoscersi, ringrazia le crisi e ne comprende gli ostacoli, perché ha realizzato che i limiti imposti dalla Forza della Vita forgiano l’uomo e ne risvegliano l’anima.
È del tutto normale muovere i primi passi sorretti dalla fantasia della novità, dalla curiosità, dall’inconsapevolezza, dall’ambizione, dalla superbia e dalla santa ignoranza. L’importante è che si proceda consapevoli delle innumerevoli capacità e potenzialità insite nell’uomo, limitate solo dal contrasto tra i suoi conflitti e l’ampiezza dei suoi aspirati orizzonti.*
“In un certo senso, la nostra civiltà non è da biasimare se la questione sollevata in questo momento storico porterà a una catastrofe. Potremmo invece dire che ha svolto bene il suo lavoro.
La responsabilità ora è degli uomini e delle donne di cultura che gestiscono i suoi modelli, e che potenzialmente sono in grado di costruire nuovi modelli per adattarsi ai nuovi poteri liberati dalle cristallizzazioni della materia. La civiltà, quale macro ente, è in fondo la liberazione del potere, e il potere è essenzialmente la capacità di agire in modo efficace per la prosperità e l’evoluzione comune…”. *
«Affinché la cosxienza dell’uomo sia sufficientemente ampliata per comprendere l’intera Terra e per rendersi conto che l’umanità ha una funzione ben definita da svolgere come “organo” all’interno dell’organismo totale del pianeta, l’uomo non può non individualizzarsi, cioè spersonalizzarsi e liberarsi dalla schiavitù psichica corrotta delle condizioni socio-culturali e geografiche, le stesse che lo rinchiudono in una complessa ragnatela mentale-virtuale, costituenti valori e credenze “tribali di massa”.
Gli uomini hanno sviluppato un tipo di mente cosxiente e oggettiva, e possono dunque porsi e porre domande pertinenti alla Realtà in cui sono immersi e comprenderne significato e senso.
Per liberarsi dall’inganno delle apparenze, l’ego collettivo deve innanzitutto credere nell’abbondanza e nell’eterna pienezza dell’Essere.
Bisogna superare le abitudini alla scarsità, causa prima della competizione e generatrice dei fantasmi della paura e della colpa che limitano la vera Essenza nell’uomo…». *
«Ci sono due tipi di disciplina, uno idealizzato dalla falsa Personalità e l’altro custodito esclusivamente dall’Essenza. La prima conduce all’apparire e all’inevitabile sofferenza, la seconda alla crisi evolutiva come scelta di vita. Essere in grado di discernere tra questi due significa essere in grado di trarre beneficio dalla disciplina o di soffrirne.
La disciplina in virtù della falsa Personalità è un’imposizione, una richiesta fatta il cui beneficio è solo quello di alimentare un falso senso di autostima o al contrario un senso di colpa e disistima, alimentare il giudizio di come si è migliori o peggiori degli altri, di come sarebbe se avessi questo o quest’altro. Queste tendenze esteriorizzanti non aiutano alcun processo a beneficio dell’intuizione o della crescita, ma staticizzano la giustificazione dell’io nelle sue poliedriche e illusorie manifestazioni.
L’uomo dice “io” e con questo termine indica un’infinità di identificazioni, ovvero qualità, attributi, ruoli attraverso cui definiamo la nostra immagine e la nostra identità, ognuno dei quali ha potuto svilupparsi grazie ad una scelta: una possibilità è stata preferita ad un’altra. In pratica, definendoci ed attribuendoci delle caratteristiche in cui ci riconosciamo, ci identifichiamo unicamente in un polo della nostra personalità, spesso quello che mostra un nostro pregio, escludendo però il polo opposto e complementare, a cui viene ad associarsi un’imperfezione, un difetto.
Prendiamo spunto dagli esempi della precedente puntata per toccare il tema dell’Uomo N-Uovo, offrendone una definizione compatibile con la nostra quotidianità. In quale misura ogni giorno permettiamo a questa scintilla divina in noi di emergere, in tutta la sua ispirata Creatività, aprendo una breccia nel “vecchio” della nostra personalità?
