18 Settembre
File di schiavi moderni si accalcano ogni giorno per correre in ufficio, in fabbrica o al negozio del quartiere.
File e file di automi contemporanei sfilano per le autostrade, corrono veloci per le tangenziali per arrivare all’ ora giusta a lavoro. Schiavi moderni senza catene. Infilati come perle in un filo invisibile che li tiene uniti e ben saldi al gioco succube del potere. Schiavi convinti di lavorare per la ricchezza, il buon “tenore” di vita che è sicurezza, ma che invece vendono il loro tempo per la povertà d’animo, l’ottusità della vita che è solo sopravvivenza. Schiavi di successo che sfilano in scatole nere con sempre più pollici, che siedono su poltrone sempre più ampie, che hanno gli uffici sempre più in alto, che viaggiano nel mondo senza più limiti restando di fatto in un vuoto contesto, in un nulla di fatto, mai paghi e mai pieni, vuoti contenitori persi nel buio e grigio scintillio dello sfarzo sociale che annebbia e vela la vita, quella reale. Schiavi moderni di terza generazione, agguerriti industriali, politici senza più ideali, prelati senza toga, burocrati senza fede al di sopra di ogni legge e ogni regola; schiavi comunque del proprio ego che accumula in tutto, desidera tutto, vuole tutto mancando di fatto l’unica cosa veramente reale: l’ AMORE. Schiavi emotivi e sentimentali, educati e istruiti a meri legami, mamme, papà e figli ignoranti che incalzano l’altro per esser compresi, riconosciuti e compianti in un’identità che mai avrà peso. Schiavi di catene invisibili agli occhi, fissati in prigioni psichiche senza più sbarre, allevati da piccoli dalla loro stessa stirpe che supina e arrendevole accetta il destino. Fati di schiavi oltre ogni modo si schierano piegati per essere visti. Volgi per ora lo sguardo al tuo stato, scorgi in te tale menata, se vero che tutto quanto descritto risuona in te come un vero complotto, allora chi aspetti, datti da fare, inoltrati e segui coloro che un’altra Via hanno già iniziato a camminare. Se mai ti incammini resti di certo malfermo in un mero processo senza mai fine, accettato sì certo da masse infinite, oltre la logica e ogni confine, ma senza mai andare oltre lo Spirito che tutto decreta di vero o profondo e sublime.
Schiavo comune in carriera : 800 euro al mese, macchina utilitaria, casa condivisa, spese eccessive, sentimenti affogati e desideri inespressi, pena costante e senso di colpa latente. Troppooooo, questa società vi chiede troppo, vi chiede? Vi impone troppo… schiavi metropolitani senza più arte e nemmeno parte, senza più viso e nemmeno cattivo gioco. Istruiamoci ad uscire da questa malattia ormai cronica. Una bugia, una grande menzogna così tanto evidente accettata da molti come verità unica e creante. Come è possibile si dovrebbe chiedere, la Libertà ha perso il suo ego? Come risulta essere vano ogni tuo gesto di uscire via da questo giuoco e andar lontano?
CHI SEI? SEI TU LO SCHIAVO, L O SCHIAVISTA O LA SCHIAVITÙ?
Hermes