In questa puntata affrontiamo il tema dell’Evoluzione sia come cambiamento personale sia come Scopo della Vita, dell’Universo e del genere umano, nonché il suo opposto, l’involuzione, accogliendo le considerazioni e le esperienze degli ascoltatori su questo ed altri argomenti affini, come l’Amore per la Vita, il Mistero dell’Esistenza, la possibilità di una “evoluzione” individuale pur in un contesto sociale che appare in involuzione…
I suoni tutti, tutte le voci la Tua voce son diventati:
Musica e tuono e di uccelli i cinguettii,
I suoi dolori e le gioie della vita son balbettati,
Cadenza del parlare umano e di parole i mormorii.
Il riso dell’immensa del mar felicità,
L’alato ronzar d’aereo l’aria a conquistare,
Il suon di tromba sulla terra e dell’auto la velocità,
La riluttante locomotiva, con la sua sirena a squillare
«Il Lavoro di Autoconoscenza non deve e non può essere un abbandono dell’esistenza, come praticato dagli asceti, ma la perfezione nell’universo attraverso l’esperienza diretta della Vita nella pratica spirituale, e non la fuga dalle difficoltà. È qui, nelle innumerevoli forme della vita, nei nostri corpi, che possiamo svelare la grandezza della Luce divina ed esprimere l’incessante potenza della creazione della Madre Divina».
Ne abbiamo parlato a “Gli Altronauti”, venerdì 1° aprile, intervallando il racconto delle nostre esperienze con le impressioni degli ascoltatori.
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Un esempio di Sigillo Celeste personalizzato del Tema natale,
ideato, disegnato e prodotto dal Gruppo Altrove:
PER APPROFONDIMENTI: clicca qui o scrivi a info@seialtrove.it
Pubblichiamo come spunto di riflessione un video-commento (lectio magistralis) di Enzo Pennetta, laureato in Biologia e Farmacia e docente di Scienze Naturali, ispirato ai profondi mutamenti di tipo sociale, politico e giuridico introdotti da questa condizione di emergenza “sanitaria” [sotto al video, per facilitare la comprensione di alcuni termini tecnici, abbiamo inserito una piccola legenda per i non addetti ai lavori].
«Siamo entrati nel “Security State”, siamo la generazione che dovrà affrontare qualcosa di mai visto prima. Il “Security State” è un metodo di governo dove la paura dei cittadini viene usata per chiedere loro privazioni della libertà e silenziare l’informazione, è una fase nuova, mai sperimentata prima e caratteristica di uno stadio avanzato del neoliberismo, dove gli squilibri sociali devono essere gestiti con strumenti nuovi»
Fonte: Critica Scientifica (sito di Enzo Pennetta) – Canale YouTube di Byoblu
«Security state»: «stato di sicurezza», utilizzato anche per indicare lo «stato di polizia» ovvero una condizione politica in cui un’emergenza (reale o presunta), come ad es. criminalità, terrorismo, guerra, o malattia, può indurre le autorità a incrementare la sorveglianza e le restrizioni sulle libertà civili dei cittadini anche attraverso mezzi inconsueti, rendendo l’eccezione stessa una nuova “normalità” (ad es. le norme sulla sicurezza seguite all’11 settembre)
Thomas Hobbes: filosofo inglese (1588-1679), uno dei punti di riferimento del pensiero politico moderno. Secondo il suo pensiero, in una società politica di base gli esseri umani possono uscire dalla condizione di animalità che caratterizza lo «stato di natura» soltanto cedendo la loro sovranità ad un Monarca che, in cambio, garantisca loro sicurezza e protezione da nemici esterni. Questa idea dello Stato, rivisitata in chiave “repubblicana” dopo la Rivoluzione Francese, è alla base della democrazia rappresentativa contemporanea.
«Panòpticon»: è un carcere ideale progettato nel 1791 dal filosofo e giurista Jeremy Bentham; il concetto della progettazione è di permettere a un unico sorvegliante di osservare («opticon») tutti («pan») i soggetti di una istituzione carceraria senza permettere a questi di capire se siano in quel momento controllati o no. L’idea del panopticon ha avuto una grande risonanza successiva, come metafora di un potere invisibile, ispirando numerosi pensatori e filosofi (Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Panopticon)
«Tecnocrazia»: forma di governo in cui le decisioni politiche vengono prese da esperti o studiosi di campi specifici (scienziati, ingegneri, fisici, chimici, economisti, giuristi, medici, sociologi, psicologi, docenti, ecc.) attraverso un loro diretto esercizio del potere oppure indirettamente, influenzando l’attività legislativa ed esecutiva dei governi e delle istituzioni elette democraticamente.
Vi proponiamo la visione di questo interessante video del dott. Mauro Scardovelli, in linea con il nostro sentire:
«Ogni convinzione che abbiamo, ogni pensiero che formuliamo, ha un aspetto cognitivo, ma contemporaneamente ha un aspetto emotivo, affettivo. Ogni idea è anche una Fisiologia, cambiare un’idea vuol dire cambiare fisiologia, chimica interna. Le idee diventano qualcosa a cui è attaccata la nostra sopravvivenza».
Qualche utile spunto di riflessione e di meditazione da parte del Dott. Mauro Scardovelli, di cui condividiamo il sentire, tratto dal canale Vimeo di Unialeph:
CORONAVIRUS – cosa si può fare in questo periodo? from UNIALEPH on Vimeo.
Ascolta l’Inno all’Uomo N-Uovo
… Se ti risuona, l’Uomo N-Uovo vibra in te
Quantità: 10 ml
Grado di purezza: puro al 100%
Prodotto tramite distillazione in corrente di vapore
Consigli per l’uso: vedi scheda qui
Modalità di conservazione: Conservare in un luogo fresco ed asciutto
Prodotto e confezionato da Associazione Sei Altrove – via della Busa, 12 Torreglia (Pd)
Nel corso della mostra itinerante L’ARTE COME SCIENZA che si terrà a Torreglia il 26, 27 e 28 Aprile (leggi il PROGRAMMA COMPLETO qui) si potrà assistere alla proiezione del video Evolution Fast-forward (in italiano, “Evoluzione accelerata”).
Si tratta di una produzione di Auroville dedicata all’esperienza pionieristica di Sri Aurobindo e della Madre, che fornisce un modo contemporaneo di presentare alle nuove generazioni gli insegnamenti di questi due “visionari”, con uno stile narrativo che utilizza simboli universali e rende facile la comprensione della loro visione del mondo.