Ognuno di noi fa i conti, consapevolmente o no, con un sentimento di sé chiamato «amor proprio». Dopo averne citato le caratteristiche nella puntata del 25 giugno, torniamo a parlarne apportando alcuni esempi pratici di come questo sentimento emerga e ci condizioni negli scambi quotidiani con le altre persone e nelle dinamiche della vita, commentandoli attraverso l’esperienza del Gruppo Altrove e le impressioni degli ascoltatori.
«Non dovremmo mai ingannare noi stessi, poiché nostri pensieri e le nostre intenzioni si riflettono insidiosamente sugli altri. […] Quello in cui sono immerso oggi, ciò che chiamo “la mia esperienza”, è il massimo, l’ideale, su cui strutturare la mia indagine conoscitiva. Il luogo in cui risiedo, le persone con cui lo condivido, le relazioni esterne, sono tutte materiale di studio e di indagine per comprendere i miei mondi interiori. Ogni resistenza, ogni costrizione, ogni processo con cui entro in contatto, è la proiezione di un “qualcosa” o un “qualcuno” che porto dentro…».
Commentiamo questo spunto di utilità per un Lavoro quotidiano attraverso l’esperienza del Gruppo Altrove e degli ascoltatori.
Ospite della puntata è Daniela Colavitti, ricercatrice che è transitata attraverso diverse esperienze nel suo viaggio alla ricerca dell’Essenza.
Con lei parliamo delle modalità diverse attraverso cui la nostra Essenza può esprimersi e comunicare con noi, dai sogni alle esperienze della vita, compresa la malattia, alle persone che incontriamo, nostri fedeli specchi e maestri… messaggi che, se colti, ci permettono di avere delle possibilità in più per vivere realmente la nostra vita anziché esserne vissuti passivamente. Numerosi gli interventi degli ascoltatori che arricchiscono il dialogo.
«La Luce dell’Essere per amore anima di Volontà lo sbocciare della nostra Essenza.
La personalità è lo sbocciare di un fiore, è il materializzarsi di un’Idea essenziale che in potenza contiene un frutto unico nel suo temperamento, il quale, attraverso un processo di condensazione, maturando struttura l’io e le proprie funzioni: il sistema ego.
Tale sistema è strumento e indispensabile apparato per l’evoluzione dell’essere umano…».
Una domanda importante divide oggi le cosxienze degli uomini; una domanda a cui vengono date due interpretazioni opposte.
La nostra società occidentale, e la sua cultura ormai diffusa in gran parte del globo, sta attraversando un periodo di “riaggiustamento” nel suo percorso progressivo verso una crescente ed efficiente dimostrazione della capacità di controllare l’ambiente, soddisfare i suoi più reconditi desideri e, non per ultimo, migliorare tecnicamente le sue possibilità genetiche; oppure, sta affrontando la disintegrazione e il collasso perché non è riuscita a realizzare ciò che era potenzialmente in grado e destinata a realizzare, abusando dei poteri e delle possibilità che il nuovo sviluppo evolutivo della sua mente aveva liberato?
Tutto ciò che facciamo e pensiamo ora e nei prossimi anni dipende da quale delle due modalità interpretative noi, individualmente e collettivamente, consideriamo corretta…
Una delle idee fondamentali di insegnamento volto alla conoscenza di sé stessi è che nello stato ordinario tutto avviene nel sonno, ovvero tutto accade nella ripetizione meccanica dei ricordi e delle associazioni.
In tale stato non abbiamo altra possibilità che sperimentare frammenti di sogni passati, opachi riflessi che velano la realtà e la vera conoscenza.
Non possiamo dare direzione alla nostra vita con la volontà catturata in un sogno. Nel regno dell’io ordinario siamo totalmente dipendenti dalle influenze esterne e schiavi delle reazioni automatiche del nostro funzionamento meccanico. È una schiavitù che riveste un ideale di libertà.
Ne parliamo attraverso alcune vive testimonianze, sondando le diverse impressioni ed esperienze degli ascoltatori.
