Nel mondo si viene per capire che cos’è la Vita. E solo quando abbiamo trovato la ragione d’Essere della Vita, scopriamo che il Corpo fisico materiale è il forziere, il guardiano, l’oracolo arcaico della Verità. Ma per questo bisogna mettersi a nudo, bisogna togliere tutti i vestiti, le maschere, le etichette, ogni scoria, ogni struttura. Spogliarsi dunque è l’azione richiesta.
Chi si immagina che la spogliazione porti dritto all’Anima e al Divino non ha ancora capito nulla. Spogliarsi significa mettere in mostra ciò che realmente siamo: i veleni che siamo, le fiere feroci, gli stronzi malefici, i cattivi bastardi, gli avidi insulsi, le bestie fetenti, i caproni cornuti, i falsi ignavi, gli ignoranti muli, gli asini sordi, i lupi famelici, le meduse acide e corrosive.
Per spogliarci dobbiamo accettare il veleno che portiamo, e vedere, anche se puzzolente e nero, il fango in cui siamo invischiati. Ecco, è qui che ci arrestiamo. Non c’è accettazione totale, non c’è sincerità, non vi è abbandono, si ha paura di scoprire che tutto quanto contestiamo all’altro e al mondo siamo noi, nient’altro che noi. Si ha paura di perdere il controllo e la libertà che mai abbiamo davvero avuto: che illusione.
È importante, è vitale comprendere che tutta questa nefandezza non è nostra e non la portiamo noi in essenza, ma di certo ne è pregna la nostra Sostanza di superficie. E siccome fino a prova contraria questa Sostanza è intrisa e coperta d’IGNORANZA, di cattiveria e di falsità, in piena libertà scelgo di rischiararla, di illuminarla. Ognuno di noi se arriva a questo bivio, a questa consapevolezza, deve fare da sé e per se stesso. È un nostro compito, è il Lavoro stesso che ci chiede di aprirci affinché la Conoscenza, la Luce e l’Amore riversino e irrorino la nostra Sostanza materiale.
Quanta poca Gioia oggi c’è nel mondo! Questo è dovuto alla nostra chiusura, non di certo perché non ce ne sia.
Ci sono oceani di Gioia, infiniti e vasti oceani d’Amore, ma non ne abbiamo accesso chiusi come siamo, ristretti e pochi come siamo. È necessario destrutturarsi, aprirsi, concedersi, allargarsi, espandersi e spogliarsi per essere contenitori di energia e d’amore. Dobbiamo imparare a convivere con il “veleno” dell’altro (con il nostro ci conviviamo già da tempo) se vogliamo progredire e PERFEZIONARCI.
Il mondo va accettato com’è, e si può accettare solo se si è abbastanza ampi e forti e coraggiosi; tutto va portato dentro di noi per essere trasformato e subliminato, transfigurato, rettificato, evoluto.
Sono secoli che sulla Terra le civiltà si combattono. Sempre più paesi arrivano a farsi la bomba atomica anelando solo al dominio e al terrore. Il mondo è proprio un teatro di Forze. Se vogliamo davvero fare qualcosa per il mondo dobbiamo ricordare che il mondo siamo noi, per spronare la nostra Natura Vera ed essere altro.
E qui arrivano quelli come noi, quelli dell’Altrove, quelli della compagnia della Locanda dei Buoni Frutti, con uno strano bisogno che sempre di più si manifesta con una sorta di inquietudine nei nervi, nelle visceri, nell’animo, perché sentiamo sempre più che ciò che non “abbiamo” non lo vogliamo più.
I nervi traducono questa inquietudine in insofferenza, irritazione, a volte grigiore, apatia, appesantimento, annullamento, insensibilità, atarassia. Tuttavia è una nuova mancanza che ci spinge ad andare dentro noi stessi. Una mancanza diversa, un bisogno profondo, arcaico, antico, una PROMESSA.
La mancanza d’Unità, la mancanza d’Armonia, la mancanza della Verità e dell’Amore, un bisogno che diviene pari alla necessità di respirare. E allora in noi si crea uno spazio, un VUOTO e un NULLA.
In questo vuoto e in questo nulla si incomincia a prendere parte attiva nel processo d’individualizzazione della Cosxienza.
L’Essere Vero, sepolto da emozioni, desideri, velleità, sentimenti, pensieri, si ridesta al suo originario bisogno di Unità e di AMORE.