Suddiviso in tre parti, il documentario espone dapprima, in un modo comprensibile anche a chi non li conosce, il Lavoro e la Visione di Sri Aurobindo e di Mère, dedicato alla conoscenza e all’evoluzione dell’Essere Umano, illustrando cosa siano la crisi evolutiva, le due negazioni e la sintesi di Coscienza e Forza.
Nella seconda parte, attraverso una presentazione grafica animata altamente coinvolgente, viene offerta un’ampia panoramica della psicologia, della cosmologia e della pratica trasformativa dello Yoga integrale ai fini di una trasformazione psichica, spirituale e supermentale.
Nella terza parte, vengono esplorate dettagliatamente le parti psicologiche dell’essere umano mappate da Sri Aurobindo e Mère: insegnamenti che costituiscono la psicologia dello Yoga integrale e che possono avere una pratica utilità nella vita quotidiana.
Siamo allora lieti di invitare tutti i curiosi a Torreglia, a L’ARTE COME SCIENZA, presso la SALA POLIVALENTE comunale di Via Vittorio Veneto, 7 – SABATO 27 APRILE 2019.
“All’interno di una scala di relatività ogni essere umano occupa un gradino diverso corrispondente al suo grado di identificazione con l’anima piuttosto che con la personalità. Qualcuno è più vicino a essere un’anima, qualcun altro è quasi solo un guscio di carne”.
Hermes
Non siamo soliti sul nostro sito dare voce a contenuti di denuncia, ma in questo caso facciamo un’eccezione. Vi segnaliamo questo intervento di Guido Grossi, ex dirigente di BNL, in merito alla truffa del debito pubblico e ai… buoni investimenti. Tematiche che ci riguardano molto da vicino. Ad ognuno la sua interpretazione (e la possibilità di commentare in coda al post).
L’eccellenza gnostica si esprime pienamente al pari del mondo finanziario nel saper sviluppare ottimi investimenti. Da sempre la tradizione perenne investe sull’unica tecnologia immutabile, l’uomo.
Hermes
(video tratto dal canale YouTube di ByoBlu)
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Siamo lieti di omaggiare anche voi lettori d’Altrove di questo prezioso e grazioso scritto di Umberto Riva, nostro amico e illustre matematico, che non è di carattere scientifico ma di natura intuitiva.
“Questo percorso consiste nel premere il palmo della mano del paziente in punti diversi”. Mi diceva Marisa, bergamasca della Valbondiona sopra la Val Seriana. Marisa, a quel tempo, faceva volontariato in un centro per sofferenti di Alzhheimer giusto a Bergamo (direi al Negri).
La curiosità mi è sempre stata compagna. Andai quindi, una volta tornato a Vicenza, a suonare al cancello del professore Porro, che ci ha lasciati un bel po’ di tempo fa, su in una villa a Monte Crocetta, villa allestita per un Day Ospital riservato a sofferenti della malattia di Alzheimer.
Conoscevo il professor Porro per un suo libro sull’argomento che certamente non parlava di molto ma non di palpeggiamento alla mano dell’infermo. Fu gentile il Professore. Ascoltò il perché della mia visita e da cosa fu suggerita oltre, si intende, alla mia curiosità. Mi parlò moltissimo ed ascoltai. Ne fui esilarato. Ma il massimo gradimento lo raggiunsi quando mi invitò a visitare la villa, le sale, vedere gli ospiti.
Gli ospiti. Ne fui allibito.
Potei riconoscere personaggi noti nel panorama vicentino. Erano, furono importanti nell’ambito della propria attività. Notai, commercialisti, docenti. Professionisti tanti professionisti. Qui non vorrei dire che in mezzo non ci fosse qualche idraulico o contabile di banca o qualche signora Maria, anche se poco ci credo.
Siccome nella mia testa si andava delineando una idea, avvicinai un paio di pazienti in funzione di una precisa domanda ovvero se “Intellettualmente” oltre alla loro materia mai ad altro si fossero interessati. Il più esauriente fu un notaio col quale ci si dava del tu in quanto conoscevo non solo per la sua professione ma anche perché fummo a scuola assieme al Patronato dai preti. Non afferrò subito il senso della domanda e non per colpa dell’Alzheimer. Non si orientava sul valore di quell’intellettualmente.
Si lui aveva interessi oltre lo studio notarile. Andava a concerti, a serate di poesia, a visitare luoghi e musei a gallerie d’arte.
Ecco, il suo interesse consisteva nel guardare e nel sentire.
Chiesi se mai avesse pensato di suonare il violino, al che seppi che la nonna, quella cara signora dai capelli candidi con la veletta ed occhialini cerchiati d’oro appesi al collo da una fine catenina d’oro, lo aveva, quand’era piccolo, spinto proprio verso il violino. Lui però, seguendo le orme paterne e del nonno, si dedicò alla giurisprudenza, quindi alla professione notarile. In toto.
“Perché mi chiedi del violino?”.
Velocemente illustrai il senso del mio dire; ascoltare la Mutter che interpreta qualche sonata di Mendhelson è piacevole è remunerante, ma l’esecuzione viene da una interpretazione della artista di quella artista o, al caso se non della Mutter, di altra interprete. Esecuzione figlia di un rifacimento della sonata, rifacimento che sarebbe mutato ogni volta avesse eseguito quel pezzo ricreando toni dettati dallo stato d’animo, dal luogo, dalla posizione della luna in cielo. La Mutter creava come lui creava un rogito, ché se i rogiti sembrano tutti uguali in realtà non è così. Vedi, gli andavo dicendo, Einstein suonava il violino, ed era uno scienziato, suonava il violino interpretando i suoi pensieri al di fuori ed al di là della relatività. Io nel mio piccolo, scrivo poesie e strani racconti, dipingo e lavoro la creta, così come scrivo e propongo teorie matematiche. Io ed il signor Einstein siamo creativi, intellettualmente produttivi al di fuori del nostro mestiere, della nostra scienza.
L’amico mi guardò in maniera strana. Non so se turbato o perplesso.
Ed intanto le mie rotelline giravano vorticosamente.
Immagini mi si configuravano nella mente. Visioni di ciò che avrebbe dovuto essere, pensiero, solo puro pensiero.
L’immagine più insistente presentava una stanza con due porte alle estremità. Erano porte opposte in una stanza vuota. Chi entrava da una porta usciva dall’altra proseguendo in via rettilinea. Il pavimento si consumava sotto i piedi, sotto le scarpe di chi passava, ma solo lungo quella striscia che rappresentava quel rettilineo tragitto. Il resto, tutto il resto del pavimento era intatto, era inusitato, era nuovo e nuovo restava. Pensavo allora che in quel momento le piastrelle di rivestimento si fossero consumate, ma solo quelle del passaggio, e per aggiustare il tutto bisognasse rifare l’intera stanza anche se buona parte di questa era integra.