Com’è mai possibile: abbiamo studiato, faticato, fatto strada, guadagniamo tanto, siamo in gamba, abbiamo dei bei soldi in tasca, abbiamo una casa, una macchina per andare dove vogliamo, siamo riconosciuti e rispettati socialmente… come possiamo essere schiavi?!
Ne parliamo in questa puntata, in una sinergia tra l’esperienza del Gruppo Altrove e l’impressione degli ascoltatori, affrontando un po’ di quelle limitazioni e contraddizioni che rendono la nostra “libertà”… fortemente condizionata.
Milioni di persone nel mondo soffrono oggi di una comune mancanza; i sentimenti intensi e forti che ancorano l’uomo alle proprie radici esistenziali sono per questa moltitudine come sospesi; la rabbia e la paura hanno sostituito il desiderio e la voglia di vivere. La precarietà e l’incertezza generano paura, e la paura ottunde l’atto consapevole del “pensare” liberamente. Si sono affievoliti i punti di riferimento; i valori familiari e sociali su cui le moltitudini strutturavano la propria vita non reggono più il confronto con questa nuova concezione di umanità, che richiede privazioni sistemiche dell’essenzialità individuale, e di interi popoli, risultando essere per ora motivo di confusione e perplessità generale. La massa è come in un limbo, sospesa tra ciò che era, a cui brama ritornare, e ciò che sarà, di cui teme pensare…
«Sembra, nel mondo di oggi, che ognuno desideri solo essere identificato con la maggioranza: successo, riconoscimento e conformismo sono le parole d’ordine. Eppure, noi abbiamo il mandato di essere non conformisti; dobbiamo essere convinti, non conformi: la convinzione viene dall’interno, la conformità, da fuori. Una società opulenta vorrebbe indurci a credere che la felicità consista nella dimensione delle nostre automobili, nella imponenza delle nostre case e nella sontuosità delle nostre vesti. Ma Gesù ci dice: la vita di un uomo non consiste nell’abbondanza delle cose che egli possiede. Noi abbiamo coltivato una mentalità di massa, e siamo passati da un rozzo individualismo a un rozzo collettivismo». (M. L. King)
«Non ci siamo mai chiesti cosa sia la morte, con tutto il nostro essere. Viene sempre presa in considerazione nei termini della sopravvivenza, come se fosse la continuazione della vita in una catena o con un movimento incessante. Ma la sopravvivenza è solo sopravvivenza di ciò che è conosciuto. Agiamo dal conosciuto al conosciuto. Desideriamo la continuità e ci attacchiamo alla sopravvivenza senza mai interrogarci sulle origini di questo desiderio…».
«Quello che un uomo dice dovrebbe sempre passare in secondo piano rispetto a ciò che è e a ciò che fa. Nell’enfasi di quest’epoca priva dei valori essenziali e di reali punti di riferimento, sembra invece che conti solo ciò che uno dice e che, in fondo, spesso non fa…».
Essere sinceri e leali a se stessi è il vero metro di misura per chi si orienta in un cammino rivolto al Vero, soprattutto quando questa intima lealtà comporta la rinuncia a schemi, parvenze, maschere che nel tempo abbiamo imparato ad adottare per convenienza e per sopravvivenza sociale. Insieme alle esperienze del Gruppo Altrove, impressioni e opinioni degli ascoltatori arricchiscono la puntata di molti validi spunti di riflessione.
«Imparare ad essere veri è un Lavoro a tempo pieno. Non funziona se lo praticate saltuariamente, e per prendervi questo tipo di impegno bisogna che amiate ed apprezziate la Realtà. Dovete voler essere veri ad ogni costo. Dovete amare la verità, anche se non vi piace quello che pensate di essere in un determinato momento. Questo genere d’Amore è la motivazione più potente, la vera Aspirazione per il Lavoro interiore…».
Cosa significare realmente essere veri, sinceri, essere “noi stessi”? Quali sono le implicazioni e le difficoltà che troviamo nel provare a mettere in pratica quotidianamente questo impegno così profondo? E soprattutto a cosa dovremmo… rinunciare?