Questo è in vero l’unico BISOGNO, è in questo stato delle cose che è racchiusa la più alta mancanza, è da qui che nasce il nostro immenso VUOTO, un nulla destabilizzante, ed è da qui che origina la nostra comune CARENZA ONTICA. Una carenza che è ricerca dello Spirito immanente e che allo stesso tempo è anelito e forza atavica della bruta Materia. Un messaggio inscritto nel profondo della nostra Sostanza fisica, nelle cellule, nel Corpo.
A questo punto si necessita di aumentare le possibilità di espressione di questo Corpo e dargli il giusto spazio per conoscerlo. In altri termini desiderare meno, meno emozioni negative, meno sentimenti struggenti, meno parlare inutile, meno pensieri compulsivi, limitare la risposta e lasciare che il Corpo, non appesantito, esprima da sé e sempre più intensamente il proprio Bisogno di fondo; la spiritualizzazione della propria sostanza. Il Corpo è stato creato perché il Divino potesse abitarlo pienamente, e pienamente vuol dire totalmente. Da quando l’uomo ha iniziato a pensare si è fatto domande e ha dato mille e una risposte, ma mai la definitiva, perché la risposta che cercava nella Vita, in Verità la si troverà nel Corpo, nella Materia.
Spiritualizzare la Materia equivale a far emergere la LUCE Sovramentale racchiusa nelle cellule, giù in fondo, proprio nel Corpo.
Le nostre trasformazioni non giungono mai per caso ma per fare emergere i bisogni del corpo e trasmutarli in strumenti, per far si che possano emergere i bisogni dell’Anima di questo Corpo, forziere della VERA SOSTANZA DELL’ESSERE.
La spogliazione delle nostre sovrastrutture induce l’emersione di questa fame, questa sete, che altro non è che l’espressione dell’Aspirazione del Corpo e della Materia affinché essa, liberata da tutte le nefandezze, gli schemi e le abitudini, possa contattare la Sostanza vera, la Materia vera, la Vita vera, la Mente vera, per creare una comunione rivolta alla Vita Divina su questa terra.
Quando finalmente non si avrà più risposta, più niente da dire, niente da giustificare, niente di cui parlare (perché non c’è più niente di niente) allora rimane solo quella, la mente corporea, unica Luce accesa nell’oscurità del mondo.
Occorre SCAVARE nel corpo se si vuole trovare questa Luce, il segreto dei segreti, ove da sempre è celato “il miele nella roccia”.
La Vita Divina è già qui, basta ESSERLA.
[…]
Se realmente voglio liberarmi per Essere qualcos’altro al di fuori dei domini del mentale e del vitale, devo sottostare ad un lento processo di spersonalizzazione e di spogliazione, e accettarlo appieno ogni qualvolta mi è possibile, ogni volta che sono Cosxiente. Devo dare il totale consenso e arrendermi, devo abbandonarmi e avere Fede. È l’unico modo.
Se siamo sinceri ci accorgiamo che noi non sappiamo nulla, e allora non cerchiamo più di volere capire e tantomeno di sapere. Ma per ora non si riesce ad essere fiduciosi in mezzo al fango, al conflitto, al dolore, alla solitudine, alla fame, alle voglie, all’orgoglio e alla presunzione, non si ha la minima pazienza, tutto e subito, come fosse una pastasciutta o un panino al salame.
Imparate a sopportare, imparate ad allargarvi, a contenere, a tacere, a zittirvi mentalmente, vitalmente e fisicamente; imparate ad essere docili strumenti di una Forza che se attenti sgorga proprio dal centro del vostro petto. Lasciate che sia, poiché in fondo, le cose accadono.
Invece si vuole sapere, si è convinti che sarebbe meglio così o cosà, quello ha detto, quell’altro fa così, io sono così, io direi così. Tutto si muove, tutto parla attraverso noi: la testa, il vitale, gli istinti, l’orgoglio, l’amor proprio, il sentimento, i nervi, e il nostro vero Sé dove l’abbiamo sotterato, sotto quali cumuli di pensieri e macerie emotive l’abbiamo nascosto?
Dobbiamo conoscerci davvero per divenire padroni della nostra Vita, immobili, fermi, imperituri nel perseguire lo Scopo per cui siamo qui, e nello stesso tempo agire, fare, essere, esistere…
Questo è il nostro Lavoro che è a questo punto del cammino, è di primaria importanza.
È un fatto, un atto questo che parte dalla materia bruta e che proprio da questa misconosciuta Sostanza, apporterà incessantemente nuovi cicli di esperienze sempre più rivolte all’Evoluzione della Cosxienza.
Ho detto
Lux Radix
Brano tratto da: “Collana Archetipi in Movimento: Scienza Iniziatica – l’Alkimia dell’Essere, Tavola VI, Lume I“