I neuroni, i neuroni, i neuroni.
Quei neuroni, quei milioni di neuroni chiamati ad operare per ottenere rogiti di eccezionali contenuti perché lui, notaio, doveva produrre solo eccellenze.
Milioni di neuroni attivati all’uopo, milioni di neuroni in mezzo a miliardi appassiti inoperanti. Un milione di neuroni destinati allo stress al consumo alla fine in un mondo inutilmente inutilizzato.
Mai si dice tutto ciò che si pensa, così al professore Porro avrei dovuto scrivere, anche se, credo, in realtà lo feci. Purtroppo in quella mia, mi limitai ai ringraziamenti, che realmente erano di cuore evidenziando la cordialità che sembrava, e lo feci noto, ispirata dalla necessità di parlare di questo argomento con persona non addetta ai lavori.
Le rotelle, quelle mie cigolanti rotelle, nel frattempo continuavano a girare. Stavo per addentare qualche conclusione quando il Professore mi invitò per un nuovo incontro. Non fu per quanto mi auguravo. Era sì rimasto affascinato dalle mani e da quella tecnica, e se n’era informato ed in vero ringraziava per la notizia. Ma si parlò d’altro.
Approfittai del caso per farmi un altro giro in Villa, senza ricorrere ad interviste, ma solo per sguardi e rumori.
Una cosa che in precedenza non ebbi a notare fu la mancanza di musica. Questo fece modificare, anzi arricchire quelle mie deduzioni ed oltre le deduzioni.
Mai si deve lasciare appassire i neuroni. Bisogna solleticarli usandoli creativamente. Non la conoscenza passiva. Ma Interpretare la conoscenza attivamente e in continuazione.
Come?
Fare della prevenzione istruendo chi riconosce la validità della istruzione.
Lo so! So che la massima parte della gente non vorrà capire perché non vuol sapere, ma è altrettanto difficile che tra quella gente ci sia qualcuno che venga colpito dall’Alzheimer.
Dal momento però che a priori non si potrà stabilire se uno scolaro sarà un “pensante” od un “andante”, si darà a tutti il beneficio di superiorità. La cultura, o quella che tale si definisce, è quella che porta l’umano alla creatività, è e dovrà essere Umanistica. Chi la coglie metterà e terrà in movimento una buona parte di neuroni.
Quando si sarà superata una certa età, non per tutti la stessa, ma ben lontana dalla giovinezza, la cura, se così la vogliamo chiamare, quella preventiva, la culturalcreativa, è inapplicabile quindi non serve. I defunti neuroni non sono Lazzaro. Allora gli alzheimeriani non avranno via di scampo? Ci sono le vitamine e tutte quelle pasticche amatissime dai medici.
Oppure? La mia testa suggerisce qualcosa di diverso? La mancanza di musica in Villa suggerisce? Quando c’è musica la si deve sentire. Il sistema auditivo sempre in funzione, capterà volente o nolente i suoni che si trasferiranno al cervello.
Cosa dicono le mie rotelline? Quei suoni non debbono rimanere inerti. Saranno docenti, insegneranno ad auto analizzarsi. In teoria musica e simmetrie musicali potranno essere guide importanti e per la docenza e per l’apprendimento. Le simmetrie di Bach sono significanti ed importanti. Ma la musica, quella fatta in casa si accontenta anche di un semplice “la…. la…. la……” purchè non sia il solito “la…. la….la….”. I versi aulici di Pitagora è inizio di poesia, come i tagli sulle tele di Fontana è già arte figurativa. Il mio medico di base restaura mobili antichi. Non è un impegno creativo ma di ricerca, cercare materiali che siano all’altezza per un risultato, se vogliamo, creativo.
Nella maniera più leggera “far pensare agli altri essendo più comodo” a pari passo procede il consumo neuronico, sicché niente si consuma di ciò che non si usa. A questi, agli inerti del cervello, l’Alzheimer certamente non graverà.
Da giovani, dal tempo in cui la mente era aperta a tutto, allo studio. Studiare e pensare, pensare e studiare. Ogni ordine scolastico è coinvolto e sempre dovrà esserlo. In primis, in via essenziale ed insostituibile gli studi umanistici. Saper di greco e di latino. Ciò per coloro che abbracciano facoltà classiche e per coloro che percorrono gli studi scientifici anzi proprio negli scienziati la fantasia è necessità per essere creativi.
È un percorso per poter “essere” perché se non tutti, certamente buona parte dei neuroni saranno con noi. L’elasticità mentale è fondamentale per l’igiene del cervello che sappia di pulito.
Il percorso di pensiero, fino da giovanissimi, è indispensabile in quanto non ci sarà alcun dopo senza l’esistenza di un prima, perché nel dopo c’è solo inaridimento.
Questo ho scritto per non arrivare all’Alzheimer.
Ma c’è qualcosa per il dopo?
L’idea della musica. Le tecniche che divengono note, le note che divengono tecniche.
Le geometrie che si esprimono. I panorami di Rieman. Le curve di Plank. Sono musica. Le simmetrie ed i richiami. Come Mozart diciassettenne potè riscrivere mnemonicamente la “Alleluia di Allegri” cantata a nove voci che si poteva eseguire a Pasqua solo una volta all’anno in Vaticano dov’era conservato l’unico spartito, se a guidarlo non fossero stati i richiami delle simmetrie?
Cominciai così un percorso di matematizzazione ove il pensiero, il mio pensiero tracciava vie diverse da quelle definite da matrici costruite su teorie diverse, talmente diverse da proporre l’ignorare dell’immenso bagaglio algebrico e matematico in generale.
Il mio cervello evitava incroci con scienze note proponendosi come un “nuovo cervello”, una mente appena nata desiderosa di esprimersi e di fare.
La matematizzazione del nuovo, mi si offriva sciorinando sequenze algebriche apparentemente improprie.
Alla fine di uno di questi percorsi, volli esperimentare, ciò ben sapendo che di percorsi scrivibili ne esistevano tanti, molti forse incalcolabili quanto indefinita ed indefinibile è la mente umana. Ma, anche per curiosità di certo per un fattore psicologico, volli testare il percorso numero uno, ovvero quello a cui attribuii il numero uno.
L’avvio consisteva nel concentrarsi sul percorso attribuendo note e note ed altre note, come pietre nelle antiche vie consolari. Era cosa piacevolissima, direi talmente spontanea da provocare l’accantonamento della precedente, delle precedenti coscienze. Se volevo tornare al “fu”, dovevo abbandonare lo “adesso” ed ogni altra costruzione. La cosa risultava estremamente facile, oltre, come dissi, gioiosa.