In questa puntata attraverso spunti di diversa natura parliamo di cosa significa assumersi la responsabilità di compiere delle scelte ed accettarne le conseguenze, anche attraverso la conoscenza di alcune leggi che, pur non essendo inserite nei programmi di studio scolastici, presiedono al processo evolutivo di ciascuno di noi.
In questa puntata parliamo della necessità di emanciparci dalle condizioni in cui siamo cresciuti e che ci hanno forgiato quando non ci permettono di progredire e armonizzare la nostra vita, nonché del nostro rapporto con i «maestri», quelli idealizzati e lontani e quelli concreti e umani; l’occasione si presta per una disamina di due parole, «distacco» e «discernimento», il cui significato può esserci di aiuto in questo processo evolutivo.
Dal punto di vista del Lavoro su di sé, «accogliere» non significa solo prestare ospitalità o dare sostegno a qualcun altro, ma anzitutto essere aperti, propensi e partecipi verso gli eventi che ci capitano tutti i giorni, verso le parole che gli altri ci trasmettono, verso le esperienze, per poterne trarre nutrimento utile alla nostra evoluzione. Ovvero l’opposto di ciò che spesso potremmo essere portati a fare dal nostro piccolo grande ego…
In questa puntata ci soffermiamo sul rapporto che, anche da adulti, la nostra emotività infantile instaura con l’autorità, spesso rappresentata non solo da quelle forze restrittive che ci impediscono di fare ciò che intimamente desideriamo – presentandosi come un nemico da combattere o un padrone a cui asservirsi – ma anche dalle persone che amiamo di più e con cui instauriamo un rapporto di dipendenza.
Spesso anche chi è convinto di essere sveglio, consapevole, adulto o di fare un lavoro su di sé per comoda convenienza si appoggia a persone e situazioni che, se viste con sincerità, servono ad evitargli di affrontare davvero le proprie difficoltà e di poter trarre da esse le risorse utili a crescere, a superare i propri limiti e soprattutto a mettere in discussione l’idea che egli ha di se stesso… quasi sempre illusoria.
Di questa lotta per crescere e della pretesa implicita che spesso ci porta a dare per scontato che il mondo o la vita ci debbano qualcosa, sempre e comunque, parliamo in questa puntata attraverso la vibrante esperienza del Gruppo di Lavoro di Altrove ed alcuni spunti di riflessione tratti dai nostri testi.
Siamo veramente «Liberi» di esprimere noi stessi in pieno come Esseri Umani, o la nostra libertà è solo “di nome” mentre invece siamo intimamente condizionati dalla necessità di adattarci al nostro passato, all’idea che abbiamo di noi stessi e di come vorremmo apparire, ad una società che ci permette di sopravvivere al suo interno se ci conformiamo ad essa?
In che misura permettiamo che attraverso le nostre vite “vivano” fantasmi del passato, desideri irrealizzabili, proiezioni delle nostre ombre, rinunciando ad essere chi siamo realmente e lasciando che tali ospiti, spesso indesiderati, prendano possesso della nostra dimora?
Conoscere le cose non basta a poter cambiare la propria realtà. Affinché ogni verità possa sedimentarsi in noi e darci la possibilità di utilizzarla come strumento auto-conoscitivo, è necessario un tempo di maturazione che passa attraverso l’esperienza. Diversamente, la convinzione di potercela fare da soli, che l’ego spesso ci suggerisce, non ci rende più “liberi” nella vita di tutti i giorni, ma accresce il peso della maschera sociale che indossiamo (la personalità) a discapito della nostra vera Essenza.
Vi sono molte forme sottili di negatività che sono così comuni che di solito non sono riconosciute come tali, come l’impazienza, l’irritazione, il nervosismo e l’ “essere stufi”. Esse costituiscono l’infelicità di fondo che, in molte persone, è lo stato interiore predominante, sebbene spesso non venga scorto nelle attività quotidiane.
Ne parliamo in questa puntata, attraverso alcuni spunti tratti dall’esperienza di Eckhart Tolle e con l’arricchente contributo degli ascoltatori.