Dopo qualche tempo, breve tempo, mi fermai. Analizzai avvenimenti e contenuti. Chiusi gli occhi, chiamai a raccolta i pensieri.
Mi trovavo a seguire due metodologie, arrivando per ognuna a conclusioni diverse, talmente diverse da rendersi irriconoscibili.
Mi dissi allora! Che cavolo sto facendo!
Mi sono creato un altro cervello. Questa non è cosa buona, questo non è etico (di quella pura etica di cui solo un agnostico può godere).
A guarire gli ammalati di Alzheimer ci pensino i medici con le loro vitamine e la loro chimica.
Distrussi il disco fisso e quella scienza matematica.
Umberto Riva
Nata a Vò (Pd) nel 1961.
Ha frequentato il Liceo Artistico, che per motivi familiari non ha proseguito.
Considera la pittura un hobby.
Sente il bisogno di trasferire su tela ciò che la colpisce maggiormente, come le luci e le ombre che catturano particolarmente la sua attenzione.
Alcune delle opere su tela di Rosanna:
Il Centro di Pedagogia Evoluta “Sei Altrove”
è lieto di presentarvi:
Pausa pranzo ore 13:00 circa
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Brano tratto dallo scritto Il principio di polarità: l’immagine di sé – gennaio 2018
L’uomo dice “ io ” e con questo termine intende un’infinità di diverse identificazioni: ” Io sono un essere di sesso maschile, io sono nato a Napoli, io sono italiano, io sono un padre di famiglia, io sono un bravo figlio, io sono un operaio, io sono un militante. Sono attivo, dinamico, tollerante, bravo, amante degli animali, amante della pace, bevo il caffè, amo la cucina, amo i viaggi, ecc… “. Queste identificazioni, influenzate dall’ambiente, sono state a un certo momento della vita precedute da scelte: una possibilità è stata preferita ad un’altra, un polo è stato integrato nell’identificazione mentre l’altro è stato escluso concretizzandosi in un difetto.
Così l’identificazione: “ Io sono attivo e bravo ” è un pregio ma esclude automaticamente: ” Io sono passivo e pigro ” a cui per esclusione automaticamente viene ad associarsi un’imperfezione: è un difetto.
Da un’identificazione deriva per lo più molto rapidamente anche una valutazione che determina nella psiche cosa è perfetto e cosa è imperfetto, cosa è degno di lode e cosa non lo è: ” Bisogna essere sempre attivi e bravi; non è bene essere passivi e pigri “. Indipendentemente dal fatto che una simile valutazione possa essere sostenuta da argomentazioni e teorie, si tratta in ogni caso di un punto di vista soggettivamente convincente che influenza totalmente ogni forma di esperienza.
Procedere senza voltarsi indietro: strumenti pratici.
Viviamo e sperimentiamo il mondo sottosopra, siamo immersi in una caverna (la mente pensante) dalla quale scorgiamo solo le ombre delle cose. Proiettiamo all’esterno queste ombre scambiandole per sfavillanti luci, le definiamo “io” e il “mondo”, senza mai dubitare che queste sono solo il riflesso delle nostre convinzioni, delle nostre credenze e strutture personali; in verità, pallidi riflessi della Sacra Realtà che siamo.
La Legge del Sette determina sette principali specchi riflessi che si possono utilizzare nelle relazioni umane e sono antichi strumenti che ci aiutano a riconoscere le nostre proiezioni, le nostre emozioni negative e laddove serva, a trasformarle in concrete possibilità di rettifica evolutiva.
1) Riflesso del momento – Ciò che noi inviamo alle persone che ci stanno accanto. È l’aspetto di noi stessi, positivo o negativo, riflesso negli altri nel momento presente.
2) Riflesso di ciò che viene giudicato – E’ ciò che noi giudichiamo nel presente. Se poniamo molta carica emotiva su delle qualità o negatività e le giudichiamo negli altri, la vita ci pone in condizione di vivere delle esperienze, delle relazioni che ci rimanderanno indietro questi modelli. Una volta che il modello viene riconosciuto ed integrato esso sparirà in tutti gli aspetti della nostra vita perché questa è di natura analogica e olografica.
Il nostro stato psicologico naturale, nello stato di “sonno”, è il prodotto della frammentazione in differenti strutture psicologiche dell’unità originaria che siamo in Realtà. Queste strutture di aggregati, come abbiamo già visto, per auto-conservazione si “pensano” molto astutamente con il pronome io.
Tali strutture psicologiche, come tutte le forme dotate di un’avanzata o di una rudimentale Cosxienza, tendono a voler sopravvivere il più a lungo possibile; negli esseri umani, un mezzo che si subisce sistemicamente e che si rivela efficacissimo a tale scopo è il condizionamento meccanico cellulare, che si esprime con la chimica e che viene innescato dalle impressioni ed elaborato dagli stessi pensieri. Le strutture psicofisiche e metafisiche che in noi diventano “io” sono un agglomerato di tutte e tre le macro polarizzazioni di cui è costituita la nostra Natura Terrestre: la mente con i pensieri, il corpo fisico con l’istinto ma soprattutto il vitale con i sentimenti e le emozioni.
Sono proprio le emozioni, tramite i DESIDERI ed il piacere, il perno su cui si gioca l’intera sfida: sono proprio le emozioni l’elemento che permette il perdurare indefinito di queste strutture all’interno di noi.
Quando un “io” prende il controllo della nostra totalità, avvengono in cascata una serie di “magie”.
“Come per il campo che deve essere arato e preparato alla nuova semina, si necessita di una nuova sostanza emotiva che irrori e sviluppi un nuovo ambiente mentale, dove non seminare più bioschiavi ma far sbocciare nuovi umani, deità del divenire, figli della nuova era. L’Uomo N-uovo è già in nuce in tutti noi ed è forse giunta l’ora della semina.
Le emozioni negative più comuni sono: rabbia, desiderio di vendetta, odio, invidia, ogni forma di gelosia, senso di colpa, depressione, frustrazione, lamentela, critica, nostalgia, malinconia, paura, ansia, dispiacere, senso di inadeguatezza, senso del possesso, senso di attaccamento alle cose e alle persone, tutti i generi di fastidio e irritazione: verso chi non la pensa in modo giusto, verso chi non si comporta in modo giusto, verso chi non ti riconosce, verso chi non ti accetta e così via.
Il Lavoro che si sviluppa sulle emozioni negative inizialmente è un lavoro mentale è qui si necessita di sviluppare un nuovo movimento che dia fiato a questo inizio.