Gli Altronauti – puntata di venerdì 26 febbraio 2021
Proseguiamo il cammino intrapreso nella puntata precedente, prendendo spunto dalle considerazioni dello psicanalista e sociologo Erich Fromm su «avere» ed «Essere» come due modalità differenti di approccio alla vita.
In particolare, nella prima parte della puntata affrontiamo l’idea di «vita attiva» e «vita passiva» di alcuni sapienti antichi (come Aristotele, Tommaso d’Aquino, Spinoza), chiedendoci se le loro concezioni di «felicità», «sofferenza», «salute», «Libertà», «ragione» non possano essere valide anche oggi…
Gli Altronauti – puntata di venerdì 19 febbraio 2021
«L’avere si riferisce a cose, e le cose sono fisse e descrivibili. L’essere si riferisce all’esperienza, e l’esperienza umana è in via di principio indescrivibile».
Attraverso alcune riflessioni del famoso psicanalista tedesco Erich Fromm, tratte dal suo libro Avere o Essere?, facciamo luce su una modalità di vita e di visione della realtà tutt’oggi ancora poco esplorata e… ancor meno praticata: la modalità dell’Essere.
In particolare, nel corso della puntata ci soffermiamo su…
Gli Altronauti (Radio Cooperativa) – puntata di venerdì 12 febbraio 2021
Ospite di questa puntata è Bruno di Loreto, ricercatore nell’ambito dell’«innovazione sociale», insegnante di naturopatia ed istruttore di arti marziali, nonché facilitatore nel coadiuvare la creazione di «reti» tra persone e gruppi accomunati dal desiderio di «star bene insieme».
Attraverso il racconto della sua esperienza, individuiamo le principali caratteristiche e le eventuali problematiche che caratterizzano la creazione (o riscoperta) di un nuovo «paradigma» comunitario, tra cui…
Gli Altronauti (Radio Cooperativa) – puntata di venerdì 5 Febbraio 2021
Cosa accade dentro di noi quando i nostri punti di riferimento morali, culturali ed affettivi si dissolvono, e con essi anche il «paradigma» che forniva un senso ad ogni cosa nella nostra vita è costretto a mutare?
Una delle reazioni possibili, nel prendere coscienza di ciò, è quella che Ernesto de Martino definiva «crisi della presenza», quando la traumaticità di un evento percepito come negativo prende il sopravvento sulla vita ordinaria e rende difficile ristabilire un ordine armonico.
Ne parliamo in questa puntata, evidenziando alcune analogie con l’attuale crisi sociale, e toccando il tema molto sentito dello «spaesamento» di fronte ad una realtà
Gli Altronauti (Radio Cooperativa) – puntata di venerdì 29 Gennaio 2021
Continuiamo a parlare dei modelli sociali che forgiano il nostro carattere e la nostra personalità, partendo da una domanda di base: è possibile che le caratteristiche e le tendenze a cui spesso ci riferiamo quando diciamo «io», siano in realtà il prodotto di una nostra conformazione (o avversione), anche parziale, all’ambiente in cui cresciamo?
Per rispondere a questa domanda, facciamo una breve carrellata dei diversi paradigmi attraverso cui è transitata la società italiana negli ultimi settant’anni (cattolico, sessantottino, qualunquista, edonista, consumista, ecc.) e delle ideologie che li hanno accompagnati
Gli Altronauti (Radio Cooperativa): puntata di venerdì 22 gennaio 2021
Ognuno di noi vive dei modelli, contribuendo essenzialmente alla loro stessa esistenza, perché “deve”, e perché i modelli nell’equilibrio cosmico sono inevitabili. Il Cosmo stesso è uno schema-modello macrocosmico e l’Essere Umano, nella manifestazione universale, ne è una conseguenza e un riflesso microcosmico*.
Quali sono questi modelli? Come ci condizionano a livello familiare, morale, sociale, religioso, psicologico, ecc. (soprattutto quando non ne siamo consapevoli)? È possibile utilizzare la naturale facoltà imitatrice dell’Uomo anche in modo creativo, per attingere a “modelli” di esistenza diversi, senza ripetere gli errori del passato?
Gli Altronauti (Radio Cooperativa): puntata di venerdì 15 gennaio 2021
«Nelle compulsive attività di superficie, immerso nella frenetica competizione del mondo, l’uomo contemporaneo è sempre più afflitto da una profonda insoddisfazione, un muto malessere di sottofondo che egli, nonostante gli sforzi, non riesce a definire. Un estremo bisogno di ritrovarsi lo spinge allora ad esplorare, a superare, a conoscersi. Egli, alieno, sente un’intima necessità di comprendere chi è davvero e cosa ci fa in questo mondo, sente che vuole essere padrone di sé e, forse, del suo destino».*
Gli Altronauti (Radio Cooperativa): puntata dell’8 gennaio 2021
Prima di attraversare il ponte che può condurci verso un «mondo nuovo», mèta e scopo della nostra trasmissione, è necessario guardarci intorno e sondare la natura di alcune disfunzioni che sono all’origine della nostra sofferenza, ma al contempo ci spingono verso l’evoluzione e il cambiamento.
In questa puntata lo facciamo insieme a Hermes, fondatore del centro di Pedagogia evoluta “Sei Altrove”, Carlotta Brucco e Riccardo Telesca, di “Neom Project”, e Mel del Gruppo Altrove, ispirati da alcuni passi del libro di Eckhart Tolle «Un nuovo mondo».
Gli Altronauti (Radio Cooperativa): puntata di venerdì 1° Gennaio 2021
Una cosa è immaginare i modelli possibili di una nuova società, e tutt’altra cosa è proporre “direttive” per l’azione durante il lungo processo di transizione dallo stato attuale dell’umanità a una condizione globale e armonica dell’esistenza umana. Individui profondamente scontenti e ribelli, e ancor di più il popolo oppresso e/o affamato della Terra, bramano o chiedono con insistenza di agire. Ma che tipo di azione e a quale livello?
Gli Altronauti (Radio Cooperativa): puntata del 25 dicembre 2020
Puntata speciale: diretta ‘natalizia’ con il maestro di Cabalà Nadav Crivelli (fondatore della scuola Leitiel Leitiel), che in collegamento dall’estero ci accompagna a conoscere un sentiero sapienziale molto antico, da cui poter trarre utili spunti e strumenti di autoconoscenza per affrontare la vita quotidiana.
Gli Altronauti (Radio Cooperativa): puntata del 18 dicembre 2020
Pur usando spesso la parola sincerità nell’interloquire quotidiano, è spesso tutt’altro che semplice riuscire davvero ad essere sinceri... cosa vuol dire?
Cosa ci limita nel poterci relazionare con gli altri “senza preoccupazione”, “senza reticenze”, “senza filtri”, e permetterci di essere autentici, schietti o franchi? Perché spesso non riusciamo ad essere “sinceri” nemmeno con noi stessi?
Gli Altronauti (Radio Cooperativa): puntata dell’11 dicembre 2020
Parliamo del Desiderio nella sua duplice natura, evolutiva ed involutiva, della padronanza sulle nostre “passioni” e della mancanza profonda che attraverso i molteplici oggetti del nostro desiderare cerchiamo di riempire: la riconciliazione con la nostra parte più Vera e Autentica, l’Essenza che abbiamo messo da parte per “conformarci” al mondo…
Il brano letto e commentato nel corso della puntata: https://www.seialtrove.it/desiderio-interiore-fare-per-essere/
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Gli Altronauti (Radio Cooperativa Padova): 4 dicembre 2020
Ospiti in studio: Hermes, Carlotta Brucco e Riccardo Telesca.
Si parla di riscoprire il significato profondo della “fratellanza” in un’epoca che sembra portare alla luce il nostro lato più oscuro ed evidenziare le divisioni, ma che può invece celare ben più grandi opportunità per l’edificazione collettiva di un mondo diverso.
Tra i molti temi trattati: la sinergia tra spiritualità e nuove prospettive scientifiche, e la necessità di strumenti di autoconoscenza concreti per affrontare la transizione.
Per maggiori informazioni sulle attività di Carlotta e Riccardo: https://www.neomrevolution.it/
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