Infatti, si ricade nella ripetizione di emozioni negative perché le giustifichiamo mentalmente e quindi, per fare un buon lavoro è utile rivedere il nostro vecchio modo di razionalizzare e ragionare.
Di norma si pensa che in certe occasioni sia giusto infastidirsi o arrabbiarsi, oppure provare ansia o essere depressi. La giustificazione (lo spiegazzo) di tali emozioni è radicata nel nostro inconscio, è iscritta nel DNA, per cui questi movimenti emotivi possono esprimersi meccanicamente senza dover affrontare alcun freno cosxiente da parte dell’ignaro individuo che, di fatto, le subisce.
[…]
Guardiamo cosa è realmente il veicolo che chiamiamo corpo e a cosa serve.
In questo “mondo” quando nasciamo noi siamo un Arkèrgon, un Opera Originaria poiché siamo essere unici ed essenziali.
Per esprimerci come Essenze veniamo dotati di un apparato psicofisico estremamente sofisticato, Divino, delle cui capacità però non sappiamo nulla o quasi, in quanto nulla ci viene insegnato al proposito.
La FORMA che assume questo apparato, un vestito per così dire, è un diretto riflesso, l’OMBRA, di ciò che siamo dentro.
La maestria e l’utilizzo più appropriato di tale Divina e prodigiosa macchina biologica consiste nel farla divenire uno strumento Magico a tutti gli effetti, cioè un apparato, uno strumento, una bacchetta Magico-organica, attraverso cui modificare la Realtà e il Sogno a nostro piacimento.
Modifico dentro e di riflesso strutturo la realtà esterna.
Perché la macchina possa funzionare in questo modo dobbiamo Risvegliarla, portarla alla Vita Reale, in modo da non subire più la sua volontà meccanica (sopravvivenza, paura della morte e istinto di procreazione) ma essere capaci di stabilire un contatto Cosxiente con essa. Il Risveglio di questo apparato psicofisico (la trasmutazione del Piombo in Oro) è un processo di trasmutazione proposto e conosciuto dalla Tradizione alkemica.
Pagg. 83 – € 15,00
ISBN 978 – 88 – 85597 – 00 – 6
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Anima Gemella
Il Viaggio Di Ritorno
Alla luce del Lavoro sin qui esposto, possiamo in totale tranquillità affermare che il Principio maschile e il Principio femminile sono due aspetti di un’unica entità Essenziale e Divina, riflessi e speculari; proprio come lo sono due gemelli.
In Natura tutto è il riflesso di qualcosa che portiamo anche dentro di noi. Per cui si può dire che: se in me esistono un maschile e un femminile, ha senso parlare dell’anima gemella, che nelle profondità delle nostre esperienze sessuali e amorose da sempre ricerchiamo nell’altro? O forse è più appropriato affermare che l’Anima è anche la mia GEMELLA?
Se non è l’esterno a dovermi completare, poiché dentro di me c’è il maschile ed il femminile, Padre e Madre, allora forse già contengo in potenza l’annessa capacità ricongiuntiva? L’Anima, che da sempre dimora e soggiace in me, attende, come la principessa delle favole rinchiusa in una psicoprigione; indago e scopro dove è rinchuisa così posso Liberarla…
Io (ciò che credo di essere) dovrò affrontare la Morte, dovrò far morire l’illusione di essere piccino e diviso, per accedere al maniero incantato che io stesso, immemore e vittima di un arteficio evolutivo della Cosxienza, ho costruito.
Un Giuoco che, comprese le regole, si rivela molto ma mooolto interessante, direi ILLUMINANTE, ma ad una condizione: finché non avrò accesso al mio Re-g-ale titolo di principe, grazie a un Atto d’Amore reale e autentico, annullando me stesso, le mie credenze, i miei punti di vista, insomma trasformando la mia pochezza in ampiezza e la mia restrittezza in vastità, Anima non potrà esprimersi e concedersi alla vera Vita, al Suo Sposo, allo Spirito Immanente che soggiace nel Cuore di tutte le cose, di ogni uomo e donna.
Unione degli opposti, riconciliazione, comunione, questo è il FINE del Giuoco Divino.
Nel mondo si viene per capire che cos’è la Vita. E solo quando abbiamo trovato la ragione d’Essere della Vita, scopriamo che il Corpo fisico materiale è il forziere, il guardiano, l’oracolo arcaico della Verità. Ma per questo bisogna mettersi a nudo, bisogna togliere tutti i vestiti, le maschere, le etichette, ogni scoria, ogni struttura. Spogliarsi dunque è l’azione richiesta.
Chi si immagina che la spogliazione porti dritto all’Anima e al Divino non ha ancora capito nulla. Spogliarsi significa mettere in mostra ciò che realmente siamo: i veleni che siamo, le fiere feroci, gli stronzi malefici, i cattivi bastardi, gli avidi insulsi, le bestie fetenti, i caproni cornuti, i falsi ignavi, gli ignoranti muli, gli asini sordi, i lupi famelici, le meduse acide e corrosive.
Per spogliarci dobbiamo accettare il veleno che portiamo, e vedere, anche se puzzolente e nero, il fango in cui siamo invischiati. Ecco, è qui che ci arrestiamo. Non c’è accettazione totale, non c’è sincerità, non vi è abbandono, si ha paura di scoprire che tutto quanto contestiamo all’altro e al mondo siamo noi, nient’altro che noi. Si ha paura di perdere il controllo e la libertà che mai abbiamo davvero avuto: che illusione.
È importante, è vitale comprendere che tutta questa nefandezza non è nostra e non la portiamo noi in essenza, ma di certo ne è pregna la nostra Sostanza di superficie. E siccome fino a prova contraria questa Sostanza è intrisa e coperta d’IGNORANZA, di cattiveria e di falsità, in piena libertà scelgo di rischiararla, di illuminarla. Ognuno di noi se arriva a questo bivio, a questa consapevolezza, deve fare da sé e per se stesso. È un nostro compito, è il Lavoro stesso che ci chiede di aprirci affinché la Conoscenza, la Luce e l’Amore riversino e irrorino la nostra Sostanza materiale.
Quanta poca Gioia oggi c’è nel mondo! Questo è dovuto alla nostra chiusura, non di certo perché non ce ne sia.
Il Florilegio Ermetico è una nuova Rubrica dell’Angolo di Hermes, che trova la propria Ragion d’Essere nella necessità di condividere momenti di ispirazione, profonda introspezione e saggezza ricavati dalle opere pubblicate a partire dalle trascrizioni delle lezioni, degli incontri e dei carteggi che Hermes, la Guida del Centro Altrove, sviluppa con gli allievi tutti.
Una buna ed ispirata lettura a tutti voi dunque,
e Grazie
PARTE 3
Per essere pronti a una Responsabilità collettiva e sociale, dovremo essere spietata-mente onesti con noi stessi, per assumerci la Responsabilità di rischiare senza paura i nostri pseudo agi e comodità pur di non cooperare con l’ingiustizia e lo sfruttamento perpetrato sistematicamente verso i nostri simili e principalmente verso il pianeta.
La maggior parte degli individui oggi, in questo caos di frammentazione sistemica, non sa qual è il senso della propria Vita e quali sono le azioni più importanti da com-piere.
Si seguono le mode e tendenze, si muta centro d’interesse secondo i dettami e gli schemi imposti dalla famiglia, dalla società, lasciandosi guidare dalle immagini create dalla mente, dai media o da personali ambizioni e superficiali desideri di essere meritevoli, utili e servizievoli.
Poiché si è abituati a vivere in superficie e a temere le profondità, i pensieri e le azioni che si dedicano all’insieme, alla famiglia, al gruppo, all’organismo, all’umanità, sono poco profondi, simili a fragili contenitori che si incrinano e si spezzano facilmente.
Alla fin fine, la maggior parte degli uomini comuni si preoccupa oggi, per abitudine, soltanto della propria meschina esistenza, della collezione di piaceri sensuali, dei ful-gidi processi volti alla sicurezza e al successo, della salvezza personale e dell’ansia per la malattia e la morte, piuttosto che dell’infelicità creata dalla propria ignoranza, dall’indifferenza e dall’insensibilità generali che ne derivano.
PARTE 2
Abbiamo per abitudine scambiato la Libertà per l’autonomia e l’indipendenza, e la manipolazione dei sentimenti e delle emozioni per Amore.
In questo stato di ipnosi di massa non compiamo (e ancor meno prendiamo in considerazione) azioni che minaccino la nostra pseudo sicurezza o alterino la nostra abitudine a vivere “tirando avanti” salvaguardando i piccoli “orticelli” (famiglia, casa, lavoro, ferie, conto in banca) che ci permettono al massimo di sopravvivere, sperando che qualcosa prima o poi cambi.
Se continuiamo a far finta che tutto ciò sia normale, perseverando a vivere con noncuranza e indifferenza, badando solo all’utile privato e alla mera soddisfazione personale che mai è e mai sarà paga, in realtà in questo tempo di rinnovamento, stiamo scegliendo il suicidio non solo nostro ma dell’umanità.
Il Florilegio Ermetico è una nuova Rubrica dell’Angolo di Hermes, che trova la propria Ragion d’Essere nella necessità di condividere momenti di ispirazione, profonda introspezione e saggezza ricavati dalle opere pubblicate a partire dalle trascrizioni delle lezioni, degli incontri e dei carteggi che Hermes, la Guida del Centro Altrove, sviluppa con gli allievi tutti.
Le cose sorgono da sole, portate dalla corrente della Vita, poichè la vita ci precede e ci succede. Non c’è un prima nè un dopo, solo la Vita stessa.
La Comprensione arriva soo quando lo Spirito è quieto”
Hermes
PARTE 1
Oggi il mondo ci costringe ad accettare, almeno intellettualmente, la connessione che c’è tra noi e il fatto che siamo interconnessi e dipendiamo gli uni dagli altri. È proprio partendo da questa Verità, che sempre più individui stanno comprendendo quanto è urgente fermare la follia che ci circonda e che inconsapevolmente, fintanto che versiamo nell’ignoranza, contribuiamo a creare ed alimentare. Ciò nonostante, l’attuale risposta da parte di chi ha compreso questa Realtà è ancora superficiale, inadeguata alla complessità della sfida che questa presa di Cosxienza pone bene in evidenza. Molte generazioni di umani, nei millenni, per esigenze evolutive e spesso pratiche, hanno sviluppato, staticizzato e poi totalmente mentalizzato il modo attuale di essere, perdendo di vista la vera natura delle cose. La ripetizione sistemica dei modelli di comportamento, dei dogmi, dei concetti e delle idee preconfezionate ispirate all’etica e alla morale e il conseguente modo di porsi con gli altri e con il mondo hanno privilegiato l’illusione in cui versiamo. Questo processo può sembrare che abbia perso di vista l’evoluzione stessa, ma se visto sotto una Luce più ampia è servito proprio a mostrarci che questa strada è arrivata in un vicolo cieco.
Nel Reale il tempo è irrilevante per come si concepisce normalmente, in questi processi evolutivi il tempo cronologico e psicologico è solo uno degli infiniti moti possibili: credere che esista solo questo “tempo” è mera follia: un’illusione.
Il pensiero fu un aiuto e oggi si rivela l’ostacolo da superare.
Il pensiero partorisce concetti (le religioni come gli stati sono macroconcetti ad esempio) che accettati e ripetuti nei secoli decretano e stabilizzano una serie di regole e di leggi che si rivelano col tempo, grazie all’aspetto evolutivo e all’impermanenza, esauriti, obsoleti e anacronistici.
“Questo è l’anno della trasformazione. Se vai al di là dell’aspetto, della forma delle cose, c’è l’azione che consente di cambiarle. Sii presente in ciò che fai, in ciò che vuoi, in ciò che dici, in ogni occasione e in ogni momento, fa spazio alla tua Anima e lascia che ti guidi nell’azione che tras-forma. […] Quando arriviamo ad applicare alle attività pratiche il Lavoro di Presenza, siamo condotti da un desiderio irresistibile del miracoloso. Come mettere in relazione il miracoloso e la Vita? Attraverso l’azione cosciente. Quando prendiamo in considerazione le azioni, non pensiamo mai che possano essere radicalmente differenti al loro interno, nella qualità. Pensiamo sempre allo scopo, al risultato, e mai all’azione in sé. E’ la qualità della forza che entra nell’azione a condizionarla, a renderla automatica o creativa. Più mi focalizzo sulla mia tras-forma-azione e più resto presente al mio scopo. Un miracolo di Fede.”
Che la vostra fede sia pura, candida e perfetta. Una fede egoista dell’essere mentale e vitale, colorata dal desiderio per le meschine soddisfazioni della natura inferiore, è una fiama bassa e fumosa che non può innalzarsi diritta verso il Cielo.”
Tratto da: Oltre il Tempo e lo Spazio, Lume IV, Dispensa di Lavoro del Gruppo Altrove
“Durante il corso della Vita, prima o poi ci capita di dover affrontare prove difficili. A volte ci sembra quasi di finire in un pozzo nero e oscuro, in una specie di limbo senza una apparente via d’uscita. Un luogo buio da cui dovremo da soli trovare il modo di uscire, così come dovremo trovare il modo d’uscire dalle paure e dal nostro egoismo che ci riconduce sempre nelle stesse dinamiche. Questi processi sono molto spesso esami che la Vita ci one e che ci mettono faccia a faccia con la nostra parte oscura, rivelandoci il nostro Essere più segreto e profondo che ci fa sperimentare, tramite la nullificazione, la sofferenza, la solitudine, l’abbandono e la paura di morire, cosa significa davvero essere Vivi e Liberi.”
“Senza aver pacificato, rettificato e domato il turbinio compulsivo proprio della sensualità dell’essere vitale, non potrete mai avere una relazione autentica. Senza aver domato le vostre pulsioni, la vostra bramosia, senza aver trasformato il possesso, non potrete accedere ad una relazione basata sulla Libertà e sull’Autenticità. La relazione essenziale di coppia non è da intendersi solo come l’associazione terrestre di un uomo e donna allo scopo di formare una famiglia elettiva o innovativa. La coppia è in verità la rappresentazione microcosmica di una realtà macrocosmica. […] E’ la rappresentazione tangibile e visibile di un registro cosmico presente in diversi piani, manifesti e trascendenti dell’Essere Umano e della Realtà in cui costui esperisce la propria vita”.
“Nel profondo voi siete Uno. Tutti i movimenti che andate a vivere sono diversi nella loro manifestazione perchè la Cosa Una diventa molteplice per fare esperienza, e allora troverete la apparente diversità di esperienza, ma in profondità il movimento che guida queste esperienze, è solo Uno. Il miracolo della Cosa Una viene sviluppato nel senso che l’Uno per adattamento diviene Molteplice. Ricordate: Esiste solo un Corpo, una Vita, una Mente e un’Anima.”
“Quanto di te conosci, tramite l’autosservazione, è quanto di te puoi governare”.
“È un Lavoro vostro aprirvi affinché la Conoscenza, la Luce e l’Amore riversino e irrorino la Sostanza del Corpo. Quanta poca Gioia c’è oggi nel Mondo! Questo è dovuto alla nostra chiusura, non di certo perché non ce ne sia. Ci sono oceani di Gioia, infiniti e vasti oceani d’Amore. Non lo possiamo vivere, chiusi come siamo, ristretti e pochi: bisogna destrutturarsi, aprirsi, concedersi, allargarsi, espandersi. […] Il Mondo va accettato com’è se si è abbastanza ampi e forti, tutto va preso dentro per essere poi trasformato e subliminato; transfigurato.”
Hermes, Tratto da “Orma dopo Orma – Voi siete Dei”, Dispensa di Lavoro del Gruppo Altrove
https://www.seialtrove.it/hermes-orma-dopo-orma/
Testo redatto dalla fedele trascrizione dell’incontro tenuto da Hermes con gli allievi del Centro Altrove.
27 maggio – Cosxienza e Creazione Amorevole
Guardate la legna che usiamo per riscaldarci. La tagliamo nel bosco, la sistemiamo, e la utilizziamo infine per bruciarla. La legna potrebbe essere usata anche per molti altri scopi, e di fatti la legna non si chiede per “cosa” viene utilizzata: potrebbero essere tanto scopi nobili quanto miserevoli. Lei di fatto si mette al nostro servizio.
Ogni cosa che ci viene donata dalla Natura e di cui noi ci serviamo si mette al nostro servizio, con disinteresse. Dunque se ci poniamo in armonia con la Natura, e ci prodighiamo per imitarla, significa che ci relazioniamo con qualcosa che già è divino, e connettendoci con essa ci ricolleghiamo ad un aspetto da cui, per ignoranza, ci eravamo staccati a causa dell’uso errato della mente, che viene comunemente utilizzata non come strumento ma come momento identificativo tra voi e il pensiero ordinario.
* * *
presso il Circolo Culturale P. L. Ighina
in via Gramsci, 6 a Montegrotto Terme (Padova)
Esistono contenitori nei quali sono racchiuse e memorizzate tutte le esperienze di ogni singolo individuo. Questi contenitori vengono definiti dai mistici registri akashici, dalla scienza campi morfogenetici, dagli spiritualisti mente universale. Come gli si dia l’appellativo poco importa, quello che è certo è che tutti noi siamo informati e permeati da questi contenitori o campi che costantemente regolano e condizionano, coscienti o meno, le nostre esistenze.
Ogni essere umano è un’Opera Originaria. Un Archetipo vivente che tramite la sua esperienza di vita sviluppa l’evoluzione della Vita stessa. Ogni individuo è partecipe di un destino, di un fato, di un atto Divino che gli impone determinate esperienze, arricchite talvolta da doni e talenti e più spesso da difficoltà da superare. Con le Costellazioni Originarie andremo a guardare in sintesi quali sono questi Archetipi che soggiacciono alle nostre scelte e al libero arbitrio stesso. Guarderemo in piena Libertà come si manifestano tramite le nostre esperienze di vita e come da difficoltà e limiti condizionanti possono rivelarsi grandi opportunità di crescita interiore.
In questa prima sessione di Lavoro pratico prenderemo contatto con un’Opera Originaria che di fatto sviluppa le direttive a cui poi fin da bambini staremo a seguire: le intimazioni dell’Anima. Le direttive sono ordini inconsci a cui tutti noi, in virtù del compito scelto in questa vita, siamo assoggettati.
Nel Lavoro proposto andremo a guardare le prime importanti direttive che di fatto, volenti o nolenti, condizionano la nostra esistenza:
- non esistere o non essere;
- non essere bambino;
- non credere in se stessi;
- non avere sentimenti od emozioni;
- sii il migliore, sempre;
- non credere a nessuno, fidati solo di me;
- non fare.
PER INFORMAZIONI:
E-mail: info@seialtrove.it
Tel. 348.4946379 (Yapos) – 346.7794331 (Frey)
Guida il lavoro Hermes. Trainer per lo sviluppo dei talenti umani, Educatore e da oltre vent’anni Ricercatore indipendente di Alchimia evolutiva, Ermetismo, Radiestesista e Radionica applicata oltre che Simbolista e Tarologo. Con molti anni di esperienza come Fondatore e Guida del Centro olistico “Sei Altrove”. Pioniere nell’utilizzo dei campi morfogenetici tramite lo strumento delle Costellazioni Essenziali, Spirituali, Archetipali ed Originarie (Archèrgon). Ideatore e facilitatore in Teosintesi, quale strumento per il Benessere psico-fisico, per la conoscenza e il funzionamento della Natura Umana volto al Risveglio dell’individuo. Autore dei libri “Sulle Orme della Vita”, “Orma dopo orma”, “La Via della Rosa. Scacco Matto”, “Florilegio. Viaggio di un Hermenauta” (Sei Altrove Edizioni).
Operatore Olistico Trainer, con codice VE1627T-OP, Direttore dell’Ente di formazione olistica Sei Altrove, iscritto nei registri della Società Italiana Armonizzatori Familiari (SIAF), ai sensi della Legge n.4 del 2013.
Testo redatto dalla fedele trascrizione dell’incontro tenuto da Hermes con gli allievi del Centro Altrove
Lezione martedì 8 Marzo – Le Regole
(…Continua)
2° parte
La maestria è che impariate a trascendere le regole, contenerle con qualcosa di più ampio perché se vivete nei sentimenti “umani” non potrete mai sviluppare un Sentimento Superiore.
Se viviamo cristallizzati in queste regole andremo a sviluppare continue ripetizioni, ripetizioni di esperienze di papà e mamma, fratello o sorella, comunità e società. Il primo atto che si deve fare è accettare che queste regole sono un nostro limite, cercando per come possiamo di fare del nostro meglio per non sottostare ancora a queste leggi meccaniche che ci fanno ripetere costantemente “DO” – “RE” – “MI”, “DO” – “RE” – “MI” (mostra il simbolo dell’Archèrgon disegnato sulla parete), una cacofonia simile ad un disco rotto.
Testo redatto dalla fedele trascrizione dell’incontro tenuto da Hermes con gli allievi del Centro Altrove
Lezione martedì 8 Marzo – Le Regole
1° parte
Prendete un pezzo di formaggio da stagionare. Vedrete che ci mette almeno quattro mesi prima di asciugarsi e cambiare massa costitutiva, questo per mutare la costituzione molecolare. Anche voi, sapete, per maturare e stagionare avete dei tempi. La stagionatura è portare la trasformazione sul corpo, se non si riesce a portare sul corpo lo sviluppo di questo Lavoro che facciamo non si fissa nulla del tutto poiché resta eterico, rimane nel sottile, evanescente, e risulta un processo che di sicuro dona consapevolezza, ma nei fatti, nella vita concreta, resta vano.
Non tutti sanno che Jung fu il precursore e originario Padre della Terapia Familiare moderna e dell’ampio discorso circa le “costellazioni familiari”. Divenne infatti famoso in ambito psichiatrico grazie ai suoi test d’associazione in ambito sperimentale e clinico con cui delineò i cosiddetti “complessi a tonalità affettiva”, arrivando da questi anche ai “complessi familiari”. Nel seguente Volume d’opera (N.2) [C. G. Jung, Opere. Vol. 2. Ricerche Sperimentali, Bollati Boringhieri], è presente il suo saggio intitolato “La costellazione familiare”.
Scrive nella sua autobiografia:
«Mentre lavoravo al mio albero genealogico, ho capito la strana comunità di destino che mi collega ai miei avi. Ho fortemente il sentimento di essere sotto l’influenza di cose o di problemi che furono lasciati incompiuti o senza risposta dai miei genitori, dai miei nonni e dai miei antenati.
Mi sembra che spesso ci sia in una famiglia un karma impersonale che si trasmette dai genitori ai figli. Ho sempre pensato che anche io dovevo rispondere a delle domande che il destino aveva già posto ai miei antenati e alle quali non si era riuscito a trovare nessuna risposta, o anche che dovevo risolvere o semplicemente continuare ad occuparmi di problemi che le epoche anteriori lasciarono in sospeso. La psicoterapia non ha ancora tenuto abbastanza conto di questa circostanza.»
“Mi è sempre sembrato di dover rispondere a problemi che il destino aveva posto ai miei antenati, e che non avevano ancora avuto risposta; o di dover portare a compimento, o anche soltanto continuare, cose che le età precedenti avevano lasciate incompiute”.
(C.G.Jung – Ricordi, Sogni, Riflessioni – Autobiografia)
Fonte dell’articolo completo:
Vedi anche la pagina dedicata alla Psicogenealogia: https://www.seialtrove.it/psicogenealogia/
Dopo Sulle Orme della Vita e Orma dopo Orma, abbiamo dato alle stampe il terzo libro esperienziale del gruppo Altrove: La Via della Rosa. Scacco Matto. Qui è condensata ed impressa su carta l’esperienza viva dell’ultimo Lavoro intensivo (Sadhana) svolto dal nostro gruppo di Lavoro con la guida di Hermes.
La raccolta di pagine che vi trovate in mano è paragonabile alle istruzioni di un gioco.
Solo, queste istruzioni possono apparire meno chiare ad un primo sguardo, tanto da non poterle chiamare tali.
Questi scritti sono una Guida, un eterico filo d’Arianna che conduce su un sentiero che qui ad Altrove è stato nominato Via della Rosa.
Il sentiero è sempre esistito, è sempre stato qui; ma le orme che lo percorrono si cancellano rapidamente agli occhi di chi è portato a cercarle fuori, piuttosto che dentro di sè.
È per questo che abbiamo bisogno di un filo, che è invisibile da guardare col pensiero ma è possibile toccarlo con l’esperienza. È per questo che è un Gioco.
In altri tempi, in altri luoghi è stato chiamato Vita. Ma qui nell’Altrove, nel momento prima di leggerle, queste pagine, è ancora un Gioco; orchestrato e partorito dalla Nostra, di Guida.
Questo libro sono le parole che hanno intrecciato il filo, hanno guidato ed intrecciato più esperienze, rendendo concreta quella guida tramite nodi e snodi reali: le nostre esperienze come Gruppo ad Altrove.
Diventa chiaro come il partecipare possa atterrire, come lo fa la paura di perdere; è qui che il Gioco armonicamente organizzato ci guida tutti inesorabilmente verso un anelato Scacco Matto.
Questo è il momento in cui un allievo – o il lettore – prende coscienza del fatto che il seguire il Sentiero ti porta in una posizione di rischio, di messa in discussione. Può apparire un pericolo, ma è una totale illusione, perché è sempre bene tenere a mente che la Via è quella della Rosa, e la Rosa ad Altrove è simbolo dell’Amore. Questo termine trascrive in lettere un significato: una forza, che è quella che crea il filo, tanto quanto quella che permette di risalire guidati da esso. È pura unione, attrazione, dedicazione e quindi Dono.
Per questo chi si appresta a percorrere la Via, attraversando il proprio Scacco Matto personale comprende presto che non è la paura a poterlo governare, ma un limite che porta in sè una possibilità straordinaria: il cambiamento, la trasformazione, l’Evoluzione.
Tratto dalla Prefazione